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LANZAROTE ON THE ROAD


Voglia di caldo e mare a dicembre? Prenota un biglietto per l'isola di Lanzarote!

Bienvenido a Lanzarote

Lanzarote è per estensione la quarta isola delle sette maggiori che compongono l'arcipelago delle Canarie, situato nell'Oceano Atlantico, al largo dell'Africa nord-occidentale. Guardandola dall'aereo Lanzarote potrà sembrarvi una terra desolata e inospitale, ma non appena inizierete ad esplorarla vi sorprenderà con il suo clima mite e per la varietà di paesaggi che ha da offrire. 
Caratteristica interessante di queste isole è l'origine vulcanica: 20 milioni di anni fa enormi quantità di magma basaltico (che solidifica velocemente a contatto con aria o acqua), risalirono le fratture della crosta terrestre e generarono le due più antiche isole dell'arcipelago: Fuerteventura e Lanzarote. Le Canarie da quel momento sono interessate da attività sismica costante, ma solo Lanzarote conosce la la violenza delle eruzioni vulcaniche, nel 1736 oltre il 20% della sua superficie venne ricoperto di cenere e lava, stravolgendone completamente il paesaggio e regalandole un aspetto aspro, brullo e selvaggio. 
Il clima mite è garantito quasi tutto l'anno, l'Oceano Atlantico offre acque fresche in cui fare il bagno e i rilievi contribuiscono in estate ad attenuare la calura. Gli abitanti dell'isola dicono che il periodo migliore da spendere a Lanzarote siano i mesi da settembre e gennaio, posso confermare che dal 26 dicembre al 3 gennaio le temperature hanno oscillato dai 20° della sera ai 27°/30° del giorno...nessuna giornata di pioggia, cielo sempre blu e sole splendente!

Come muoversi sull'isola?

Come sempre anche in questa vacanza sono andata alla ricerca di pace e tranquillità, in luoghi lontani dai centri urbani in cui sorgono i grandi villaggi turistici e in cui trovare l'anima wild più autentica di Lanzarote, il mezzo più adeguato alle mie esigenze è stato il van che ho noleggiato tramite YesCapa.
Tra l'altro optare per il van per una settimana si è rivelato essere più economico rispetto  al noleggio di un' auto...sicuramente in bassa stagione i costi sono molto inferiori, sia per l'acquisto del volo che del noleggio del mezzo con cui spostarsi una volta giunti in loco.

Il mio giro di Lanzarote in 7 giorni

Ho deciso di esplorare l'isola partendo dalla zona sud (2 giorni), Parco Nazionale Timanfaya (mezza giornata), zona centrale (2 giorni), zona nord (2 giorni ), Isola La Graciosa (1 giorno). 
Le distanze sull'isola sono molto contenute, da un capo all'altro ci sono una sessantina di chilometri e si percorrono in un'ora su strade ben tenute, quindi gli spostamenti risultano essere molto veloci, agevoli e con panorami pazzeschi in ogni momento.

Spiagge: la mia top 5

A Lanzarote ci sono spiagge praticamente su tutti i lati e ce ne sono di tutti i colori e per tutti i gusti, dalla sabbia bianca o dorata alla roccia rossa e nera. 

  • Calas de Papagayo: situate nella parte sud dell'isola, all'interno della zona protetta e quindi a pagamento (3 euro) Monumento Naturala de los Ajaches, si tratta di una serie di calette divise tra loro da piccole formazioni rocciose che le delimitano. La natura qui è incontaminata, la presenza di turisti si concentra nelle ore centrali del giorno ed è uno spot perfetto per trascorrere la notte in van o in tenda cullati dall' infrangersi delle onde. L'acqua cristallina soprattutto nella cala di Papagayo regala bellissimi contrasti con il colore dorato della sabbia, in orario tramonto le luci vi incanteranno! Questo parco naturale ha sette spiagge in tutto: Papagayo, Porto Muelas,   Caleta del Congrio, Playa de la Acera, Playa del Pozo, Playa Muyeres e Calenton de San Marcial. 
  • Caletòn Blanco: nella parte nord-occidentale di Lanzarote si trova una delle spiagge che ho preferito in assoluto, ciò che mi ha colpita maggiormente sono i contrasti: fine sabbia bianca, mare cristallino, cielo blu inteso e flussi di lava nera. Questa zona è ventosa, ma sulla spiaggia troverete dei ripari di forma circolare costruiti con le rocce laviche in cui è possibile stendere gli asciugamani. L'acqua è trasparente e se vi piace osservare la frenetica vita sott'acqua qui è una dei pochi luoghi in cui mi sono imbattuta in vegetazione marina e in qualche pesciolino.
  • Famara: questa spiaggia è collocata nella zona nord ed è una delle più estese, è dominata dalle falde della scogliera che porta il suo nome. Il paesaggio qui è davvero affascinante: completamente naturale e selvaggio, roccia, sabbia e mare dominano i 6.000 metri di lunghezza. Famara è molto frequentata dai surfisti, le onde a seconda della zona della spiaggia in cui ci si trova presentano forza e intensità diverse consentendo la possibilità di surfare, anche a chi si approccia alla tavola da surf per la prima volta. Ci sono numerosi camp di surf intensivi organizzati per tutti i livelli a prezzi convenienti, compresivi di noleggio attrezzatura. Con la bassa marea è molto suggestivo passeggiare lungo la spiaggia di Famara e, con le luci create dal calar del sole si creano fantastici giochi di luce riflessa sulla spiaggia bagnata, uno spettacolo da gustare sorseggiando una bella creveza fresca.
  • El Jabillo: spiaggia situata nella parte centrale di Costa Teguise, è una zona tranquilla protetta dai venti e dalle maree da una scogliera naturale. In questa piccola baia la sabbia ha sfumature bianche e si immerge in acque cristalline limpidissime. Essendo una spiaggia attrezzata e in una posizione "comoda" è più frequentata rispetto ad altre.
  • Playa de las Conchas: una delle spiagge più belle di tutte le Canarie, così viene descritta questa playa dell'isola La Graciosa.  In effetti offre uno scenario unico essendo dominata dalla Montana Bermeja, le onde qui sono molto alte e violente, in caso di mare mosso è sconsigliato fare il bagno a causa delle correnti molto forti. Alle Canarie prima di immergervi in acqua è sempre meglio controllare la bandiera di segnalazione, se è di colore rosso è vietato entrare in acqua, se gialla è consentito nuotare, ma con cautela. Se state nuotando con la bandiera rossa e necessitate di aiuto dovrete pagare le operazioni di salvataggio di tasca vostra, quindi meglio evitare!

Parco Nazionale Timanfaya

Appena imboccherete la strada che vi condurrà al parco una domanda vi sorgerà spontanea: "Sono stato catapultato sulla Luna?". Questo è ciò che mi sono chiesta io vedendo il mare di lava nera che si estende per chilometri e chilometri, sullo sfondo montagne dalle forme irregolari ricoperte da granelli vulcanici che colorano il terreno con sfumature che variano dal beige al grigio fino al rosso mattone. Questi affascinanti rilievi sono le Montanas del Fuego, responsabili di una delle più grandi catastrofi della storia recente, dal 1730 per sei anni si susseguirono eruzioni vulcaniche di magma che ricoprirono quasi un quarto dell'isola, formando la più grande distesa lavica del mondo. Nel 1824 la terra fece sentire ancora una volta la sua presenza, causando la formazione di altri vulcani. Oggi tutto è pietrificato e l'opera creata dai trenta vulcani si può ammirare in sicurezza, acquistando il biglietto (12 euro a persona) per il tour di 45 minuti in bus del parco lungo la stretta strada lavica asfaltata, unico modo per avventurarsi all'interno della zona protetta . 
Il parco prende il nome dal paese che giace nel sottosuolo sommerso dalle colate di lava, questo è uno dei pochi luoghi sulla Terra in cui è possibile ammirarne le viscere più profonde, nonostante l'impressione sia sempre quella di essere stati catapultati su un altro pianeta. Compreso nel biglietto c'è l'ingresso al Centro de Visitantes e Interpretaciòn de Mancha Blanca, luogo in cui potrete reperire tutte le informazioni sulle Montagne del Fuoco, sulla cultura e sullo stile di vita degli abitanti dell'isola.

