VISITA VIRTUALE AD UN MUSEO? SCOPRIAMO INSIEME GOOGLE ARTE E CULTURA

 


A quanti di voi è venuta nostalgia della gita culturale della domenica? A chi di manca perdersi nelle pennellate di colore presenti in un dipinto?  Quanto vorreste semplicemente entrare nelle sale di un palazzo storico? Sono sensazioni che a me mancano tremendamente, amo visitare mostre, camminare avanti e indietro in castelli e ville storiche e adoro scoprire la storia di artisti di cui non ho una conoscenza approfondita. 

Qualche giorno fa, studiando per un corso lo confesso, ho scoperto una funzionalità di Google che non conoscevo: Google Arte e Cultura. 


Che cos'è Google Arte e Cultura?

Si tratta di una sorta di museo digitale in cui sono virtualmente presenti e fruibili mostre, collezioni, archivi e più semplicemente luoghi di interesse storico provenienti da oltre duemila musei e spazi culturali sparsi in tutto il mondo! So che tutto questo sembra fantascienza, ma con la tecnologia di cui disponiamo oggi tutto, o quasi, ormai è possibile. E quale momento migliore, se non quello in cui ci troviamo, è perfetto per scoprire come sfruttare al meglio questi strumenti? 
Le collezioni artistiche hanno subito un processo di digitalizzazione tramite una tecnologia simile a quella di Google Street View, quindi sono state create immagini con alta risoluzione poi accompagnate da meticolose didascalie, come al museo insomma, per consentire alla spettatore di avere una vera e propria interazione con il luogo che stanno visitando. 
E' come se si aprisse un'enciclopedia multimediale in cui possiamo trovare informazioni su argomenti diversi, guardare video o essere indirizzati a contenuti correlati per approfondire la nostra conoscenza su tematiche di interesse personale. 

Stando comodamente seduti sul divano di casa con un clic possiamo essere catapultati nei corridoi del Musée d'Orsay a Parigi (luogo che peraltro non ho mai visitato), nelle sale del British Museum, sotto l'imponente Taj Mahal o nella Galleria degli Uffizi, ma possiamo anche andare alla ricerca della natura spostandoci nel parco nazionale di Yellowstone, sulle spiagge caraibiche con la sabbia bianca o esplorare skyline cittadini in altri luoghi iconici del mondo.

Che dite vi ho incuriosito?
Trovate Google Arte e Cultura nelle App Google, il suo funzionamento è molto semplice ed intuitivo, dovete solo "prenderci un po' la mano". Alcuni contributi non sono ancora stati tradotti in lingua italiana, ma potete mettere alla prova il vostro inglese e tradurre quello che risulta di comprensione più difficoltosa. 
Spero di avervi dato uno stimolo in più per trascorrere il vostro lockdown (se siete in zona rossa) o il vostro semilockdown (se siete in zona arancione o gialla) senza rinunciare alla cultura!

FALAFEL DI CECI AL FORNO


Che cosa sono le falafel?

Sicuramente molti di voi le hanno sentite nominare, altri le avranno già assaggiate, ma per chi ancora non le conosce sono delle polpettine. Vengono utilizzate nei paesi arabi come sostituto della carne nei giorni di digiuno; si preparano con legumi e spezie, sono un piatto veloce ed economico, per questo le falafel sono diventate parte integrante dello street-food. In Oman vengono spesso inserite all'interno del pane pita, quello che si usa anche per il kebab per intenderci, sono accompagnate da verdure e salsa allo yogurt.
Nella ricetta tradizionale le polpettine vengono fritte, ma come sapete sono più per la cucina light quindi vi propongo una variante al forno!

