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HUMMUS MANIA!

 


Hummus...non chiamatelo semplice cremina di ceci!

Se c'è una cosa che mi accompagna in ogni mio viaggio è la voglia di scoprire sapori autentici e storie che si nascondono dietro a un piatto. E oggi, il protagonista è lui, l'hummus. Sì, lo so, ormai è ovunque: sulle tavole dei ristoranti più cool, nei pranzi veloci in ufficio, perfino sugli scaffali del supermercato sotto casa, qui a Domodossola o a Berlino. Ma siamo sicuri di conoscerlo davvero? Preparati, perché oggi ti porto ben oltre la semplice "crema di ceci" per scoprire l'anima e i segreti di questa meraviglia mediorientale!

Un tuffo nel passato: la storia millenaria dell'hummus

Partiamo dalle basi, o meglio, dalle radici! L'hummus, che in arabo significa semplicemente "ceci", ha una storia così antica da perdersi nella notte dei tempi. Non c'è una data di nascita precisa, ma si pensa che sia nato in Medio Oriente o nel Levante (l'area che comprende Siria, Libano, Giordania, Israele e Palestina) migliaia di anni fa. Immaginatevi: già nell'antico Egitto, i ceci erano un alimento base. E la prima ricetta scritta che assomiglia al nostro hummus? Si trova in un libro di cucina del XIII secolo, il "Kitāb al-Wusla ilā al-Habīb", scritto ad Aleppo. Quindi, quando gustate un cucchiaio di hummus, state assaporando un pezzo di storia che ha attraversato imperi e culture!

Dall'Oriente all'Occidente, l'hummus conquista il mondo

Per secoli, l'hummus è rimasto un tesoro culinario del Medio Oriente. Era il pane quotidiano, la colazione dei campioni, l'ingrediente segreto di ogni festa. Ma poi, qualcosa è cambiato. Negli ultimi decenni, complice la globalizzazione e una crescente attenzione verso le cucine etniche e i piatti vegetariani, l'hummus ha iniziato il suo viaggio verso Occidente, conquistando palati e menù in ogni angolo del globo. Oggi lo troviamo ovunque: nei supermercati, nei bistrò alla moda, nei picnic al parco. È diventato un simbolo di cucina sana, versatile e, diciamocelo, incredibilmente buona! E il bello è che ognuno lo interpreta a modo suo, creando varianti che farebbero impallidire anche il più tradizionalista degli chef mediorientali.

Ricetta

Bando alle ciance, Vagabionda non è solo viaggi e storie, ma anche sapori! Ecco la mia ricetta per un hummus cremoso e avvolgente, perfetto per iniziare la giornata, per un aperitivo con gli amici o per accompagnare qualsiasi piatto.

Ingredienti:

  • 400 g di ceci precotti (o 200 g di ceci secchi, messi in ammollo una notte e poi lessati)

  • 2 cucchiai di tahini (crema di sesamo, la trovi nei negozi etnici o al supermercato)

  • succo di 1 limone grande (o più, a gusto)

  • 1 spicchio d'aglio piccolo (se non ami il sapore forte, usane mezzo o omettilo)

  • mezzo cucchiaino di cumino in polvere (opzionale, se non ce l'hai non metterlo!)

  • 2-3 cucchiai di acqua ghiacciata (il vero segreto per la cremosità!)

  • olio extravergine d'oliva q.b.

  • sale a tua discrezione

  • Peperoncino in polvere o paprika dolce per guarnire (facoltativo)

  • Prezzemolo fresco tritato per guarnire (facoltativo)

Preparazione:

  1. scola i ceci e sciacquali bene sotto acqua corrente. Se hai usato quelli in scatola, puoi anche togliere la pellicina esterna per un hummus ancora più vellutato (un po' una seccatura, lo so, ma ne vale la pena!)

  2. nel frullatore (o robot da cucina), metti i ceci, il tahini, il succo di limone, lo spicchio d'aglio, il cumino e un pizzico di sale

  3. frulla tutto aggiungendo l'acqua ghiacciata un cucchiaio alla volta, fino a ottenere una crema liscia e omogenea. Se è troppo densa, aggiungi ancora un po' d'acqua. Assaggia e aggiusta di sale e limone se necessario. Il limone è fondamentale per dare quella punta di acidità che esalta il sapore

  4. impiatta l'hummus in una ciotola carina, creando un piccolo incavo al centro. Condisci con un generoso filo d'olio extravergine d'oliva

  5. guarnisci con una spolverata di paprika dolce o peperoncino e un po' di prezzemolo fresco tritato.

Servilo con pane pita caldo, verdure crude (carote, cetrioli, sedano), focaccia o quello che più ti piace! Sarà un successo, te lo assicuro!

E ora usa la tua creatività!

Ora che hai la ricetta base, scateniamo la fantasia! L'hummus è come una tela bianca, pronto ad accogliere i colori e i sapori che più ti piacciono. Ecco qualche idea per delle varianti che ti faranno fare un figurone.

  • Hummus di barbabietola: aggiungi una barbabietola lessa (o al vapore) ai ceci prima di frullare. Il risultato? Un hummus dal colore viola intenso e un sapore leggermente dolce e terroso. Perfetto per stupire!

  • Hummus di zucca e rosmarino: in autunno, arrostisci della zucca con un rametto di rosmarino e poi frullala insieme ai ceci. Un sapore caldo e avvolgente, ideale per le serate fresche.

  • Hummus di peperoni arrostiti: arrostisci dei peperoni rossi, privali della pelle e dei semi, e poi frullali con l'hummus. Un tocco di dolcezza e affumicatura che ti conquisterà.

  • Hummus piccante al cilantro: se ami il piccante, aggiungi un po' di peperoncino fresco o in polvere e una manciata di foglie di coriandolo fresco (cilantro). Una vera esplosione di gusto!

  • Hummus verde all'avocado: per una versione super cremosa e nutriente, aggiungi mezzo avocado maturo al mix. Il colore sarà fantastico e il sapore ancora più delicato.

Dalle mie esplorazioni in giro per il mondo, ho imparato che il cibo è sempre un ottimo punto di partenza per connettersi. E l'hummus, con la sua storia e le sue infinite interpretazioni, è un esempio perfetto! Ma adesso sono curiosa: qual è il tuo abbinamento preferito con l'hummus? O hai mai provato una versione così strana da volerla condividere? Aspetto i vostri racconti nei commenti!

LA MAGIA DI UNA NOTTE D'ESTATE


Oggi vi porto in un viaggio un po' diverso, un tuffo nelle radici più profonde della nostra cultura, tra folclore, natura e un pizzico di magia. Siamo alla vigilia di una delle notti più speciali dell'anno, quella tra il 23 e il 24 giugno, la Notte di San Giovanni. E con lei, arriva il rito dell'Acqua: un'antica tradizione che profuma di erbe selvatiche e di rugiada stellata. Siete pronti a connettervi con la forza ancestrale della natura?

Un rituale antico, quando sacro e profano si incontrano...