Teguise


Nella cittadina di Teguise il tempo sembra essersi fermato al periodo coloniale delle Isole Canarie. L'insediamento sorge su un altopiano lontano dal mare e particolarmente esposto agli alisei perché anticamente questa collocazione permetteva durante l'inverno la raccolta dell' acqua piovana, elemento indispensabile per la vita dei suoi abitanti. Gli isolani pensavano che questo fosse un luogo sicuro dagli attacchi dei pirati, ma fu un'intuizione completamente errata! Teguise fu costantemente presa d'assalto dai corsari algerini che addirittura la incendiarono. Passeggiando tra le silenziose vie del centro si possono ammirare gli edifici più antichi, risalenti  al XVII secolo, l'atmosfera settimanale è tranquilla e rilassata mentre cambia decisamente la domenica giorno in cui ha luogo il famoso mercadillo (mercato). 
Il mercadillo è una delle maggiori attrazioni turistiche di Lanzarote, nella grande piazza costruita sopra le cisterne del paese, Gran Mareta, decine di artigiani allestiscono i propri banchi con merci provenienti da tutto il mondo, la cittadina diventa una sorta di bazar all'aperto in cui perdersi tra oggetti creati con materiale lavico e chincaglierie di ogni genere. Se la fame vi assale nessun problema, una parte del mercato è dedicata al cibo, con stuzzicherie locali e leccornie per tutti i gusti. 

Isola La Graciosa 

Partendo da Orzola in soli trenta minuti di traghetto (26 euro a persona A/R) è possibile raggiungere la piccola isoletta di La Graciosa, luogo completamente naturale e in cui è addirittura vietata la circolazione di mezzi a motore, infatti non ci sono nemmeno le strade asfaltate!
Appena giunti al porto si trova la località principale dell'isola, Caleta del Sebo, un piccolo agglomerato di case attraversato da poche strade sterrate; se siete giunti sull'isola sprovvisti di cibo il consiglio è quello di attrezzarsi qui, soprattutto di acqua,  prima di partire per l'esplorazione. 
A La Graciosa è possibile fare numerosi attività: birdwatching, surf, trekking e lunghe pedalate in sella ad una biciletta. Proprio le due ruote sono il mezzo migliore per muoversi sull'isola, con soli 10 euro per tutto il giorno se scegliete una mountain bike tradizionale o con 35 euro se optate per un modello elettrico. Io ho scelto una classica MTB e con nessun tipo di allenamento sono riuscita a percorrere in totale una trentina di km su strada sterrata e senza pendenze. 
Durante la pedalata sarete sempre accompagnati da splendidi scorci sulla vicina Lanzarote e sull'Oceano, dalle forme dei vulcani e dalle isolette minori, di cui si scorgono i profili in lontananza. Quando è il momento di fare una sosta e riposare le gambe basta tirare fuori la mappa dell'isola, che vi fornirà il noleggio bike, e decidere in quale playa rinfrescarsi con un bel tuffo! Personalmente sono rimasta molto affascinata dalle dune di Playa Lambra: una spiaggia bianca completamente coperta da milioni di gusci di chiocciole. 

César Manrique

Pittore, scultore, architetto, designer, autore e ambientalista: Manrique nacque ad Arrecife nel 1919 ed è diventato personalità di spicco profondamente legata alla storia e all'aspetto di Lanzarote. Dopo la prima esposizione di quadri figurati si trasferì a Madrid, dove scoprì la pittura astratta e conquistò in breve tempo la fama. Visse negli Stati Uniti, ma quando il turismo a Lanzarote iniziò a crescere, decise di ritornare in patria per partecipare con il suo estro creativo e con la sua ricerca artistica allo sviluppo economico dell'isola. Manrique fu sempre molto affascinato dalla bellezza autentica dell'isola, lavorò rispettando la natura e il paesaggio, facendo attenzione ad alterarlo il meno possibile. Insomma, la maggior parte dell'offerta artistica dell'isola si deve a questa grande personalità, che durante gli ultimi anni di vita fu fervente oppositore alla costruzione dei cosiddetti ecomostri, ribellandosi alla cementificazione anche sulle altre isole. Durante  tutta la vita Manrique cercò di preservare l'aspetto originale della sua terra, mantenendo lo stile architettico tradizionale; dovette affrontare molte resistenze, ma riuscì ad imporre il proprio pensiero seguendo personalmente la progettazione dei complessi alberghieri e la ristrutturazione delle strutture già esistenti, questo fino al 1992 quando perse la vita in un incidente stradale. 
Ecco i principali contributi di Manrique all'isola di Lanzarote:
  • MIRADOR DEL RIO: complesso costruito negli anni '70, una delle prime opere dell'artista, si tratta di una costruzione affacciata su una scogliera a 479 metri di altitudine e collocata nell'estremità settentrionale di Lanzarote. Una struttura turistica perfettamente inserita nel contesto naturale in cui si trova. L'ingresso è a pagamento, 4,50 euro, offre un panorama completo sulle isole La Graciosa e Alegranza.
  • JARDIN DE CACTUS: è invece l'ultima opera a cielo aperto di Manrique, uno spazio completamente dedicato allo spinoso mondo dei cactus. All'interno del giardino, che si trova all'uscita di Guatiza, ci sono 1500 varietà diverse di piante collocate nella conca di un'antica  cava di pietra, ai piedi di un mulino che in passato veniva usato per la macinazione. E' un'attrazione da visitare assolutamente, sia che siate amanti di queste piante grasse sia che non lo siate. L'ambiente è dominato da cactus di tutti i tipi, di tutte le forme, di tutte le dimensioni e provenienti da qualsiasi parte del mondo, alcuni di essi svettano dal terreno vulcanico nero e rendono la visita davvero suggestiva. L'entrata ha un costo di una decina di euro a persona, potete visitare oltre al giardino anche il mulino. Super consigliato!!  
  • JAMEOS DEL AGUA: situato nel comune di Haría, a nord di Lanzarote, è uno spazio naturale, ma anche centro artistico, culturale e turistico, di questa creazione ho solamente letto qualche informazione perché dalle foto non ne sono rimasta particolarmente colpita. La parola “jameo” è di origine aborigena e si riferisce ad un foro che si è creato a causa del crollo del tetto di un tunnel di lava. Il Jameos del Agua, proprio come la vicina Cueva de Los Verdes, si trova all’interno del tunnel vulcanico prodotto dall’eruzione del vulcano de la Corona. I Jameos sono costituiti principalmente da tre  aperture nel terreno: il “Jameo Chico“, attraverso il quale si accede all’interno, il “Jameo Grande” e un terzo, chiamato “Jameo de la Cazuela“, da questi tunnel Manrique ha tirato fuori una vera e propria perla, con lo scopo di mostrare ai visitatori uno spazio per la contemplazione della natura.
Insomma per staccare completamente la spina, rilassarvi e prendere una pausa dalla frenetica vita quotidiana vi consiglio di prenotare un volo per Lanzarote, senza dimenticare di monitorare la situazione pandemica sul sito Viaggiare Sicuri!

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ISLANDA: 6 CONSIGLI PER UNA VACANZA INDIMENTICABILE


Come avrete potuto intuire dagli ultimi due articoli a tema Islanda questo luogo magico mi ha completamente stregata e mi è rimasto impresso nel cuore. Chi è già stato in questa terra sa a cosa mi riferisco: natura, colori, profumi, paesaggi, sapori e atmosfera; tutto crea stupore e riempie gli occhi di pura magia. Molto spesso di fronte a certi paesaggi le parole sono del tutto superflue e non riescono a descrivere ciò che gli occhi osservano! Vorrei darvi qualche suggerimento che renderà la vostra permanenza sull'isola un'esperienza da custodire nel profondo.  Quale momento può risultare più adatto se non quello in cui siamo? Nel bel mezzo di un nuovo lockdown ( Domodossola, Piemonte= zona rossa) periodo in cui non ci resta che sognare nuove mete e ricordare i viaggi passati che conserviamo nei ricordi!