Ingredienti

  •  250g circa di ceci scolati
  •  ½ cipolla rossa
  •  1 testa d’aglio piccola
  •  prezzemolo (qualche ciuffo)
  •  un cucchiaio di farina di ceci
  •  menta (opzionale)
  •  un cucchiaio di semi di sesamo
  •  un cucchiaio di semi di papavero (opzionale)
  •  olio q.b.
  •  sale q.b.
  •  pita o pane arabo (se volete inserire le falafel all'interno del panino)
  •  insalata o altre verdure per accompagnare (nella foto io ho messo carote e       pomodorini cotti al forno)

Procedimento

  • Tritate tutti gli ingredienti nel vostro robot da cucina (io uso il bimby, trito a velocità 8/10 per qualche minuto)
  •  Con l’impasto ottenuto formate delle polpette della grandezza che volete, io le preferisco di piccole dimensioni.
  • Lasciate riposare per mezz’ora circa in frigo.
  • Cuocete nel forno caldo a 190°-200° per circa 30 minuti, fino a quando saranno dorate sulla superficie, a metà cottura meglio girarle.

Potete consumarle all'interno del pane pita o della piadina araba (trovate entrambi nei principali supermercati nel reparto cibo etnico), il tocco in più che dà un tono in più alle falafel è la salsa tahina (pasta al sesamo).

Un piatto sano, genuino e gustosissimo!

ISLANDA: 6 CONSIGLI PER UNA VACANZA INDIMENTICABILE


Come avrete potuto intuire dagli ultimi due articoli a tema Islanda questo luogo magico mi ha completamente stregata e mi è rimasto impresso nel cuore. Chi è già stato in questa terra sa a cosa mi riferisco: natura, colori, profumi, paesaggi, sapori e atmosfera; tutto crea stupore e riempie gli occhi di pura magia. Molto spesso di fronte a certi paesaggi le parole sono del tutto superflue e non riescono a descrivere ciò che gli occhi osservano! Vorrei darvi qualche suggerimento che renderà la vostra permanenza sull'isola un'esperienza da custodire nel profondo.  Quale momento può risultare più adatto se non quello in cui siamo? Nel bel mezzo di un nuovo lockdown ( Domodossola, Piemonte= zona rossa) periodo in cui non ci resta che sognare nuove mete e ricordare i viaggi passati che conserviamo nei ricordi!


1. Van il mezzo migliore per girare in piena libertà

Come anticipato il mezzo con cui ho esplorato le terre islandesi è stato il van. 
Ciò che mi ha portata a prediligere questo veicolo, piuttosto che un fuoristrada o una normale auto, è stata la grandissima curiosità di provare un'avventura on the road (che ho fin dai tempi del liceo) ; mi ha sempre affascinata la "van life" ed effettivamente non ne sono rimasta per niente delusa...anzi me ne sono completamente innamorata! 
Nel van c'è tutto (o quasi) ciò di cui avete bisogno: letto, fuochi per cucinare, tavolo, sedie, stoviglie, frigorifero, una piccola dispensa per il cibo, un posto in cui cambiarvi e dettaglio da non trascurare, anche se andate in Islanda a luglio, il riscaldamento. In tempi di pandemia viaggiare in van è stata una sicurezza in più, consentendomi di "alloggiare" lontano da altri turisti e in spazi mai condivisi. 
Teoricamente, documentandomi tramite guide e siti ufficiali, ho letto che in Islanda non è consentito campeggiare liberamente in qualsiasi luogo, per questo  ci sono pressoché dappertutto numerosi campeggi custoditi che offrono servizi come bagni, lavandini dotati di acqua calda in cui poter lavare le stoviglie, colonne caffè self-service...Nonostante il divieto ho comunque deciso di fermarmi in parcheggi e zone isolate che consentivano la sosta per un lungo lasso di tempo. Sicuramente uno dei luoghi più suggestivi e magici in cui mi sono "piazzata" per la notte è stato il parcheggio sotto il monte Kirkjufell. La sera ho potuto passeggiare lungo il corso della cascata osservando la punta del rilievo avvolta dalla nebbia fitta, la mattina, aprendo il portellone posteriore del van mi sono svegliata con l'immagine magica della montagna immersa in un cielo nuvoloso magnifico! Ha forse prezzo una visuale del genere con una tazza di caffè in mano e una ciambella alla cannella nell'altra? La mia paura inizialmente è stata quella di non riuscire a dormire in uno spazio piccolo e non ben isolato dall'esterno, invece la media delle mie ore di sonno in Islanda è stata di 8/9 ore per notte! La mattina mi sono sempre svegliata di buon umore, positiva, riposata e pronta per nuove avventure. Essere cullata dai suoni della natura e dal ticchettio leggero della pioggia sul tetto della macchina prima di prendere sonno è stato davvero un sottofondo perfetto. 