L'Acqua di San Giovanni non è una semplice usanza, ma un vero e proprio rituale che affonda le sue radici in tempi lontanissimi, ben prima dell'arrivo del Cristianesimo. Nasce dalle celebrazioni pagane per il solstizio d'estate, il giorno più lungo dell'anno, un momento di massima energia solare, di fertilità e abbondanza. Con l'avvento del Cristianesimo, queste tradizioni si sono fuse con la festa di San Giovanni Battista (il 24 giugno è la sua data di nascita), che battezzava con l'acqua, conferendo al rito un nuovo significato purificatorio e propiziatorio. È la notte in cui la natura raggiunge il suo apice, sprigionando energie curative e protettive. Le erbe raccolte in questa notte si dice che abbiano poteri speciali, potenziati dalla rugiada e dalla luce della luna. Un vero portale tra il visibile e l'invisibile, un'occasione per fare il pieno di energia positiva e allontanare ogni negatività.

Curiosità e simbolismi

Ma cosa rende quest'acqua così speciale? La credenza vuole che la rugiada della Notte di San Giovanni sia benedetta, carica di proprietà purificatrici e rigeneranti. Lavarsi con quest'acqua la mattina del 24 porterebbe fortuna, salute, amore e prosperità, allontanando malattie e malocchio.

È una pratica che ci riconnette ai cicli della terra, a un sapere antico che ci invita a osservare le piante, a sentirne l'energia. Ogni erba aggiunta ha un suo significato:

  • iperico: la più importante, simbolo di protezione, scaccia le negatività;
  • artemisia: legata alla luna e alla femminilità, porta intuizione;
  • verbena: portatrice di fortuna e armonia;
  • rosmarino: purificazione e buon umore;
  • lavanda: calma e protezione;
  • camomilla e malva: delicatezza e proprietà lenitive;
  • petali di rosa: amore e bellezza.

E la curiosità più bella? Ogni fiore o foglia che raccoglierete avrà la sua energia speciale da donare alla vostra acqua magica!

Come preparare la tua Acqua di San Giovanni

Preparare l'Acqua di San Giovanni è un gesto d'amore verso sé stessi e verso la natura. Non servono ingredienti precisi, ma tanta intuizione e cuore!

Cosa ti serve?

  • Un grande recipiente (una bacinella, una ciotola di vetro o ceramica).
  • Acqua di sorgente o del rubinetto.
  • Un mix di erbe e fiori spontanei o del tuo giardino.
Come fare?
  1. Raccolta al tramonto (23 giugno): al calar del sole della vigilia di San Giovanni, recati in un campo, in giardino o anche semplicemente sul balcone. Raccogli un mix di erbe e fiori spontanei. Non devono mancare iperico, artemisia, lavanda, rosmarino, menta, petali di rosa, camomilla. Sii intuitiva, scegli ciò che ti chiama! Mentre raccogli, ringrazia la pianta e pensa alle intenzioni che vuoi infondere nella tua acqua (salute, fortuna, serenità).
  2. Componi il tuo elisir: disponi le erbe e i fiori raccolti nel recipiente. Coprili completamente con acqua.
  3. Il bagno di stelle: lascia il recipiente all'aperto per tutta la notte, sotto la luce della luna e le stelle. La rugiada e l'energia cosmica infonderanno le loro proprietà nell'acqua.
  4. Il risveglio magico: la mattina del 24 giugno, prima che il sole asciughi la rugiada, l'acqua sarà pronta! Filtra le erbe e usa l'acqua per lavarti viso e mani. Mentre lo fai, visualizza le energie negative che si allontanano e le benedizioni che arrivano. Puoi anche spruzzare un po' d'acqua sulla porta di casa per proteggere la tua dimora.

È un gesto semplice, ma potente, che ci connette a un sapere antico e alla ciclicità della natura. È un invito a riscoprire la magia nel quotidiano e a celebrare la vita.


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CINNAMON ROLLS LE GIRELLE DI NATALE


Le feste natalizie sono quasi al capolinea, ma nei prossimi giorni possiamo ancora concederci un dolce risveglio "cannelloso"! 
I cinnamon rolls o Kanelbulle (come vengono chiamati in nord Europa) sono per me i dolcetti più tipici del Natale. A Copenaghen e a Stoccolma ne ho assaggiati di tutti i tipi e a casa molto spesso ho tentato di riprodurli, alle volte con risultati pessimi lo ammetto, ma finalmente ho trovato la ricetta perfetta da condividere con voi! Se non siete amanti della cannella potete sostituire la farcia con della crema pasticcera, uvetta o con una crema spalmabile a vostra scelta. 

Ingredienti

  • 650 gr farina
  • 60   gr zucchero
  • 120 gr acqua a temperatura ambiente
  • 80 grammi burro (fuso)
  • 120 gr latte a temperatura ambiente
  • 1 uovo (55 gr)
  • 5 gr lievito di birra (secco) oppure 18 gr lievito fresco
  • 5 gr sale
Per la farcia: 110 gr di zucchero di canna integrale, 15 gr burro, 15 gr cannella in polvere. Per un tocco in più potete aggiungere della scorza di limone (dalla buccia edibile) grattugiata fine.

Per la glassa: 200 gr zucchero a velo, acqua a temperatura ambiente quanto basta. 

Procedimento

  • Versa in una ciotola tutti gli ingredienti secchi: la farina, lo zucchero, lievito secco (o fresco), il sale e mescola il tutto. 
  • Sciogli a fiamma bassa il burro, una volta sciolto lascialo intiepidire.
  • In un'altra ciotola versa tutti gli ingredienti liquidi: l’acqua, il latte e l’uovo leggermente sbattuto. Aggiungi il burro fuso e mescola tutto.
  • Unisci i composti delle due ciotole e impasta, a mano o con una planetaria (io uso il Bimby con modalità spiga) fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo. Se l'impasto è troppo appiccicoso non spaventarti, aggiungi della farina per lavorarlo più facilmente. 
  • Lascia lievitare l'impasto in una terrina per almeno 30 minuti, se hai a disposizione più tempo per la lievitazione puoi lasciarlo a riposo anche qualche ora. 
  • Prepara in una ciotolina il mix di zucchero di canna integrale e cannella per farcire le girelle.
  • Stendi l'impasto lievitato su un piano di lavoro, devi ottenere un rettangolo di circa 60cm per 30cm. 
  • Spennella il rettangolo con il burro fuso e cospargi la superficie con il mix di zucchero e cannella che hai precedentemente preparato.
  • Inizia ad arrotolare l'impasto facendo attenzione a non schiacciarlo troppo, inizia sollevando il lembo inferiore lungo tutto il lato più lungo fino a terminare l'impasto. 
  • Quando hai ottenuto il rotolo devi iniziare a tagliare le girelle, aiutati con un coltello ben affilato o con il filo da cucina. Se la forma non è perfetta puoi migliorarla con le mani.
  • Sistema le girelle in una teglia da forno imburrata, non troppo vicine.
  • Lascia lievitare per altri 30 minuti, inforna a forno statico preriscaldato a 180° per circa 30 minuti. Controlla la cottura! 
  • Terminata la cottura lascia raffreddare i cinnamon rolls e procedi con l'ultimo step la glassa! 
Che dite vi ho convinto? Provate questo sfizioso dolcetto e proponete la variante che più vi ispira ai vostri ospiti durante le feste. 