1. Van il mezzo migliore per girare in piena libertà

Come anticipato il mezzo con cui ho esplorato le terre islandesi è stato il van. 
Ciò che mi ha portata a prediligere questo veicolo, piuttosto che un fuoristrada o una normale auto, è stata la grandissima curiosità di provare un'avventura on the road (che ho fin dai tempi del liceo) ; mi ha sempre affascinata la "van life" ed effettivamente non ne sono rimasta per niente delusa...anzi me ne sono completamente innamorata! 
Nel van c'è tutto (o quasi) ciò di cui avete bisogno: letto, fuochi per cucinare, tavolo, sedie, stoviglie, frigorifero, una piccola dispensa per il cibo, un posto in cui cambiarvi e dettaglio da non trascurare, anche se andate in Islanda a luglio, il riscaldamento. In tempi di pandemia viaggiare in van è stata una sicurezza in più, consentendomi di "alloggiare" lontano da altri turisti e in spazi mai condivisi. 
Teoricamente, documentandomi tramite guide e siti ufficiali, ho letto che in Islanda non è consentito campeggiare liberamente in qualsiasi luogo, per questo  ci sono pressoché dappertutto numerosi campeggi custoditi che offrono servizi come bagni, lavandini dotati di acqua calda in cui poter lavare le stoviglie, colonne caffè self-service...Nonostante il divieto ho comunque deciso di fermarmi in parcheggi e zone isolate che consentivano la sosta per un lungo lasso di tempo. Sicuramente uno dei luoghi più suggestivi e magici in cui mi sono "piazzata" per la notte è stato il parcheggio sotto il monte Kirkjufell. La sera ho potuto passeggiare lungo il corso della cascata osservando la punta del rilievo avvolta dalla nebbia fitta, la mattina, aprendo il portellone posteriore del van mi sono svegliata con l'immagine magica della montagna immersa in un cielo nuvoloso magnifico! Ha forse prezzo una visuale del genere con una tazza di caffè in mano e una ciambella alla cannella nell'altra? La mia paura inizialmente è stata quella di non riuscire a dormire in uno spazio piccolo e non ben isolato dall'esterno, invece la media delle mie ore di sonno in Islanda è stata di 8/9 ore per notte! La mattina mi sono sempre svegliata di buon umore, positiva, riposata e pronta per nuove avventure. Essere cullata dai suoni della natura e dal ticchettio leggero della pioggia sul tetto della macchina prima di prendere sonno è stato davvero un sottofondo perfetto. 


2. Fai scorta di provviste da Bonus

Bonus è un supermercato molto ben fornito! Riconoscerete la sua insegna per via del simpatico maialino su sfondo giallo, ne avevo sentito molto parlare da mia sorella e avevo aspettative molto alte, ovviamente tutte sono state soddisfatte a pieno. Essendo l'Islanda, come tutti i paesi nordici, abbastanza cara nel settore della ristorazione vi consiglio di fare provviste per pic-nic o per pasti al volo nei supermercati (oltre a Bonus, Netto e Krònan). I prodotti che offre Bonus sono un buon compromesso tra qualità e prezzo, troverete molte specialità tipiche, come il pesce essiccato, bustine di tea con erbe e muschi locali, prodotti di panetteria alla cannella, il famoso yogurt islandese ìsey SKYR (buonissimo in tutte le varianti di gusto!) e molte opzioni vegetariane o vegane con ottimi ingredienti freschi. La cosa che mi ha colpita maggiormente è la presenza all'interno del supermercato delle "ghiacciaie" delle celle frigorifere di grandi dimensioni in cui si accede per poter acquistare i prodotti da frigorifero e freezer, farete la spesa insieme ai pinguini perché al loro interno si gela! 


3.Quando vedi uno scorcio che ti colpisce fermati, resta in silenzio e contempla ciò che ti circonda

Spesso quando sarai alla guida ti imbatterai in luoghi meravigliosi e incantevoli. Si apriranno improvvisamente distese di erba verde immense, campi di lava dai colori scurissimi, fumi che si alzano leggeri verso il cielo e cascate che si gettano in salti mozzafiato. Quando sentirai il richiamo di uno di questi paesaggi ti consiglio di fermarti, parcheggiare l'auto, scendere, cercare un posticino in cui appartarti solo con i tuoi pensieri e di accumulare l'energia della natura che ti sta intorno osservando e respirando. 
In un contesto del genere rallentare i ritmi e contemplare ciò che ci circonda sono un obbligo, la natura ci vuole ricordare che siamo in stretta connessione con lei e che dobbiamo averne grande rispettoLe cascate più famose sono sicuramente una tappa da inserire nel vostro itinerario di viaggio, ma quando ne vedete una che cattura la vostra attenzione vi consiglio di fermarvi e raggiungerla con una camminata, le cascate più spettacolari in cui mi sono imbattuta in Islanda non erano segnalate su nessuna guida, sono i miei occhi che mi hanno portato a loro!



4. Fai due salti sui grossi "tappeti" colorati 

Prima di patire per l'Islanda ho iniziato a seguire su Instagram #iceland, qui ho visto numerose stories in cui bambini e mamme si divertivano saltando su enormi tappeti di plastica colorati...subito il mio pensiero è stato:"Devo assolutamente provare anche io!!" e così ho fatto! In molti dei piccoli paesi sparsi sulla Ring Road, in prossimità del parco giochi per bambini, oltre ai consueti scivoli, giochi su cui appendersi e alle classiche altalene sono presenti queste grosse montagnole gonfiabili su cui è possibile saltare e rotolarsi, uno stravagante antistress o solamente un modo per sfinire i bambini prima di rientrare a casa?


5. Acquista abbigliamento della marca Icewear

La miglior marca di abbigliamento tecnico per attività outdoor in Islanda è 66° North, negozio non proprio a buon mercato e soprattutto non per le mie tasche, è presente anche una linea low cost molto interessante Icewear.  Nella capitale vi sono numerosi negozi in cui potrete trovare abbigliamento Icewear, se invece preferite alleggerire il vostro portafoglio, sempre a Reykjavik, nella via dello shopping troverete anche lo store di 66° North.  Essendo una gran patita di abbigliamento sportivo ho spulciato per bene in molti negozi gli articoli marchiati Icewear: giacche, cappelli, calze di lana, guanti, pile e soprattutto impermeabili! In Islanda ho incontrato quasi ovunque ragazzi, ragazze, bambine, bambine, anziani e non con indosso sgargianti impermeabili dal taglio lungo e alla fine ne ho acquistato uno verde oliva da portare con me in Italia e che indosso appena il cielo grigio minaccia pioggia. Avete presente l'impermeabile giallo che associamo all'attivista Greta Thunberg? Ecco a quello mi riferisco! Se volete fare shopping vi segnalo che a Vik c'è un negozio molto grande (e con una piccola zona outlet) in cui trovate abbigliamento Icewear, maglioni di lana islandese, indumenti tecnici sportivi e souvenir di vario genere.
Altro souvenir tradizionale e artigianale è il lopapeysur, il caldissimo maglione in lana islandese, indossato da turisti e locali. Prodotti con lana islandese sono indumenti spessi e comodi, decorati con disegni geometrici, motivi regionali o con animali tipici stilizzati (molto carini quelli con le pulcinelle di mare). I maglioni fatti a mano sono pezzi unici, per questo hanno un costo elevato, ma se non volete rinunciarvi potete optare per la versione più economica fatta a macchina. 


6. Rilassati almeno una volta in una vasca termale naturale

L' Islanda è un vero e proprio paradiso per tutti gli amanti delle terme. L'attività geotermale, molto intensa su tutta l'isola, garantisce la presenza di piscine termali un po' ovunque. Ci sono sia piscine naturali che vasche artificiali, di solito le prime si trovano in luoghi particolarmente scenografici: a due passi dal mare, nei pressi di un ghiacciaio o all'ombra di vulcani attivi.
Molti siti termali sono ben segnalati sulle guide, mentre tante altre vasche le troverete strada facendo, magari perdendovi facendo piccoli trekking. E' rigenerante dopo una lunga camminata, con le ossa stanche e il freddo addosso, immergersi nell'acqua calda per qualche minuto. Le terme nella cultura islandese sono sinonimo di scambio e di vita sociale, per questo immersa nel tepore della vasca mi è capitato di conoscere alcuni islandesi con cui ho intrattenuto curiosi dialoghi.
La Blue Lagoon, che ho visto ovviamente solo da fuori, è la piscina termale più famosa e conosciuta in Islanda; si trova non lontano dall' aeroporto e da Reykjavik, è una piscina costruita dall'uomo. L'acqua, dal colore azzurro/bianco, prima di affluire nell'enorme laguna viene impiegata per la produzione di energia elettrica. 
Personalmente, in quanto Vagabionda, ho preferito andare alla ricerca di siti termali ubicati in luoghi molto più suggestivi, per questo il consiglio è quello di cercare una cartina che comprenda alcune delle molte vasche termali presenti sull'isola e di iniziare a cercarle!



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IL MIO VIAGGIO IN ISLANDA PARTE 2

 


CONTINUIAMO CON IL VIAGGIO...