2. Fai scorta di provviste da Bonus

Bonus è un supermercato molto ben fornito! Riconoscerete la sua insegna per via del simpatico maialino su sfondo giallo, ne avevo sentito molto parlare da mia sorella e avevo aspettative molto alte, ovviamente tutte sono state soddisfatte a pieno. Essendo l'Islanda, come tutti i paesi nordici, abbastanza cara nel settore della ristorazione vi consiglio di fare provviste per pic-nic o per pasti al volo nei supermercati (oltre a Bonus, Netto e Krònan). I prodotti che offre Bonus sono un buon compromesso tra qualità e prezzo, troverete molte specialità tipiche, come il pesce essiccato, bustine di tea con erbe e muschi locali, prodotti di panetteria alla cannella, il famoso yogurt islandese ìsey SKYR (buonissimo in tutte le varianti di gusto!) e molte opzioni vegetariane o vegane con ottimi ingredienti freschi. La cosa che mi ha colpita maggiormente è la presenza all'interno del supermercato delle "ghiacciaie" delle celle frigorifere di grandi dimensioni in cui si accede per poter acquistare i prodotti da frigorifero e freezer, farete la spesa insieme ai pinguini perché al loro interno si gela! 


3.Quando vedi uno scorcio che ti colpisce fermati, resta in silenzio e contempla ciò che ti circonda

Spesso quando sarai alla guida ti imbatterai in luoghi meravigliosi e incantevoli. Si apriranno improvvisamente distese di erba verde immense, campi di lava dai colori scurissimi, fumi che si alzano leggeri verso il cielo e cascate che si gettano in salti mozzafiato. Quando sentirai il richiamo di uno di questi paesaggi ti consiglio di fermarti, parcheggiare l'auto, scendere, cercare un posticino in cui appartarti solo con i tuoi pensieri e di accumulare l'energia della natura che ti sta intorno osservando e respirando. 
In un contesto del genere rallentare i ritmi e contemplare ciò che ci circonda sono un obbligo, la natura ci vuole ricordare che siamo in stretta connessione con lei e che dobbiamo averne grande rispettoLe cascate più famose sono sicuramente una tappa da inserire nel vostro itinerario di viaggio, ma quando ne vedete una che cattura la vostra attenzione vi consiglio di fermarvi e raggiungerla con una camminata, le cascate più spettacolari in cui mi sono imbattuta in Islanda non erano segnalate su nessuna guida, sono i miei occhi che mi hanno portato a loro!



4. Fai due salti sui grossi "tappeti" colorati 

Prima di patire per l'Islanda ho iniziato a seguire su Instagram #iceland, qui ho visto numerose stories in cui bambini e mamme si divertivano saltando su enormi tappeti di plastica colorati...subito il mio pensiero è stato:"Devo assolutamente provare anche io!!" e così ho fatto! In molti dei piccoli paesi sparsi sulla Ring Road, in prossimità del parco giochi per bambini, oltre ai consueti scivoli, giochi su cui appendersi e alle classiche altalene sono presenti queste grosse montagnole gonfiabili su cui è possibile saltare e rotolarsi, uno stravagante antistress o solamente un modo per sfinire i bambini prima di rientrare a casa?