VISITA VIRTUALE AD UN MUSEO? SCOPRIAMO INSIEME GOOGLE ARTE E CULTURA

 


A quanti di voi è venuta nostalgia della gita culturale della domenica? A chi di manca perdersi nelle pennellate di colore presenti in un dipinto?  Quanto vorreste semplicemente entrare nelle sale di un palazzo storico? Sono sensazioni che a me mancano tremendamente, amo visitare mostre, camminare avanti e indietro in castelli e ville storiche e adoro scoprire la storia di artisti di cui non ho una conoscenza approfondita. 

Qualche giorno fa, studiando per un corso lo confesso, ho scoperto una funzionalità di Google che non conoscevo: Google Arte e Cultura. 


Che cos'è Google Arte e Cultura?

Si tratta di una sorta di museo digitale in cui sono virtualmente presenti e fruibili mostre, collezioni, archivi e più semplicemente luoghi di interesse storico provenienti da oltre duemila musei e spazi culturali sparsi in tutto il mondo! So che tutto questo sembra fantascienza, ma con la tecnologia di cui disponiamo oggi tutto, o quasi, ormai è possibile. E quale momento migliore, se non quello in cui ci troviamo, è perfetto per scoprire come sfruttare al meglio questi strumenti? 
Le collezioni artistiche hanno subito un processo di digitalizzazione tramite una tecnologia simile a quella di Google Street View, quindi sono state create immagini con alta risoluzione poi accompagnate da meticolose didascalie, come al museo insomma, per consentire alla spettatore di avere una vera e propria interazione con il luogo che stanno visitando. 
E' come se si aprisse un'enciclopedia multimediale in cui possiamo trovare informazioni su argomenti diversi, guardare video o essere indirizzati a contenuti correlati per approfondire la nostra conoscenza su tematiche di interesse personale. 

Stando comodamente seduti sul divano di casa con un clic possiamo essere catapultati nei corridoi del Musée d'Orsay a Parigi (luogo che peraltro non ho mai visitato), nelle sale del British Museum, sotto l'imponente Taj Mahal o nella Galleria degli Uffizi, ma possiamo anche andare alla ricerca della natura spostandoci nel parco nazionale di Yellowstone, sulle spiagge caraibiche con la sabbia bianca o esplorare skyline cittadini in altri luoghi iconici del mondo.

Che dite vi ho incuriosito?
Trovate Google Arte e Cultura nelle App Google, il suo funzionamento è molto semplice ed intuitivo, dovete solo "prenderci un po' la mano". Alcuni contributi non sono ancora stati tradotti in lingua italiana, ma potete mettere alla prova il vostro inglese e tradurre quello che risulta di comprensione più difficoltosa. 
Spero di avervi dato uno stimolo in più per trascorrere il vostro lockdown (se siete in zona rossa) o il vostro semilockdown (se siete in zona arancione o gialla) senza rinunciare alla cultura!

FALAFEL DI CECI AL FORNO


Che cosa sono le falafel?

Sicuramente molti di voi le hanno sentite nominare, altri le avranno già assaggiate, ma per chi ancora non le conosce sono delle polpettine. Vengono utilizzate nei paesi arabi come sostituto della carne nei giorni di digiuno; si preparano con legumi e spezie, sono un piatto veloce ed economico, per questo le falafel sono diventate parte integrante dello street-food. In Oman vengono spesso inserite all'interno del pane pita, quello che si usa anche per il kebab per intenderci, sono accompagnate da verdure e salsa allo yogurt.
Nella ricetta tradizionale le polpettine vengono fritte, ma come sapete sono più per la cucina light quindi vi propongo una variante al forno!

Ingredienti

  •  250g circa di ceci scolati
  •  ½ cipolla rossa
  •  1 testa d’aglio piccola
  •  prezzemolo (qualche ciuffo)
  •  un cucchiaio di farina di ceci
  •  menta (opzionale)
  •  un cucchiaio di semi di sesamo
  •  un cucchiaio di semi di papavero (opzionale)
  •  olio q.b.
  •  sale q.b.
  •  pita o pane arabo (se volete inserire le falafel all'interno del panino)
  •  insalata o altre verdure per accompagnare (nella foto io ho messo carote e       pomodorini cotti al forno)

Procedimento

  • Tritate tutti gli ingredienti nel vostro robot da cucina (io uso il bimby, trito a velocità 8/10 per qualche minuto)
  •  Con l’impasto ottenuto formate delle polpette della grandezza che volete, io le preferisco di piccole dimensioni.
  • Lasciate riposare per mezz’ora circa in frigo.
  • Cuocete nel forno caldo a 190°-200° per circa 30 minuti, fino a quando saranno dorate sulla superficie, a metà cottura meglio girarle.

Potete consumarle all'interno del pane pita o della piadina araba (trovate entrambi nei principali supermercati nel reparto cibo etnico), il tocco in più che dà un tono in più alle falafel è la salsa tahina (pasta al sesamo).

Un piatto sano, genuino e gustosissimo!

CAMOMILLA ESSICCATA FAI DA TE



La camomilla è una pianta molto diffusa, cresce spontaneamente in natura ed è molto utilizzata in ambiente domestico. Le virtù di questa pianta sono molte, ma i suoi principali utilizzi si legano alle proprietà rilassanti e concilianti il sonno. Quante volte mostrando uno stato d'animo molto agitato ci siamo sentiti dire "Fatti una flebo di camomilla!". 
E'  comune trovare la camomilla vicino a campi incolti, nei prati, su sentieri di campagna o bassa montagna, più in generale su tutti quei terreni che risultano essere molto asciutti.
Si possono trovare tante varianti di camomilla in commercio e oltre a quella selvatica ci sono anche piante coltivate; la differenza tra la classica camomilla in bustina, acquistata al supermercato, rispetto a quella raccolta ed essiccata è davvero sorprendente!


Prepariamo la camomilla essiccata...

Diciamo che questa non è proprio una ricetta, ma più un procedimento che ho letto qualche anno fa in un blog. 
Ovviamente il primo passaggio da fare è di raccogliere la camomilla, la pianta deve essere colta nel pieno della sua fioritura, se scegliete di coltivarla regolatevi a seconda della semina. Cogliete il fiore e parte dello stelo, se si presenta particolarmente impolverata o sporca potete sciacquare il tutto sotto acqua corrente, senza lasciarla in ammollo, dopo aver scolato bene asciugate la camomilla con uno strofinaccio o della carta assorbente. 
Per avere un buon quantitativo di camomilla da conservare raccoglietene almeno 1 kg.

Il secondo passaggio è di disporre la camomilla lavata e asciugata all'interno di un contenitore basso e rivestito di carta assorbente, riponetela all'aria, ma conservate il tutto in un luogo fresco, meglio se buio, finché non sarà secca. 
Per questo step possono volerci 5-10 giorni, tutto dipende dalle condizioni del luogo in cui avviene l'essiccazione; un trucco per abbreviare questa fase è quello di asciugare in forno statico la camomilla a 50-60 gradi...Attenzione a non bruciarla! 