DAY 6 AREA GEOTERMICA BJARNARFLAG-DETTIFOSS- SELFOSS-SUDLAGIL CANYON

Il sesto giorno, sempre all'insegna di pioggia, vento, freddo e cielo grigio, i miei occhi hanno potuto godere di paesaggi molto diversi tra loro, dai colori sorprendenti, ma soprattutto alternati in pochi km gli uni dagli altri.
L'area geotermica di Bjarnarflag è davvero indescrivibile, la sensazione è quella di essere stata catapultata direttamente nel centro pulsante e pieno di calore della Terra, l'intera valle infatti è cosparsa di bocche fumanti, pozze di fango ribollente e fumarole. Ciò che si respira in questa zona è uno strano olezzo di zolfo, misto all'odore di uova andate a male, se questo intenso mix vi infastidisce la mascherina può tornare molto utile come protezione per il naso! L'intera area è dominata dal crinale del monte Nàmafjall, su cui si può salire per godere del panorama geotermico dall'alto, molto particolare e interessante per la colorazione del terreno rosa-arancione-ocra disseminato da bocche fumanti. Personalmente ho trovato questo sito molto più particolare rispetto a quello di Geysir proprio per le sfumature di colore delicate che regala ai visitatori. 
Altra forza della natura è lo spettacolo della cascata Dettifoss, una delle più impressionanti di tutta l'Islanda. Il salto non è altissimo, 45 metri, ma la portata è davvero abbondante ben 400 metri cubi di acqua al secondo! Si tratta della cascata con capacità di acqua maggiore in Europa, gli spruzzi di acqua che genera sono visibili fino a un 1 chilometro di distanza. Anche Dettifoss offre due prospettive di osservazione ai lati del canyon, tra i due però non vi è alcun collegamento ed entrambi richiedono una camminata di 15/20 minuti dal parcheggio. Io ho scelto la riva occidentale perché da qui parte un secondo percorso che consente di raggiungere Selfoss, una cascata più piccola, ma che comunque merita una tappa. Vi consiglio di non arrivare alle due cascate in orari di punta per evitare di avere troppa gente intorno. 
Rimettendosi in marcia verso l'Est un'escursione nel Sudlagil Canyon non può mancare. E' un luogo che ho trovato grazie ad Instagram, nella guida infatti non ho trovato alcuna menzione di questo particolare paesaggio, ma forse è stato un bene dato che non ho incontrato praticamente anima viva qui. Devo dire che trovare il punto esatto in cui parte il trekking non è stata cosa facile, il navigatore non è riuscito a individuare la stradina esatta in cui scendere e dopo una serie di manovre esplorative ho trovato i cartelli con le indicazioni per raggiungere il luogo di partenza. La camminata si snoda tra sterrato, campi  e roccia per circa 5 km (circa 10 km andata e ritorno, ma dipende da quanto volete immergervi nel canyon), non presenta particolari difficoltà anche se a tratti è necessario guadare alcuni fiumiciattoli. Una delle prime meraviglie che si aprono dinnanzi a voi mentre vi addentrate nel canyon, è una cascata con le pareti piene di colonne in basalto nere, un contesto davvero sorprendente e curioso. Continuando a percorrere il sentiero si inizia a scorgere il canyon basaltico vero e proprio affascinante per la composizione e per i contrasti cromatici tra l'azzurro delle acque glaciali del fiume che lo attraversa e i toni scuri delle colonne che si ergono da esse. Le foto non rendono bene ciò che gli occhi qui possono catturare e soprattutto non potranno mai esprimere lo stupore che suscitano in chi si trova immerso in questo luogo per la prima volta, mi ha davvero colpita l'architettura creata dalla natura con i suoi processi millenari e ancora una volta mi sono innamorata di questa terra dall'energia incredibile. 

DAY 7 LAGARFLJOT-EGILSTADIR-SEYDISFJORDUR-HOFN-TERME HOFFEL-VATNAJOKULL-VIK

Dopo aver speso la notte in van nei pressi di Sudlagil Canyon mi sono svegliata carica di energia, positività e ancor più impaziente di iniziare a esplorare l'Islanda orientale, chiamata Austurland. Questa parte dell'isola ha un fascino proprio, poco popolata e con panorami molto variegati tra loro: ripide montagne, cascate e villaggi incastonati nella costa frastagliata dai fiordi. 
Viaggiando nell'entroterra mi sono trovata dinnanzi a un pittoresco lago dalle acque grigiastre calmissime, Lagarfjolt, bacino in cui  pare dimori un mostro che ha fatto la sua comparsa in epoca vichinga. Lagarfljotsormur è una creatura serpentiforme avvistata l'ultima volta nel 2012 da un contadino del posto. Leggenda o realtà? Una cosa è sicura il mostro non teme il freddo dato che le acque che sgorgano nel lago giungono direttamente dalla calotta glaciale del Vatnajokull. Poco lontano  si trova Egilstadir, una cittadina che dispone di molti servizi e di ottime panetterie con vista lago per una colazione unica!
Il punto più orientale che ho raggiunto, e forse uno dei luoghi che maggiormente porto nel cuore, è Seydisfjordur pittoresca cittadina circondata da vette innevate con casette in legno dipinte con colori vivaci. Fortunatamente percorrendo la strada che collega Egilsstadir a Seydisfjordur il sole mi ha fatto compagnia e mi ha regalato scorci bellissimi e coloratissimi. L'origine di Seydisfjordur è abbastanza recente, sorse nel 1848, come centro di commercio e fece fortuna poco dopo grazie alla pesca delle aringhe. Il fiordo qui offre protezione al villaggio ed è per questo che con il tempo è diventato un importante centro per i pescatori islandesi. Durante la Seconda Guerra Mondiale Seydisfjordur fu utilizzata dalle truppe britanniche e statunitensi come base militare, ma venne bombardata dagli aerei tedeschi che miravano ad una petroliera; le bombe mancarono il bersaglio, una esplose però talmente vicino alla nave da farla affondare nel fiordo, dove giace ancora oggi.
Una delle attrazioni più note qui è la Via dell'Arcobaleno, molto immortalata nelle foto dai turisti, il nome è dovuto al fatto che è stato dipinto sul selciato che porta alla Blàa Kirkjan un lungo arcobaleno. Essendo collocata sotto ai ripidi versanti della Valle di Seydisjordur la cittadina è stata spesso soggetta a valanghe, gli eventi più disastrosi ebbero luogo nel 1885 e nel 1996.
Scendendo vero sud-est si iniziano ad intravedere le enormi lingue di ghiaccio  che dominano la parte interna dell'Islanda e che si estendono fino alla costa. Il Vatnajokull domina questa regione e i suoi enormi corsi d'acqua  intrappolati nel ghiaccio  si riversano nel mare creando scoscese vallate. Hofn è una delle porte d'accesso al ghiacciaio e a ovest dell'abitato si scorge parte della massa di ghiaccio che lo compone. 
Hofn sorge in una posizione singolare a metà tra il mare e i ghiacci del Vatnajokull; il suo nome vuol dire "porto", denominazione calzante perché gli abitanti basano la loro economia sulla pesca e sulla lavorazione del pesce, l'humar, gli scampi, è la varietà ittica maggiormente trattata qui. Nella zona del porto ci sono numerose tavole calde in cui poter assaggiare ottimi fritti di scampi e degustare le birre locali. Poco distante da Hofn, percorrendo una delle strade che portano ai numerosi accessi al ghiacciaio, ho trovato delle vasche d'acqua calda con una vista  mozzafiato: le terme di Hoffel. Non aspettatevi di trovare un sito termale di lusso poiché si tratta di quattro vasche molto spartane con la temperatura dell'acqua differenziata, l'ingresso è a pagamento e comprende anche un asciugamano. Ho letto su Tripadvisor commenti molto negativi rispetto questo sito, penso invece sia un posto per veri intenditori e per gli amanti della vita spartana senza troppe comodità e fronzoli, perciò l'ho molto apprezzato. 
Un'ultima tappa, davvero memorabile, è stata la visita serale ad una delle tante lagune del Vatnajokull raggiungibile percorrendo una strada vicino al sito termale; in realtà la percorrenza è riservata ai soli mezzi dotati di 4x4, ma con un azzardo e un super mezzo van come il mio (Nissan NV 200) sono riuscita a giungere a destinazione senza intoppi! Con una breve "scarpinata" si raggiunge un punto rialzato rispetto la laguna glaciale formata dai ghiacci e su cui galleggiano silenziosi gli iceberg, l'atmosfera creata dalle luci dell'imbrunire ha dato vita a giochi cromatici davvero indimenticabili che mi hanno emozionata molto: rimanere soli, in silenzio con i propri pensieri in un luogo così è stata un'emozione indescrivibile. 