Il terzo ed ultimo passaggio da fare quando la camomilla risulterà ben asciutta è di conservarla in un barattolo con chiusura ermetica, meglio se di vetro, sarà pronta da consumare e si conserverà per lungo tempo. 

Infine per prepararne una tazza basterà prenderne qualche cucchiaino, la quantità varia a seconda delle vostre esigenze, da mettere all'interno di un infusore e lasciare a mollo con acqua calda per qualche minuto, magari addolcendo il tutto con del miele. 


Ricordate che la camomilla è anche un'ottima alleata contro i disturbi della pelle grazie alle sue proprietà lenitive, purificanti ed emollienti e risulta molto indicata come rimedio contro i comuni disturbi dell'organismo.




GIORNATA DELLA TERRA 2020

Ogni anno il 22 aprile si celebra in tutto il mondo la Giornata della Terra. E' giunta alla sua cinquantesima edizione, quest'anno come focus principale e’ stato scelto il delicato tema del cambiamento climatico.


Che cos'è la Giornata della Terra?
Il 22 aprile del 1970 circa 20 milioni di americani scesero in strada, nei campus universitari e nelle piazze per richiamare le istituzioni ad affrontare il tema ambientale e ad inserirlo tra le priorità dell'agenda politica. I movimenti di quell'anno segnarono l'inizio di un evento che sarebbe stato poi istituzionalizzato e quindi celebrato ogni anno da quella data, per celebrare la bellezza della Terra e sensibilizzare alla salvaguardia dell'ambiente. La Giornata della Terra 2020 arriva in un momento molto difficile per il pianeta, ora alle prese con la pandemia di Coronavirus, ma che già all'inizio dell'anno era stato messo a dura prova dagli incendi in Australia e dall'invasione di locuste in Kenya.
Ma intanto come sta la nostra Terra?

Il Coronavirus, che ha costretto la popolazione mondiale a restare chiusa in casa, ha avuto il solo "merito" di ridurre significativamente le emissioni di CO2, come dimostrato da alcune suggestive immagini registrate dai satelliti presenti nello spazio. Unico effetto collaterale positivo di questa pandemia, che però alcuni esperti temono possa essere solo temporaneo. Ecco perché sarebbe ideale approfittare di questa forzata quarantena per documentarsi ed interessarsi alla salvaguardia del nostro amato pianeta, e per reiterare, una volta finiti gli "arresti domiciliari" salvavita, comportamenti corretti che possano contribuire a ripulire ulteriormente la nostra atmosfera.


Per saperne di più...

In occasione del cinquantesimo anniversario della Giornata della Terra, National Geographic ha deciso di omaggiare i suoi spettatori e tutti gli amanti dell’ambiente con una maratona streaming programmata proprio per la giornata del 22 aprile. “Cosa ci dice la Terra” è il titolo di questa importante iniziativa, che dalle 15:00 alle 22:00 vedrà alternarsi sul sito web di National Geographic (e sui portali partner dell’evento).






MUFFINS QUASI VEGANI CIOCCOLATO BIANCO E LAMPONI



Se volete togliere il "quasi vegani" basterà eliminare il cioccolato bianco dalla ricetta!

INGREDIENTI PER 12 PEZZI:

280 gr farina integrale
- 50   gr farina maizena
- 100 gr zucchero di canna integrale
- 65   gr olio di semi di girasole
- 240 gr latte di riso 
- mezza bustina di lievito per dolci
- scorza di limone (io ho abbondato e crea una bella armonia con i lamponi e il cioccolato bianco)
- 70   gr cioccolato bianco (come si vede dall'immagine ho usato le gocce di cioccolato)
-130  gr lamponi freschi 


PREPARAZIONE: 

- Amalgamare in una ciotola tutti gli ingredienti tranne i lamponi (per evitare di "spappolarli" troppo mescolando il composto).
- Se decidete di usare una tavoletta di cioccolato bianco tagliatela a coltello in maniera grossolana e incorporatela all'impasto.
- Quando tutti gli ingredienti risultano ben mescolati aggiungete i lamponi e uniteli al composto.
- Riempire di circa 3/4 le formine dei muffins, o l'apposita teglia con i buchi in cui avrete precedentemente messo la carta che conterrà l'impasto.
- Cuocere per circa 15 minuti con forno a 170/ 175 gradi.

Gustate i muffins per merenda, colazione o come snack sfizioso!

EMERGENZA CORONA VIRUS : SPUNTI PER ATTIVITA' CASALINGHE



In questi giorni notizie, ansie, paure, pensieri e dubbi sono più che mai parte di noi. Non è mia intenzione esprimere giudizi sulla delicata situazione che stiamo vivendo, ma da qualche giorno tutti noi siamo nella condizione di dover limitare temporaneamente la nostra libertà e di modificare lo stile di vita che abbiamo fin'ora condotto.
Per il nostro bene siamo stati invitati a rimanere nelle nostre case, in alcuni casi soli con noi stessi e questo può forse spaventare qualcuno. Personalmente adoro stare sola con me stessa all'interno di un ambiente confortevole, ma se per voi non è così vi lascio alcuni spunti per imparare a dedicare tempo a voi stessi e per passare in maniera costruttiva e produttiva questo stop forzato dalla vita sociale e in alcuni casi lavorativa.

Ci tengo a sottolineare che è molto importante rispettare le regole che sono state emanate in questi giorni, dobbiamo accettare questa situazione razionalizzandola, senza farsi prendere da panico o isteria.
ESSERE LUCIDI E SOPRATTUTTO POSITIVI E' DOVEROSO!!
 Il mio suggerimento? Approfittiamo di questa pausa forzata per modificare la nostra routine, o per approfondire abitudini che già avevamo prima. Il tempo è prezioso non sprechiamolo!

 DEVO RIMANERE A CASA...CHE COSA POSSO FARE?

Se anche solo il pensiero di dover trascorrere ancora venti giorni in casa vi mette angoscia leggete e prendete nota di questi 15 spunti!