DAY 8 SKAFTAFELL-JOKULSARLON-DIAMOND BEACH-KIRKJUBAEJARKLAUSTUR-VIK

Skaftafell è una delle zone del Parco Nazionale di Vatnajokull, uno dei luoghi di maggiore richiamo per i turisti che ogni anno raggiungono l'Islanda, un territorio incantevole che racchiude al suo interno vette, ghiaccio e attraversato dai tipici sandar. I sandar sono ambienti tipici di questa zona, si tratta di  immense pianure deserte dal fragile ecosistema, formatesi con l'azione millenaria dei ghiacciai e con le inondazioni improvvise causate dallo scioglimento delle calotte polari. Percorsi ed itinerari per scoprire queste distese di ghiaccio sono molti, il consiglio è di cercare il più adatto alle vostre esigenze, se scegliete zone difficilmente accessibili ricorrete  a tour organizzati che partono dal centro visite del Parco Nazionale Vatnajokull. Il Parco venne istituito nel 2008 con l'intento di creare una gigantesca area che unisse  la calotta glaciale del Vatnajokull ai parchi Skaftafell e Jokulsarhljufur, precedentemente istituiti e aperti al pubblico. I confini del parco custodiscono fiumi glaciali, splendide cascate come quella di Svartifoss e crateri vulcanici stratificati, insomma è un'area di grande importanza geologica, ecologica e storica. 
Conservata e protetta nella terra dei ghiacci è la laguna glaciale Jokulsarlon a metà strada tra Hofn e Skaftafell, anche in questo caso ogni descrizione non può certo rendere giustizia alla bellezza e alla magia che si respira in questo angolo di Islanda. Forse il tempo trovato in questa tappa è stato uno dei peggiori, ma il forte vento e la pioggia hanno reso ancora più autentico e affascinante il luogo. Gli iceberg si staccano da una delle diramazioni del Vatnajokull precipitando in acqua per poi essere trasportati dalla corrente verso l'Oceano Atlantico; le imponenti masse di ghiaccio presentano in alcuni casi striature dovute alle ceneri delle eruzioni vulcaniche e sfumature di un azzurro mai visto altrove. Gli iceberg non sempre riescono ad uscire dalla laguna e per farlo possono impiegare anche diversi anni, non si sciolgono mai, anzi continuano a ghiacciare; di tanto in tanto il silenzio viene spezzato dai tonfi degli iceberg che si staccano dalle masse di ghiaccio e che alle volte creano onde pericolose. Se come me decidete di visitare questo luogo alle prime ore dell'alba, le uniche forme di vita in cui vi imbatterete oltre a qualche uccello sono le foche, tra le poche creature che riescono a vivere con temperature così rigide. Che bello vederle nuotare tra i ghiacci, giocare tra loro e osservare le loro tecniche di pesca così goffe!
Alla foce del fiume Jokulsa si trova la famosissima Diamond Beach, una spiaggia di sabbia nera su cui si depositano i pezzi di ghiaccio che escono dalla laguna, la denominazione si rifa al fatto che questi iceberg sullo sfondo scuro sembrano proprio essere preziosi diamanti e non semplici pezzi di ghiaccio.  
Attrazione di notevole interesse storico è Kirkjubaejarklaustur (impronunciabile!), uno dei primi insediamenti fondato a fine 1100 da alcuni monaci irlandesi e sede di un monastero di suore benedettine da cui prese il nome la vicina cascata (Sytrafoss, Cascata delle Sorelle). I racconti narrano di questo sito religioso facendo riferimento a suore virtuose e peccatrici menzionando inoltre un tesoro nascosto nei dintorni. Attrazione dall'origine molto controversa è il Kirkjugof (pavimento della chiesa), un lastricato basaltico che secondo molti potrebbe essere un antico pavimento di una chiesa e che per altri è invece semplicemente un fenomeno geologico naturale. 

DAY 9 VIK-MYDRDALSJOKULL-REYNISFJARA-REYNISDRANGUR-SKOGAR-SKOGAFOSS-SELJALANDFOSS 


Anche la strada che porta a Vik lascia scorgere in lontananza le lingue del ghiacciaio, sono molte le fattorie sorte al confine con i ghiacci e che hanno conservato l'antico aspetto bucolico. Il Myrdalsjokull è il quarto ghiacciaio islandese per dimensioni. Al di sotto della calotta sonnecchia il vulcano Katla, cratere che erutta periodicamente attraverso il ghiaccio sommergendo la pianura costiera con una massa di acqua, sabbia e tefrite. Questo luogo, come molti cartelli sottolineano, è molto pericoloso:risulta difficile orientarsi, meglio evitare escursioni fai da te, anche se seguendo le indicazioni potete giungere nei suoi pressi per dare uno sguardo ravvicinato al ghiacciaio.
Piccola cittadina collocata sulla costa meridionale, la più a sud di tutta l'Islanda, è Vik considerata anche la più piovosa. E' un punto strategico da cui partono numerosi tour e che offre molto a chi vi arriva soprattutto dal punto di vista naturalistico. Il centro è dominato dalla chiesa Vikurkirkja, quest'anno sulla copertina della guida Lonely Planet Islanda, da qui potete godere di un panorama 360 gradi su Vik. Entrando all'interno dell'edificio costruito negli anni '30 vi stupiranno le particolari vetrate, istoriate con figure geometriche molto spigolose. La natura qui può essere molto pericolosa, la famosa spiaggia nera ad esempio è nota per le onde anomale che molto spesso travolgono i turisti che si avvicinano troppo; sui ghiacciai invece, a causa dell'attività vulcanica, si creano spesso pericolosi crepacci che divorano gli escursionisti meno esperti. Per questo ai turisti si chiede e ricorda semplicemente di rispettare la natura. Le vaste pianure di sabbia lavica di colore nero, collocate a est di Vik, si sono formate con il materiale fuoriuscito dalle viscere del ghiacciaio Myrdalsjokull durante le eruzioni del vulcano Katla. Se la storia del vulcano vi incuriosisce e volete approfondire le vostre conoscenze a riguardo potete spendere un'oretta al Lava Show a Vik, uno spazio espositivo moderno ed interattivo che propone l'esperienza dell'eruzione di un vulcano in totale sicurezza. Reynisdrangur è il luogo più celebre di Vik: un gruppo di faraglioni che si ergono dalle gelide acque dell'oceano come torri; secondo la tradizione sarebbero gli alberi di una nave che alcuni troll stavano saccheggiando quando furono sorpresi dai raggi di sole che li pietrificò. La mattina presto passeggiando sulla spiaggia ho potuto avvistare le famose pulcinelle di mare dal becco coloratissimo e dall'andatura impacciata,volatili curiosi e molto diffusi nel nord Europa. Sul versante occidentale vi è l'imponente crinale che sovrasta Vik e che conduce alla spiaggia nera Reynisfjara. Oltre la particolarità data dal colore nero del litorale altro elemento unico è un gruppo di colonne basaltiche che si innalzano a poca distanza dall'acqua,set perfetto per scatti fotografici.
Anche Skogar si annida sotto una calotta glaciale, è un piccolo agglomerato di case da cui partono numerosi trekking ed escursioni, anche qui non mancano caffè con ottime proposte di pasticceria. Ai margini occidentali si trova Skogafoss, cascata con un salto di 62 metri, qui ho avuto la fortuna di trovare qualche raggio di sole che finalmente mi ha regalato il tanto atteso arcobaleno da immortalare nelle foto! Si può salire in cima alla cascata con una ripida scalinata che la fiancheggia e poter così vedere dall'alto il salto verticale del corso d'acqua. Seljalandsfoss è l'ultima cascata "famosa" che ho visto. Il fiume Seljalandsá, Fiume Liquido, cade per circa 60 m offrendo con le luci del sole giochi di colore e arcobaleni pazzeschi. La particolarità di questa cascata è di avere un sentiero  che permette di arrivare dietro la cascata stessa per ammirarne il potente getto. Preparatevi ad uscirne completamente zuppi, ma ne vale la pena, è una prospettiva insolita per osservare una cascata!

DAY 10 SELJAVALLALAUG-REYKJAVIK-KEFLAVIK

Cosa fare l'ultima mattina in Islanda se non immergersi per l'ultima volta in una vasca termale? Così ho fatto, scegliendo le terme di Seljavallalaug, lontane dai sentieri turistici, immerse nel verde della natura, nel nulla più totale. Non essendo un luogo molto frequentato e battuto non è tenuta benissimo, lo spogliatoio in particolare è molto sporco, la vasca invece essendo stata costruita nel lontano 1923 è completamente rivestita di alghe verdi che rendono la pavimentazione molto scivolosa. L'acqua è molto calda vicino alla sorgente, diventa via via più fresca man mano che ci si allontana da essa, ma è sicuramente uno dei modi più suggestivi per trascorrere l'ultimo giorno e fare il pieno di vibrazioni positive.
Un'ultima passeggiata a Reykjavik per un po' di sano shopping last minute e l'ultimo luogo da scoprire di questo viaggio in Islanda è stato Keflavik.
Keflavik è una zona molto moderna e distante dai piccoli insediamenti islandesi, piena di costruzioni, agglomerati suburbani, locali e negozi. Non c'è molto da fare, ma con una passeggiata passeggiata si giunge nei pressi della scultura di Asmundur Sveinsson, famoso scultore islandese. Oltre il porto vi è una grotta nera dove una Gigantessa, personaggio dei libri per bambini di Egilsdòttir, sta seduta su una sedia a dondolo. Approfittate dei molti supermercati di Keflavik per acquistare prodotti enogastronomici da portare con voi in Italia. 

Che dire di questo viaggio in Islanda? Una terra magnifica, che stupisce e lascia senza parole ad ogni sguardo, una natura che ti conquista e ti entra dentro, un'energia che non trovi da nessuna altra parte al mondo...Insomma un'esperienza da fare almeno una volta nella vita, ma con la consapevolezza che una volta di nuovo a casa la porterai sempre nel cuore! 
Seguiranno in un articolo a parte le Dritte di Vagabionda a tema Islanda, non voglio dilungarmi troppo!

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VERDE, NATURA, CASCATE E TANTA ACQUA! IL MIO VIAGGIO IN ISLANDA PARTE 1



L'Islanda è stata per molti anni in cima alla lista di luoghi che mi sarebbe tanto piaciuto visitare, ma mai avrei pensato di riuscire a realizzare questo mio piccolo sogno in un periodo così delicato come quello che stiamo vivendo, invece, l'estate 2020, quella dell'emergenza Covid19 ha portato con sé qualche lato positivo come l'abbassamento del prezzo di  alcuni voli aerei.
Cercherò di essere il più sintetica possibile, ma ho davvero tanto da raccontare!

LA MIA ISLANDA IN BREVE

Periodo della vacanza: 29 luglio- 7 agosto, teoricamente il periodo migliore secondo le statistiche meteo, in pratica non ho quasi mai visto il sole!
Mezzo di trasporto per raggiungere l'Islanda: aereo, con la compagnia WizzAir ho trovato una tariffa molto vantaggiosa. 
Mezzo per gli spostamenti in Islanda: van...Dormi e mangi dove e quando vuoi!
Informazioni sanitarie Covid19: precauzioni e obblighi variano a seconda dei casi di contagio registrati sull'isola, all'arrivo ho dovuto sottopormi a tampone, ovviamente a mio carico, ma in alternativa a luglio 2020 si poteva osservare un periodo di quarantena di 14 giorni. Per informazioni dettagliate e aggiornate consultate il sito
Capitale: Reykjavik.
Moneta: corona islandese, potete pagare con carte di credito o bancomat dappertutto, perfino nei campeggi!
Cosa mettere in valigia: tanta voglia di camminare, spirito di adattamento, delle buone scarpe da trekking, occhi sempre vigili e pronti a osservare lo splendido paesaggio che vi accompagnerà in ogni momento del viaggio, infine ultimo, ma non meno importante un buon impermeabile!
Ore di luce a fine luglio/inizio agosto: tramonto, quando c'è il sole, intorno alle 23, alba alle 2:30 del mattino, le molte ore di luce vi consentiranno di sfruttare la giornata al 100%.
Budget totale della mia vacanza: 1300 euro comprensivo di viaggio aereo, tampone, noleggio van, spesa, musei ed extra.

DAY 1 REYKJAVIK- CIRCOLO D'ORO

Il primo giorno, poiché in attesa dell'esito del tampone, ho dedicato alcune ore all'esplorazione di Reykjavik, la capitale più a nord del mondo. La cosa che fin da subito mi ha colpita e vi colpirà è la sua anima eccentrica e creativa espressa nei colori accesi delle case, nelle forme delle costruzioni, nel design quasi surreale e nella vivacità dei suoi abitanti.
Reykjavik, "Baia dei fumi" per via del vapore sprigionato dalle bocche geotermiche, venne fondata da un norvegese in fuga dalla propria patria nell' 871 d.C., la leggenda narra che Ingòlfur gettò in mare i pilastri di legno collocati ai lati dei troni vichinghi e decise di stabilirsi nel punto in cui gli dèi li trasportarono a riva.
Si tratta di una cittadina piccola rispetto alle capitali europee che siamo abituati a frequentare, ma è comunque ricca di storia e punti di interesse. Vi consiglio una passeggiata mattutina nel centro, le vie pedonali sono rese particolari dalla presenza di arcobaleni, disegni colorati, murales, installazioni e decorazioni sui lampioni. Il quartiere della "vecchia Reykjavik" conserva edifici storici e si trova in prossimità di un lago artificiale, qui si trovano il Parlamento, il Municipio e una graziosa chiesa luterana bianca. Poco distante, raggiungibile a piedi, c'è il "Vecchio Porto", un quartiere rinato negli ultimi anni arricchendosi di musei, spazi per l'intrattenimento, gallerie d'arte e ristoranti vista mare. Se vi interessa da qui partono molte escursioni in barca per vedere la balene, le pulcinelle di mare e quando è periodo l'aurora boreale.
Purtroppo con le modifiche degli orari di apertura causa covid, non sono riuscita a visitare nessun museo, ma voglio consigliarvi una visita al Museo delle Saghe e al Museo d'Arte, che dalle descrizioni della guida mi sono sembrati molto interessanti. Una tappa obbligatoria è la chiesa Hallgrimkirkja, la grande e imponente costruzione che domina lo skyline della città, uno dei monumenti più riprodotti e rappresentati dell'isola. E' possibile salire in cima alla torre e godere di una vista mozzafiato su Reykjavik (costo 8 euro); l'architetto che costruì la chiesa cercò di creare uno stile che incorporasse gli elementi naturali dell'isola, per questo ai lati della torre ci sono delle colonne che ricordano il basalto vulcanico. 
Poco distante dalla capitale, nella regione sud-occidentale, si trova un piccolo assaggio delle meraviglie custodite in Islanda: il Circolo d'Oro; è un percorso turistico che comprende Þingvellir (punto di incontro delle placche tettoniche), Geysir (getti di acqua calda che eruttano oltre 100 volte al giorno) e Gulfoss (un'enorme cascata). L'itinerario è molto vasto, si snoda per 300 km, quindi potete selezionare a seconda dei tempi e del vostro interesse su cosa concentrarvi maggiormente. Personalmente ho scelto di fare una camminata nell'area di Þingvellir, dove gli antichi Vichinghi fondarono il primo parlamento democratico al mondo; l' UNESCO ha dichiarato questo sito Patrimonio dell'Umanità nel 2004.
La pianura di  Þingvellir è situata nel punto di confine delle placche tettoniche del Nord America e dell'Europa, ogni anno esse si allontanano l'una dall'altra da un minimo di 1 mm a un massimo di 18 mm! E' decisamente rilassante passeggiare tra le placche, lo scenario è molto suggestivo, io ho scelto di percorrere un sentiero poco battuto partendo dal parcheggio del centro visite del parco (anziché dal famoso ponte di legno a cavallo delle due placche).
Geysir è una delle attrazioni turistiche più note dell'Islanda, significa letteralmente eruzione ed è la sorgente di acqua calda da cui hanno poi preso il nome tutti gli altri geysir.  Si trova nella zona geotermica di Haukadalur, una valle con sorgenti termali caldissime, pozze dall'azzurro intenso, zone con ribollenti fanghi termali ed elementi minerali dai colori accesi. Fortunatamente il primo giorno il tempo è stato clemente e mi ha regalato un bel tramonto proprio qui a Geysir, è molto emozionante osservare il getto ribollire nella pozza e vederlo improvvisamente eruttare verso il cielo, il tutto è stato reso ancor più magico dalle luci della sera. 
Ultima attrazione del Circolo d'Oro è Gulfoss, la maestosa cascata del fiume Hvìtà, il salto di circa 32 metri è collocato in un contesto naturalistico davvero sorprendente: intorno l'erba è verdissima, sembra quasi una moquette per la sua perfezione e con la luce del sole che si infrange contro l'acqua si formano bellissimi arcobaleni. Potete osservare Gulfoss dall'alto oppure avvicinarvi maggiormente, personalmente ho preferito la prima opzione. 