  1. NETFLIX. Chi di noi al giorno d'oggi non ha l'abbonamento a Netflix? Sicuramente grazie a questo "contenitore" di film, serie tv, documentari, reality ecc... troverete ciò che fa al caso vostro per ingannare il tempo. Se non siete abbonati potete usufruire della prova gratuita di un mese.
  2. LEGGERE. Molto spesso molti di noi non hanno tempo da dedicare alla lettura, questa può essere una buona occasione per dedicarci a quel libro dimenticato sul comodino o quel romanzo che tanto avremmo voluto iniziare. Non perdere l'occasione per iniziare a leggere qualche titolo!
  3. SCRIVERE. Perché non tenere un quaderno o un diario in cui annotare sensazioni, paure o pensieri di questo delicato momento? Perché non dedicarti alla stesura di articoli, saggi, memorie o recensioni?
  4. STUDIARE. Se sei uno studente (giovane o meno giovane non importa) puoi dedicarti allo studio: slides, lezioni, libri di testo o ancora tesine da preparare, non buttare via il tuo tempo e studia!
  5. DISEGNARE. Anche se non sei un tipo artistico prova a sprigionare la tua creatività disegnando, dipingendo o anche solo colorando (esistono i libri anti-stress da colorare con vari temi e soggetti).
  6. ASCOLTARE UN PO' DI MUSICA. La musica, come a parer mio la lettura, aiuta ad evadere quindi perché non creare una propria playlist sognando di essere sulla cima di una montagna o in riva al mare?
  7. PRATICARE YOGA O MEDITAZIONE. Si tratta di due attività in stretta connessione tra loro. Se non le hai mai praticate su YouTube trovi tantissimi tutorial, di vari livelli, per iniziare, approfondire o anche solo avvicinarti a queste discipline.
  8. CUCINARE. Chiusi in casa e con frigorifero e armadietto delle "porcate" a portata di mano mangiare non è stato mai così semplice, quindi perché non mettersi ai fornelli e cucinare qualche piatto sano, una torta, pasta fresca fatta in casa o quello che più vi soddisfa? Per qualche spunto creativo visitate il sito di Giallo Zafferano.
  9. PULIRE-RIORDINARE-AGGIUSTARE-MONTARE MOBILI. Di recente siete stati all' Ikea, ma ancora non avete montato la cassettiera acquistata? Bhe perché non farlo proprio ora? La primavera è alle porte e si può anticipare la famosa pulizia tipica di questo periodo. Il vostro armadio è un campo di battaglia? Riordinatelo. Insomma il fai-da-te in questo periodo potrebbe diventare un buon passatempo.
  10. ALLENARSI. Sì è vero stando in casa si è propensi a mangiare molto di più, ma chi ha detto che per tenersi in forma dobbiamo per forza uscire ed andare in palestra? Anche in questo caso YouTube ci viene in soccorso, grazie ai video in cui personal trainer mostrano esercizi facili e completi da poter svolgere ovunque...anche in casa!
  11. IMPARARE UNA LINGUA. Da quanto tempo vuoi iscriverti ad un corso di spagnolo? Non pensi sia ora di rispolverare il tuo inglese o il tuo francese? Perfetto ora puoi prenderti del tempo per farlo, come? Ci sono vari siti e applicazioni che ti aiutano nell'apprendimento di una nuova lingua come ad esempio Babbel.
  12. RIFLETTERE. Forse molti di noi possono sfruttare questo momento di pausa per pensare e meditare, davvero prima apprezzavamo il nostro tempo al 100%?
  13. FARE PULIZIA. Era da molto che volevi sistemare il garage o il solaio, adesso non  ci sono più scuse!
  14. CHIAMARE AMICI LONTANI O CHE NON SENTI DA UN PO'. Sì è vero con WhatsApp, Instagram, Facebook ecc.. siamo sempre perennemente connessi con il mondo e sappiamo cosa fa chi, ma parlare con un amico/a, confidarsi, esporre le proprie paure o i propri pensieri è importante. Confrontatevi con le opinioni di chi vi sta vicino.
  15. RIORDINARE IL PC. Quante cartelle, documenti o immagini sparse per il desktop abbiamo sul computer? Se i precedenti spunti non ti sono stati d'aiuto di questo abbiamo bisogno quasi tutti!

Spero con questi suggerimenti di averti aiutato a capire come spendere il tuo tempo, o di averti dato l' input per iniziare un'attività che rimandavi da tempo.
Se anche tu hai qualche idea per me scrivila nei commenti!

TORTA ALLO YOGURT SALVA COLAZIONE



Quante volte siete in emergenza colazione? Niente tortine, biscotti o cereali da accompagnare a caffè, latte o tea caldo? A me è successo spesso, ma da quando mi hanno passato questa ricettina ho sempre la soluzione per una torta semplice, veloce, ma gustosa.
Io la chiamo "torta-vasetto" perché per dosare tutti gli ingredienti vi occorrerà solo un vasetto di Yogurt.

INGREDIENTI: 

- 1 vasetto di yogurt bianco (o il gusto che preferite)
- 3 vasetti di farina (io uso la farina integrale)
- 2 vasetti di zucchero (per me meglio quello di canna integrale)
- 1 vasetto di olio di semi
- 2 uova
- 1 bustina di vanillina
- lievito
- 1 pizzico di sale

PREPARAZIONE:

- inserire nell'ordine sopra elencato tutti gli ingredienti in una terrina e mescolare energicamente con una frusta (anche elettrica) fino a quando si otterrà un composto ben amalgamato
- imburrare una teglia a forma di ciambella e aggiungere un po' di farina in modo da rivestirla
- versare l'impasto nella tortiera
- cuocere la torta per circa 35/40 minuti a 180 gradi

Una volta ultimata la cottura e dopo aver lasciato raffreddare la ciambella potete guarnire con della glassa, cioccolato, zucchero a velo o con il cocco in polvere come amo fare io! 

6 BUONI AUSPICI PER IL 2020 DAL MONDO



L'anno nuovo è alle porte...usanze, tradizioni o scaramanzie del 31 dicembre sono tantissime e si differenziano tra loro a seconda dei luoghi in cui sono nate. Ognuno ha i suoi riti per cercare di attirare un po' di fortuna, soldi o la realizzazione di qualche sogno nel cassetto, ma c'è da dire che la scaramanzia per il nuovo anno è come l'oroscopo: nessuno ci crede, ma non si può mai sapere! 
Nel mondo le credenze legate a Capodanno sono molto curiose, ora vi svelo le mie preferite...l'anno scorso qualcuna ha funzionato, chissà magari si avvera anche il desiderio di qualcuno di voi! Il mio rito scaramantico per l'inizio del nuovo anno? Mettere la valigia fuori dalla porta e comprare una nuova guida come auspicio di intraprendere numerosi viaggi per l'anno che sta per arrivare. 

  • Se vi aspettate un 2020 ricco di avventure tenete a portata di mano un piccolo trolley e girate portandolo con voi tutto il 31 dicembre, in Colombia così facendo ci si assicura un nuovo anno sempre in movimento.
  • Altra usanza legata all'auspicio di numerosi viaggi per l'anno nuovo arriva dal Messico, dove la notte di San Silvestro si mettono fuori dalla porta valigia e zaino in modo da attirare futuri viaggi. Questo è il rito che seguo da tre anni e che dire...funziona!
  • Lanciatevi letteralmente dalla sedia come fanno alla mezzanotte in Danimarca i danesi per sprigionare energia positiva e scacciare via quella negativa attirando così la buona sorte per il 2020.
  • In Russia è usanza molto diffusa l'ultima notte dell'anno scrivere su bigliettini i propri desideri per il nuovo anno, inzuppare la carta nello spumante e poi bruciare tutto...questo farà avverare i vostri sogni scritti per il 2020.
  • Servono soldi e prosperità? No problem scattata la mezzanotte in Italia quasi tutti mangiano un piatto di lenticchie come rito augurale di prosperità per l'anno che verrà.
  • Vi piace mangiare? In Estonia il giorno di Capodanno si consumano ben sette pasti in modo da assicurarsi abbondanza per l'anno nuovo.