DAY 2 KERID-VESTURLAND- SNAEDFELLSJOKULL

Il percorso iniziale pensato per questo viaggio on the road è stato quello della famosa Hringvegur (la strada di circa 1350 km che percorre il perimetro dell' isola) in senso orario, quindi partendo da sud, ma dopo aver consultato il meteo si è decisa percorrenza in senso antiorario, partendo dai fiordi occidentali (decisione inutile perché l'acqua è stata comunque una compagna di viaggio sempre presente!).
Prima di lasciare il Circolo d'Oro una tappa a cui non si può rinunciare è Kerid, un cratere vulcanico formatosi 6500 anni fa in seguito a un'esplosione; l'ingresso è a pagamento, ma ne vale sicuramente la pena, in circa 20 minuti percorrerete la circonferenza del cratere al cui interno nel corso dei secolo si è formato un lago dalle acque azzurre limpidissime, i colori che osserverete qui sono molto contrastanti tra loro: rosso intenso della terra, grigio dalle tonalità chiarissime del cielo, verde vivido del muschio e trasparenza dell'acqua. 
Macinando qualche centinaia di chilometri si giunge nella parte occidentale dell'isola che al suo interno condensa tutte le  bellezze naturali che troverete sul territorio: spiagge chilometriche, villaggi antichi, colori mai visti e una natura impervia ancora intatta.
Dopo una piccola pausa caffè a Borgarnes, località che ospitò i primi insediamenti umani in Islanda, ho visitato il paese medioevale di Reykholt. Qui visse e fu ucciso una delle personalità di spicco del Medioevo islandese Snorri Sturluson, infatti qui i punti di interesse  ruotano proprio intorno alla  figura del condottiero/studioso islandese. Camminando per il piccolo centro mi sono imbattuta nella Snorralaug (piscina di Snorri), una vasca circolare antichissima alimentata da una sorgente termale, le pietre con cui è stata costruita questa laug sono originali e risalgono al X secolo, Snorri qui si immergeva e meditava. Accanto alla vasca si apre un tunnel rivestito con pannelli in legno che conduce alla fattoria di Snorri. Secondo gli studiosi questa è stata la prima struttura termale costruita dell'uomo in Islanda, non è però possibile rilassarsi al suo interno a causa della temperatura troppo alta dell'acqua. 
Proseguendo verso la penisola di Snaefellsnes mi ha colpita il paesaggio quasi surreale: maestoso e pieno di energia con grandi spianate di lava, cascate, rilievi e fiumi. A Budir si trova un'interessante  chiesa nera immersa nei campi di lava quasi a picco sul mare, la costruzione originale bruciò nel 2001, ma venne riedificata e l'attuale edificio è molto simile a quello andato perduto. Dalla chiesa potete fare un piccolo trekking in piano, ben segnalato e con la presenza di pannelli che raccontano la storia della natura di questo luogo, a farvi compagnia tante pecore e ovviamente il ticchettio della pioggia che si infrange sull'impermeabile! Qui le leggende narrano della presenza di un piccolo centro abitato, Budahraun, in cui vivono gli elfi e sotto cui essi costruirono un tunnel di lava lastricato d'oro e pietre preziose che conduce fino a Sturtshellir. Altro angolo da fotografare, poco distante dalla chiesa nera, è una cascata con un salto molto alto e caratterizzata dalla presenza di colonnine basaltiche, con un percorso di 20 minuti potete avvicinarvi, ma per raggiungerne la base il sentiero diventa più tortuoso e in pendenza.
La strada che porta a Grundarfjordur è molto impegnativa, ma anche in questo tratto gli scorci che si aprono agli occhi di chi la percorre per la prima volta lasciano estasiati: laghetti, muschio verde, animali selvatici che attraversano improvvisamente la strada, cielo minaccioso e tanta pietra. Una volta giunti alla baia in cui sorge la cittadina potrete osservare cascate e vette innevate, il tutto avvolto da una sottile nebbiolina che rende ancor più suggestiva questa località. La nebbia qui dicono essere una presenza costante, il paesaggio è stupefacente, forse proprio per questo le comunità di pescatori hanno nel tempo deciso di stanziarsi qui. A vegliare su Grundarfjordur si erge il Kirkjufell, montagna dalla forma particolarissima, a me ha ricordato infatti il cappello parlante di Harry Potter, alta 463 m. è uno dei luoghi più immortalati nelle fotografie dei turisti. Il Kirkjufell fa da sfondo alla cascata Kirkjufellsfoss, sarebbe stato bello poter vedere questa meraviglia della natura con le luci del tramonto, ma ancora una volta il grigio del cielo plumbeo ha prevalso regalandomi comunque bellissime sensazioni. E' comunque stato impagabile dormire in van ai piedi della  montagna, aprire il portellone alla mattina svegliata dal belato delle pecore al pascolo e osservare la strana forma del rilievo. Per un risveglio più immediato vi consiglio di lavarvi il viso con le acque freschissime della cascata!

DAY 3 LAUGAR-REYKHOLAR-HVAMMSTANGI-HVTSERKUR

Il terzo giorno le ore spese in macchina sono state molte, ma non vi peserà mai rimanere alla guida con dei panorami così incredibili, la sensazione è sempre quella di essere finiti in un dipinto in cui le tonalità di verde, marrone e grigio sembrano mischiarsi in continuazione regalando scenari unici.
Dopo la seconda notte trascorsa in van la prima necessità della giornata è stata quella di immergersi in acque calde, per questo la prima tappa è stato il villaggio di Laugar luogo di nascita di Gudrun Osvifursdottir, protagonista della Saga Laxdaela (saga islandese).  Gli storici qui hanno individuato la Godrunarlaug (Vasca di Godrun): è gratuita e troverete un piccolo spogliatoio in legno su cui sono incise le famose rune islandesi. In lontananza, mentre siete immersi nelle tiepide acque della vasca, si scorge l' affioramento roccioso ritenuto da molti "la cattedrale degli elfi".
La costa meridionale dei fiordi occidentali è poco popolata, non vi sono veri e propri centri abitati, ma casette sparse qua e là nella natura intatta; la strada in questi fiordi remoti è poco battuta, spoglia e allo stesso tempo spettacolare, forse proprio per questo molte specie a rischio estinzione hanno trovato qui il loro habitat ideale. Reykholar è uno dei centri più grandi che ho incontrato, sorta su un'area geotermica è frequentata quasi esclusivamente per il birdwatching. 
Continuando sulla  Hringvegur si raggiunge Hrutafjordur, confine tra Islanda nord-occidentale e i fiordi occidentali, Hvammstangi è tappa obbligatoria, il motivo di richiamo per i molti turisti è la presenza di colonie di foche che dimorano nelle vicinanze. Le opzioni per l'osservazione di questi dolci animali sono molte: escursioni a cavallo, trekking di facile intensità e uscite in barca per circumnavigare la Penisola di Vatnsnes. Questa penisola è un luogo di aspra bellezza, caratterizzato da colline scoscese che si susseguono lungo la dorsale, il punto più interessante è Hvitserkur, punto in cui si alza dal mare il famoso faraglione alto 15 metri. La leggenda narra di Hvitserkur, un troll sorpreso all'alba mentre cercava di distruggere il monastero di Pingeyrar a causa del rumore assordante delle sue campane, poiché calcolò male le distanze venne pietrificato dai raggi del sole. Personalmente la sua forma mi ha ricordato più un elefante che si abbevera nelle acque del mare piuttosto che un troll. Scendendo lungo il sentiero che parte ben segnalato dal parcheggio c'è una spiaggia di sabbia nera dove se avete fortuna potete vedere sostare le foche.

DAY 4 BLONDUOS-SKAGAFIORDUR OCCIDENTALE-GLAUMBAER-HOSFOS

Lasciata la penisola di Vatnsnes ci si addentra nell'Islanda settentrionale, Blonduòs è una buona meta per una pausa ristoro, peculiarità che la contraddistingue è la chiesa dalle linee moderne, di recente costruzione, potete gironzolare a piedi dato che è un centro molto piccolo. Altra caratteristica della cittadina è che in mezzo al corso del fiume Blanda sorge un isolotto collegato all'abitato per mezzo di un piccolo ponte pedonale, passeggiare su questa particolare isola è molto piacevole perché permette l'osservazione di uccelli rari.
Skagafjordur è famosa per gli allevamenti di cavalli, i paesaggi selvaggi incontaminati, per le vestigia storiche e per l'offerta di attività da svolgere all'aperto. Tappa non molto distante da Skagarfjordur è un'interessante fattoria-museo che mi ha affascinata molto: Glaumbaer. Questo sito storico risale al XVIII secolo e vi ho trovato un museo davvero ben conservato con un allestimento molto originale; propone un percorso all'interno di una tradizionale fattoria islandese con il tetto in torba, si tratta di un complesso di piccoli edifici collegati tra loro da una strada di passaggio centrale. A Glaumbaer sono perfettamente conservati gli antichi vani abitativi pieni di oggetti d'uso quotidiano, mobili attrezzi e utensili d'epoca, il tutto consente di farsi un'idea della vita all'epoca di costruzione del curioso complesso. 
Infine prima di raggiungere Akureyri, seconda città d'Islanda per dimensioni, suggerisco un pit stop a Hosfos, villaggio di pescatori e centro di commerci fin dal XVI secolo. Nella maggior parte dei piccoli paesi islandesi ho trovato eleganti cafè con un  notevole assortimento di squisita pasticceria, una delle torte che ho gradito maggiormente è stata quella alle carote, ma lasciatevi tentare anche dalle paste e dai lievitati alla cannella!

DAY 5 AKUREYRI-GODAFOSS-LAGO MYVATN

Akureyri è una città che negli ultimi anni ha iniziato a far parlare molto di sé, come a Reykjavik nel centro vi sono installazioni, arcobaleni dipinti sul manto stradale e costruzioni dalle linee bizzarre, ma presenta anche una buona selezione di ristoranti, caffè, gallerie d'arte e negozi. La sera qui c'è addirittura un po' di vita notturna, cosa che non ho mai riscontrato in altri luoghi che non siano la capitale! La piccola metropoli si colloca in un contesto suggestivo: alzando lo sguardo si svettano montagne dalle cime innevate e abbassandolo trovate il mare, un contrasto che la rende molto affascinante.  Un'attrazione che vi consiglio è il giardino botanico, con ingresso gratuito alle spalle della maestosa chiesa, la varietà di flora è notevole se considerate che siamo a poca distanza dal Circolo Polare Artico. Sono conservate le principali specie endemiche islandesi e piante di alta quota provenienti da tutto il globo. Akureyri è dominata da Akureyrarkirkja, progettata dallo stesso architetto della chiesa di Reykjavik, le somiglianze infatti non sfuggono ad uno occhio attento; elemento che la differenzia è la presenza all'interno di una nave che pende dal soffitto: come la tradizione nordica vuole, si tratta di un offerta votiva per ottenere la protezione divina delle persone care partite via mare. Dopo cena, all'imbrunire (h 23:30), potete passeggiare sul lungomare, qui vi è un sentiero che costeggia il fiordo.
Nel tratto compreso fra Akureyri e Myvatn troverete Godafoss, la Cascata degli Dèi, formatasi nel bel mezzo di un campo di lava. Anche in questo caso una leggende si lega a questo luogo, nell'anno Mille il Parlamento si radunò  l'oratore addetto alle leggi fu costretto a decidere quale dovesse essere la religione del paese. Dopo aver riflettuto dichiarò l'Islanda cristiana e rientrando a casa, passando proprio accanto a quella cascata, gettò nelle sue acque le statue delle divinità pagane, da qui deriva il nome. Anche per questa foss le prospettive di osservazione sono molte, io le ho provate tutte!
Altra perla del situata nel nord-est dell'isola è la zona del Lago Myvatn, uno specchio d'acqua famoso per la ricca avifauna e per i panorami di bellezza quasi lunare, oltre che per le ribollenti pozze di fango ribollente, le bizzarre formazioni laviche, fumarole e crateri. Un tempo il bacino del lago era completamente ricoperto dai ghiacci poi distrutti dalle violente eruzioni vulcaniche che lo occlusero, il risultato che oggi vediamo è conseguenza di numerosi fenomeni geologici antichissimi. Negli anni '70 fu costruita un'area di conservazione naturalistica e l'estremità meridionale del lago è protetta in quanto monumento naturalistico nazionale. Anche qui sulle sponde del lago Myvatn, immersi nella più totale tranquillità e nel silenzio, è possibile praticare bird watching.

QUESTI SONO STATI I MIEI PRIMI CINQUE GIORNI IN ISLANDA...SEGUIRANNO GLI ALTRI CINQUE E TUTTI I CONSIGLI PER UN VIAGGIO INDIMENTICABILE!!


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HO CAMPERIZZATO LA MIA JEEP!!

Uno dei tanti sogni nel cassetto (che per ora rimangono lì dentro chiusi) è quello di avere un furgone vintage con cui poter girare il mondo. Ho cercato qualche affare, ma i prezzi e le condizioni dei mezzi che ho trovato non erano per niente allettanti…quindi ho trovato un’alternativa e ho deciso di “camperizzare” la mia macchina una Hyundai Santa Fe ereditata da mia mamma.

In realtà per rendere il baule della macchina un luogo confortevole in cui dormire non serve molto, ma per farlo al meglio è necessario trovare i giusti oggetti da collocare nei buchi più opportuni.

Premetto che il mio fuoristrada è un vecchio modello del 2006, fortunatamente l’auto è sempre stata ben tenuta e ad oggi nonostante abbia già tredici anni funziona ancora perfettamente (anche se in queste ultime settimane fa strani cigolii). La Santa Fe all’interno è molto spaziosa, ha 5 posti con 5 porte, il tetto è dotato di porta pacchi su cui un domani potrei fissare la Maggiolina, altro sogno nel cassetto, la famosa tenda da piazzare sulla macchina, ma ahimè anch’essa troppo costosa per le mie tasche!

Lo spazio in macchina non manca quindi quando l’idea di renderla un luogo in cui poter dormire ha iniziato a farsi insistente nella mente quindi ho iniziato il progetto stilando una lista delle cose che mi sarebbero servite per raggiungere il risultato finale. La maggior parte degli strumenti necessari alla “camperizzazione” li ho acquistati alla Decathlon il famoso negozio sportivo che ha una vasta gamma di prodotti per il campeggio con un buon rapporto qualità prezzo.


Cosa mi è servito?

  • Materasso matrimoniale gonfiabile da campeggio (Decathlon 25/30€)
  • Pompetta usb per il materasso (Amazon)
  • Cuscino da campeggio (Decathlon 5€, ma spesso io porto il guanciale del letto)
  • Lenzuolo con cui coprire il materasso e rendere la location più gradevole e instagrammabile
  • Lucine con cui creare atmosfera (Ikea 3€)
  • Lampadario di carta per esterno a energia solare (Ikea 7€)
  • Bandierine tibetane (2€ alla Fiera dell’Artigianato a Milano, ma ci sono anche Amazon)
  • Doccia da campeggio (Amazon 20€) io la utilizzo solo per viaggi lunghi
  • Fornelletto, pentole e stoviglie da campeggio (me le hanno regalate per il compleanno)
  • Tavolo e sgabelli pieghevoli (Decathlon 15€ e 5€ ciascun sgabello) che lascio sempre in macchina sul fondo del bagagliaio
  • Mini barbecue portatile (Amazon 16€)
  • Air sofa (Amazon 25€) poltrone gonfiabili comode per leggere o rilassarsi e amaca (Decathlon 10€)
  • Cassette di legno per riporre gli oggetti divisi per categorie (le ho trovate in giro, fuori dai negozi di frutta e verdura, in cantina, al mercato, ma le vendono anche all’Ikea)
  • Copertine varie, della pesantezza che varia a seconda della stagione, sacco a pelo

Quando decido di campeggiare con la macchina, a seconda della durata dei pernottamenti, scelgo piazzamenti il più possibile panoramici per potermi svegliare la mattina con una vista 360 gradi…meglio ancora se in montagna. Per poter sistemare il materasso tiro giù i sedili posteriori e una volta gonfiato lo preparo con il corredo per la notte; una volta pronto il mio “giaciglio” apro tavolo e sedie e metto su l’acqua per la cena con il fornello da campeggio. Per comodità e praticità la cena è quasi sempre a base di prodotti in busta liofilizzati minestre, noodles (sai che bon alle verdure sono spaziali) o una semplice pasta tonno e olive. Al calar della notte quando la luce diventa sempre più tenue sistemo le lucine sul portellone del baule in modo che scendano rendendo ancor più piacevole la location e indosso il frontalino. Una volta cenato mi piace rilassarmi sull’amaca se ci sono alberi su cui fissarla o sull’air sofa, è bello leggere, ascoltare un po' di musica e se sono in compagnia fare una partita a carte. La mattina, dopo una rilassante nottata con i suoni della natura che hanno cullato il mio sonno, faccio colazione e ritiro tutto riponendo i vari oggetti nelle cassette.
In occasione di vere e proprie trasferte con la jeep lascio il materasso aperto sui sedili posteriori e se non trovo aree sosta con bagno e doccia (come capita nella maggior parte dei casi) attacco la mia doccina portatile sul retro della macchina e mi lavo in modo molto alternativo e wild!

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