REGALI LAST MINUTE? BISCOTTI SPEZIATI HOMEMADE A COSTO ZERO



Mancano pochi giorni a Natale, ma sicuramente non tutti hanno terminato la corsa ai regali...non disperate con un semplice pensiero e una ricetta facilissima potrete fare bella figura! I biscotti di Natale sono sempre un regalo gradito e se fatti in casa non potranno che essere apprezzatissimi da chi li riceverà. Se siete creativi e vi piace cucinare potrete sbizzarrirvi con le decorazioni, i coloranti e le forme che darete ai vostri biscottini. 


INGREDIENTI:

  • 300 gr farina (io ho usato la tipo 1)
  • 150 gr burro (a temperatura ambiente)
  • 1uovo
  • 100 gr zucchero di canna (integrale nei miei biscotti)
  • 2 cucchiaini di zenzero in polvere
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere
  • 1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere

PREPARAZIONE:

  • Inserire in una ciotola gli ingredienti umidi e poi quelli secchi
  • Impastare (o con planetaria/bimby o a mano)
  • Una volta ottenuto un bel panetto compatto avvolgere con pellicola trasparente e riporre in frigorifero per circa 30 minuti
  • Su un piano spazioso stendere l'impasto con l'aiuto del mattarello ottenendo un foglio di circa 5 mm
  • Con le formine (le più indicate secondo me sono gli omini di zenzero) fare pressione sull'impasto, staccare il biscotto e riporre su una teglia foderata con carta forno, eseguiamo questa operazione finché l'impasto non sarà terminato
  • Infornare a forno caldo 180 gradi per 10-15 minuti (capiamo quando i biscotti sono pronti se coloriti leggermente)
  • Lasciare raffreddare e guarnire con glassa, zuccherini e cioccolato!

Nella terza fotografia ci sono i biscotti che ho preparato come regalo per colleghi, amici e parenti. Potete usare per l'imballaggio sacchettini alimentari (i miei di carta erano stati acquistati in stock all' Ikea almeno 5 anni fa) o in graziose scatole di latta...questo unito ad un bigliettino scritto con il cuore renderà i vostri biscotti un regalo che scalderà il cuore e delizierà il palato!

BREVE STORIA DELL' ALBERO DI NATALE


Come vuole la tradizione in molte case i primi di dicembre si decora l'albero...altri aspettano l'8 per ornare l'abete con balocchi e lucine...ma vi siete mai chiesti quando ebbe inizio l'usanza di avere l'albero di Natale?


Le prime notizie...

Molto probabilmente la consuetudine dell'albero in occasioni festive è nata in ambito pagano: l'abete è una pianta sempreverde e i sacerdoti celti fecero di questo albero un simbolo di vita onorandolo durante le cerimonie.
Anche i Romani alle calende di gennaio erano soliti regalare un rametto, di una pianta sempreverde, come auspicio di buona fortuna.
L'idea dell'abete come rappresentazione della vita eterna venne ripresa dai cristiani che lo trasformarono in uno dei molti simboli legati a Cristo. 
Nel corso dei secoli le leggende attorno all'albero di Natale sono state molto numerose e fantasiose, così come le teorie sulla scelta della pianta. L'abete fu voluto dai Cristiani fra tutti gli altri sempreverdi per la forma triangolare: una chiara rappresentazione della Santa Trinità. 

...notizie più recenti

In Estonia i documenti riportano che già dal 1441 si erigeva un abete nella piazza del municipio, attorno all'albero donne e uomini non sposati danzavano alla ricerca della propria anima gemella.
L'albero di Natale così come lo conosciamo oggi apparve invece per la prima volta in Germania, nel 1611, grazie alla Duchessa di Brieg. Secondo la leggenda la nobildonna aveva già fatto decorare il suo castello per festeggiare il Natale, quando ad un certo punto si accorse che in una delle sale era rimasto un angolo completamente vuoto. Per questo motivo la duchessa ordinò che dal giardino del castello venisse reciso e trapiantato un abete, per essere poi portato in un vaso in quell'angolo spoglio della sala.
In Francia, nel 1840, un'altra donna, la duchessa d'Orleans, fece addobbare il primo abete di Natale. I cattolici però a seguito della riforma di Lutero iniziarono a considerare protestante l'usanza di decorare l'abete per celebrare le festività natalizie.


La leggenda più bella...

...narra di un taglialegna che, di rientro a casa dopo una lunga e faticosa giornata a tagliare la legna nel bosco, in una gelida notte di dicembre, si trovò di fronte ad uno spettacolo che lo lasciò senza parole: la luce della luna si rispecchiava facendo risplendere i rami di un pino completamente ghiacciato ed anche le stelle si riflettevano luminose in essi! L'uomo rimase talmente colpito ed estasiato da questa visione che cercò di riprodurre qualcosa di simile per la moglie, che in quel momento lo aspettava a casa. Il taglialegna abilissimo nel suo mestiere decise così di recidere un piccolo pino, lo decorò con candeline e nastri bianchi, per tentare di rievocare lo spettacolo che aveva ammirato grazie al pino gelato e lo portò a casa. L'albero, tanto bello quanto candido, piacque molto a tutti gli abitanti del piccolo paese in cui abitava la coppia, grandi e piccini ne furono talmente entusiasti che decisero che da quel momento in poi ognuno ne avrebbe decorato uno nelle proprie case.

La commercializzazione dell'albero di Natale

I primi pini furono venduti in America, a New York a partire dal 1850, provocando enormi disastri nelle foreste da cui venivano recisi; l'allora presidente Theodore Roosevelt cercò di limitare i danni dell'azione di disboscamento natalizio e si rifiutò di decorare la Casa Bianca con alberi di Natale.
Per cercare di tutelare boschi e foreste, che in inverno erano sempre più spogli, dal 1880 in Germania si iniziarono a produrre i primi alberi di Natale artificiali, con due importanti vantaggi: la salvaguardia delle zone verdi dall'azione di disboscamento e una maggiore resistenza al peso di balocchi e addobbi rispetto ai veri abeti. 


Qualunque sia la vera storia della diffusione della tradizione dell'albero di Natale ciò su cui tutte le fonti concordano è che porta con se' magia, gioia e festosità.

FIKA TIME



FIKA termine svedese che non può essere tradotto con una corrispondente parola italiana, ma che si riferisce ad un tipico rituale da spendere con amici, colleghi di lavoro o famigliari. E' un momento di pausa, di evasione e di stacco, da compiere sorseggiando un caffè, una tisana o un tè caldo e sgranocchiando un dolcetto. 


FIKA è un verbo, un sostantivo  e un tipico modo di vivere degli svedesi. 

La parola fika ovviamente ben si presta a facile ironia, ma in Svezia rappresenta una tradizione profondamente radicata nella cultura del paese, è forse uno dei componenti nordici più conosciuti per ridurre lo stress lavorativo.
Fika deriva dal vocabolo kaffe ed indica una sorta di pausa caffè che però si discosta molto dal nostro immaginario di break (al bancone di un bar o davanti ad una macchinetta).
Questa interruzione dai ritmi lavorativi si ripete più volte al giorno, alle ore 10:00 e 15:00 il break è obbligatorio, ma possono esserci anche più pause oltre alle due principali. Quando la fika avviene sul posto di lavoro ci si mette comodi con i propri colleghi per rilassarsi, chiacchierare e ossigenare un po' il cervello.
La famosa pausa svedese secondo molti studiosi non è un momento per bighellonare, ma un vero e proprio momento di scambio, socializzazione e confronto, incrementando la produttività, per questo motivo in Svezia molte aziende l'hanno resa un momento necessario all'interno della giornata lavorativa dei dipendenti. Fare fika oltre a sorseggiare una bevanda calda implica anche consumare un dolcetto, in particolare biscotti, torte, snack, frutta secca o i buonissimi panini allo zafferano.
Secondo la tradizione svedese nel XIX secolo  la fika era molto viva tra gli anziani, in occasione di riunioni e visite a casa agli ospiti si dovevano offrire almeno sette tipi di torte , panini o snacks da accompagnare al caffè. Con il passare del tempo la fika si è sempre più diffusa negli ambienti di lavoro pubblici e privati, diventando un importante momento di socializzazione con i colleghi.

PANCAKES SUPER SOFFICI




Quanti di voi guardando il film "Matilda sei mitica" non ha mai sognato di mangiare quei fantastici pancakes che la bambina prepara in una delle scene iniziali? Da piccola mi sono sempre chiesta come si facesse a preparare quelle che allora definivo frittelle, ma crescendo ho realizzato che quei dischetti perfetti altro non erano che i pancakes!
I pancakes sono una colazione gustosissima, veloci e facili da preparare si possono gustare in tantissime varianti a seconda delle preferenze di ognuno di noi, io li adoro con lo sciroppo d'acero e qualche mirtillo (che compro quando sono di stagione).

INGREDIENTI:

  • 75 gr di farina (io uso quella integrale, ma va benissimo la tipo 1, 0 o 00)
  • 2 uova e 1 albume 
  • 50 gr di latte 
  • 50 gr di zucchero (io non lo metto...preferisco abbondare con lo sciroppo d'acero)
  • 5 gr di lievito per dolci

PREPARAZIONE:

  • Separate i tuorli dai bianchi. Gli albumi andranno montati a neve (io uso il bimby che monta alla perfezione, ma con uno sbattitore elettrico avrete comunque un ottimo risultato).
  • In una ciotola lavorate i tuorli con lo zucchero (se decidete di metterlo) in modo da ottenere un composto spumoso.
  • Ai tuorli aggiungete il resto degli ingredienti mescolando energicamente con una frusta, quando il composto sarà ben amalgamato aggiungete gli albumi mescolando dal basso verso l'alto delicatamente per non smontarli.
  • In una padella antiaderente sciogliere mezzo cucchiaino di burro per non fare attaccare l'impasto quando verrà versato.
  • Con un mestolo (la dimensione varia a seconda della grandezza dei vostri pancakes, io preferisco una circonferenza piccola, quindi mestolo piccolo).
  • Quando i pancakes si gonfieranno girateli con la paletta, la colorazione dorata vi farà capire quando sono pronti.
Una volta preparati mi piace posizionarli "a torretta" al centro del piatto per poi annaffiarli di sciroppo d'acero, ma sono ottimi anche con della marmellata, crema di nocciola o della frutta fresca. Solitamente non ne avanzano, ma se non riusciste a consumarli tutti potete conservarli in frigorifero per la merenda o per la colazione del giorno dopo!

OPS MI SONO AMMALATA...WANDERLUST!


Wanderlust...cosa significa?

Si sa che i tedeschi nel corso dei secoli hanno coniato una miriade di parole per esprimere qualsiasi cosa e anche negli ultimi anni non si sono certo smentiti! WANDERLUST è un vocabolo che arriva dalla Germania, può essere tradotto con "voglia di viaggiare esagerata tanto da diventare una vera smania del viaggio". Si tratta dunque di una parola che cerca di esprimere uno stato d'animo, una sensazione, un desiderio, ma anche uno stile di vita sempre più diffuso ai giorni nostri. 
Chi soffre di Wanderlust sente un desiderio sfrenato di vedere nuovi posti in giro per il mondo e prova una necessità impellente di partire verso nuove avventure, un vero e proprio impulso che alle volte diventa irrefrenabile.

Etimologia di Wanderlust...

"Wandern" camminata - "Lust" desiderio, voglia.

Nell'accezione originaria del termine con Wanderlust si definiva una "persona che ama stare all'aria aperta, a cui piace fare lunghe camminate e vedere il mondo". Oggi la parola ha subito un'evoluzione andando a ricoprire un nuovo significato, molto più ampio e profondo.

Essere malati di Wanderlust

Molti definiscono la Wanderlust una vera e propria patologia, una malattia di cui sempre più persone sembrano soffrire oggi: chi la prova soffre psicologicamente quando non può partire e prova sofferenza emotiva se si è costretti a stare a casa con la consapevolezza che fuori c'è un intero mondo da scoprire. La sindrome di Wanderlust non colpisce solo chi ha intrapreso viaggi lunghi o ha visitato luoghi remoti del pianeta, affligge chiunque abbia effettuato una trasferta abbracciando l'avventura e la scoperta dell'ignoto. 

Sintomi della Wanderlust

  1. Insofferenza quando ti trovi a casa. Non vi è un vero e proprio motivo, ti senti semplicemente infelice e insoddisfatto, hai un solo pensiero fisso: il prossimo viaggio.
  2. Provi felicità solo quando sei in viaggio. La routine ti spegne e rende apatico...insomma ti sembra di essere vivo davvero solo quando viaggi.
  3. Nostalgia dei viaggi passati. I tuoi pensieri sono sempre rivolti alle esperienze di viaggio che hai già intrapreso, non riesci a godere del presente perché hai in mente quel viaggio che ti ha cambiato la vita. 
....forse se ti rivedi in uno di questi sintomi potresti soffrire di Wanderlust anche tu! La cura? solo una VIAGGIARE, ESPLORARE E CONOSCERE POSTI NUOVI, VICINI E LONTANI.

HYGGE




...HYGGE significa creare un’atmosfera accogliente e godersi il bello della vita con le persone care. Il bagliore delle candele è hygge, come mettersi comodi e guardare un film insieme alla persona amata. Non c’è niente di più hygge che starsene seduti tra amici e familiari chiacchierando delle piccole e grandi cose della vita. Forse la hygge è la ragione per cui i danesi sono tra le persone più felici al mondo...


...HYGGE è un modo di essere, è la nostra voglia di condividere, è la sensazione di sentirsi protetti, sicuri, in un rifugio caldo. E' un'esperienza individuale, ma al contempo di comunione con gli altri e con i luoghi in cui troviamo stabilità e certezze. HYGGE rafforza i legami, dà valore al presente e avvicina le persone, è la sensazione di pienezza e appagamento...

HYGGE...che strana parola! Questo vocabolo di origine danese è profondamente radicato nelle lingue e culture nordiche (anche se a seconda dei paesi assume sembianze diverse, ad esempio in Svezia è noto come LAGOM). Può essere pronunciato in vari modi Hùgge, Hàigghe, Igghe, ma la vera difficoltà che il termine comporta è quella di spiegare cosa esprime esattamente.
Apparve per la prima volta in un testo danese intorno alla fine del XVIII secolo, da quel momento è entrato a far parte della lingua. Il termine hygge può essere applicato a qualsiasi cosa e i danesi lo utilizzano per tutti gli aspetti della vita quotidiana, da sempre il suo significato riconduce all'idea di “benessere”. Due anni fa, hygge è stato inserito tra le nuove parole nell'Oxford Dictionary e da qualche tempo la parola ha iniziato a diffondersi anche in Italia suscitando curiosità e conquistando in breve tempo molta popolarità, tanto che numerosi libri dedicati all' Hygge sono stati tradotti nella nostra lingua.
Ciò su cui le diverse lingue concordano è la difficoltà di definizione di un concetto molto ampio. La maggior parte dei libri e articoli che ho letto quando mi sono approcciata per la prima volta all' hygge la definiscono come "l'arte di creare atmosfera e benessere", "una compagnia confortevole", "una tazza di cioccolata o una tisana a lume di candela", "sensazione di felicità". Su un'altra cosa le varie definizioni che ho trovato sembrano essere tutte d'accordo: hygge si lega ad esperienze e alle atmosfere più che agli oggetti, sono emozioni che si provano.
Spesso la hygge viene associata alla felicità e come quasi tutti sanno la Danimarca è uno dei Paesi più felici al mondo...che sia dovuto in parte proprio alla larga diffusione della hygge? Qualche anno fa sono stata a Copenaghen in Danimarca e devo dire che si respira benessere e serenità in ogni angolo della città; dalle finestre delle case si scorgono le luci soffuse e i davanzali vengono decorati con lampade di carta e oggetti che catturano l'attenzione di chi passa infondendo sensazione di "casa" e calore.  
Il Natale rappresenta secondo me il momento più hygge di tutto l'anno! La casa cambia la propria veste con decorazioni natalizie, candele, lucine, stare insieme diventa più frequente e si allentano i ritmi frenetici della vita quotidiana; in questo speciale periodo le "occasioni hygge" non mancano. Hygge per me è stare a casa la domenica, quando fuori piove, preparare le cinnamon rolls da gustare appena sfornate accompagnate da una tazza di te' caldo avvolta in un plaid!

Vi consiglio qualche titolo per approfondire la vostra conoscenza sull' HYGGE:

  • "HYGGE. La via danese alla felicità" Meik Wiking, Mondadori (17,90 euro)
  • "HYGGE. Il metodo danese dei piaceri quotidiani" Louisa Thomsen Brits, Sperling & Kupfer (15,90 euro)
  • "La felicità con il metodo Hygge" Susanne Schaller, Demetra (10 euro)


GRANOLA HOMEMADE

La granola o muesli è un mix croccante e super energetico di cereali misti e frutta secca o cioccolato, ideale come snack da spizzicare o come colazione da accompagnare allo yogurt e al latte.
La ricetta che ho trovato su pinterest è molto facile e permette di risparmiare parecchio rispetto a quella industriale che si trova al supermercato…arriva a costare anche a 5 euro per 250 grammi di prodotto!  

La granola o muesli autoprodotta può essere conservata in barattoli con chiusura ermetica fino a 10-12 giorni, il gusto e la croccantezza rimangono intatti come appena fatti.


INGREDIENTI:
150 gr di fiocchi d’avena
200 gr di frutta secca (io uso mix di frutta)
80 gr di uva sultanina (se non vi piace potete evitare o sostituire con altro)
60 gr di acqua
65 gr di sciroppo d’acero (che potete sostituire con miele, sciroppo d’agave)
30 gr zucchero di canna
30 gr olio di semi di girasole

PROCEDIMENTO:
  • Tagliate grossolanamente la frutta secca che si presenta in pezzi troppo grossi (come le noci o le mandorle)
  • Mescolate gli ingredienti secchi lasciando l’uvetta da parte
  • In una padella abbastanza capiente (che possa contenere tutto il mix di cereali) versare lo sciroppo d’acero, olio e acqua
  • Cuocete a fuoco basso per 5-6 minuti continuando a mescolare finché il composto non diventerà uno sciroppo ben amalgamato 
  • Togliere dal fuoco e aggiungere il mix di cereali amalgamando bene tutti gli ingredienti 
  • Tostare in padella a fuoco basso per 15 minuti aggiungete l’uvetta negli ultimi 4 minuti di cottura 
  • Terminata la tostatura togliere dalla padella e lasciare raffreddare in un recipiente 
  • Conservare in barattoli ermetici

LE MIE BARRETTE AI SEMI



Qualche tempo fa, Anna un’amica, mi ha passato un’ottima ricetta per realizzare in casa le barrette ai semi (quelle che al supermercato costano una cifra!). Dopo un primo fallimentare tentativo e un risultato che delle barrette aveva ben poco ci ho riprovato e questa volta sono venute perfette.
Questo snack super salutare è perfetto per gli attacchi di fame improvvisi, vi farà sentire meno in colpa se lo sgranocchierete dopo cena la sera sul divano!

INGREDIENTI PER LE MIE BARRETTE (ne ricavo circa 12 con le seguenti dosi):


  • 70 g fiocchi d’avena
  • 30 g sesamo  
  • 30 g riso soffiato integrale  
  • 60 g albicocche secche 
  • 20 g mirtilli secchi 
  • 20 g semi di lino 
  • 20 g semi di papavero 
  • 20 g semi di chia 
  • 20 g noci 
  • 60 gr di zucchero di canna integrale 
  • 80 gr miele (acacia nella ricetta originale io avevo solo fiori di maggio)

PROCEDIMENTO:


  •  Tagliare a coltello in modo grossolano noci e albicocche
  •  Versare tutti gli ingredienti secchi in una ciotola e mescolare con una spatola per   distribuirli tra loro
  •  Preparate una teglia da forno rivestita con carta forno
  •   In una padella antiaderente capiente versare il miele e lo zucchero accendendo il gas a   fuoco lento
  •  Mescolate finché lo zucchero non sarà sciolto e il composto risulti liquido
  • Versate nella padella gli ingredienti secchi mescolando e distribuendo lo sciroppo in maniera omogenea
  •  CONTINUATE A MESCOLARE PER 8/10 MINUTI (io la prima volta non ho preso questo passaggio sul serio e ho carbonizzato tutto)
  •  Quando il composto inizia a caramellare diventando più resistente versare il composto in mezzo alla teglia rivestita
  •  Appiattite (spessore di circa 1cm) il composto e date una forma rettangolare
  • Prima che il composto raffreddi troppo incidere la superficie con un coltello per   creare le barrette
  • Trasferite le barrette in frigorifero per minimo 3 ore
  • Trascorso il tempo staccate le barrette e riponetele in un contenitore ermetico


Con questo procedimento le barrette potranno essere conservate per circa 15 giorni, sono comode da portare in giro per uno spuntino sul lavoro, ottime a colazione insieme ad un caffè, ma possono anche essere un dolce pensiero se andate a trovare qualcuno, magari confezionate con dello spago e della carta!