5. Acquista abbigliamento della marca Icewear

La miglior marca di abbigliamento tecnico per attività outdoor in Islanda è 66° North, negozio non proprio a buon mercato e soprattutto non per le mie tasche, è presente anche una linea low cost molto interessante Icewear.  Nella capitale vi sono numerosi negozi in cui potrete trovare abbigliamento Icewear, se invece preferite alleggerire il vostro portafoglio, sempre a Reykjavik, nella via dello shopping troverete anche lo store di 66° North.  Essendo una gran patita di abbigliamento sportivo ho spulciato per bene in molti negozi gli articoli marchiati Icewear: giacche, cappelli, calze di lana, guanti, pile e soprattutto impermeabili! In Islanda ho incontrato quasi ovunque ragazzi, ragazze, bambine, bambine, anziani e non con indosso sgargianti impermeabili dal taglio lungo e alla fine ne ho acquistato uno verde oliva da portare con me in Italia e che indosso appena il cielo grigio minaccia pioggia. Avete presente l'impermeabile giallo che associamo all'attivista Greta Thunberg? Ecco a quello mi riferisco! Se volete fare shopping vi segnalo che a Vik c'è un negozio molto grande (e con una piccola zona outlet) in cui trovate abbigliamento Icewear, maglioni di lana islandese, indumenti tecnici sportivi e souvenir di vario genere.
Altro souvenir tradizionale e artigianale è il lopapeysur, il caldissimo maglione in lana islandese, indossato da turisti e locali. Prodotti con lana islandese sono indumenti spessi e comodi, decorati con disegni geometrici, motivi regionali o con animali tipici stilizzati (molto carini quelli con le pulcinelle di mare). I maglioni fatti a mano sono pezzi unici, per questo hanno un costo elevato, ma se non volete rinunciarvi potete optare per la versione più economica fatta a macchina. 


6. Rilassati almeno una volta in una vasca termale naturale

L' Islanda è un vero e proprio paradiso per tutti gli amanti delle terme. L'attività geotermale, molto intensa su tutta l'isola, garantisce la presenza di piscine termali un po' ovunque. Ci sono sia piscine naturali che vasche artificiali, di solito le prime si trovano in luoghi particolarmente scenografici: a due passi dal mare, nei pressi di un ghiacciaio o all'ombra di vulcani attivi.
Molti siti termali sono ben segnalati sulle guide, mentre tante altre vasche le troverete strada facendo, magari perdendovi facendo piccoli trekking. E' rigenerante dopo una lunga camminata, con le ossa stanche e il freddo addosso, immergersi nell'acqua calda per qualche minuto. Le terme nella cultura islandese sono sinonimo di scambio e di vita sociale, per questo immersa nel tepore della vasca mi è capitato di conoscere alcuni islandesi con cui ho intrattenuto curiosi dialoghi.
La Blue Lagoon, che ho visto ovviamente solo da fuori, è la piscina termale più famosa e conosciuta in Islanda; si trova non lontano dall' aeroporto e da Reykjavik, è una piscina costruita dall'uomo. L'acqua, dal colore azzurro/bianco, prima di affluire nell'enorme laguna viene impiegata per la produzione di energia elettrica. 
Personalmente, in quanto Vagabionda, ho preferito andare alla ricerca di siti termali ubicati in luoghi molto più suggestivi, per questo il consiglio è quello di cercare una cartina che comprenda alcune delle molte vasche termali presenti sull'isola e di iniziare a cercarle!



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IL MIO VIAGGIO IN ISLANDA PARTE 2

 


CONTINUIAMO CON IL VIAGGIO...

DAY 6 AREA GEOTERMICA BJARNARFLAG-DETTIFOSS- SELFOSS-SUDLAGIL CANYON

Il sesto giorno, sempre all'insegna di pioggia, vento, freddo e cielo grigio, i miei occhi hanno potuto godere di paesaggi molto diversi tra loro, dai colori sorprendenti, ma soprattutto alternati in pochi km gli uni dagli altri.
L'area geotermica di Bjarnarflag è davvero indescrivibile, la sensazione è quella di essere stata catapultata direttamente nel centro pulsante e pieno di calore della Terra, l'intera valle infatti è cosparsa di bocche fumanti, pozze di fango ribollente e fumarole. Ciò che si respira in questa zona è uno strano olezzo di zolfo, misto all'odore di uova andate a male, se questo intenso mix vi infastidisce la mascherina può tornare molto utile come protezione per il naso! L'intera area è dominata dal crinale del monte Nàmafjall, su cui si può salire per godere del panorama geotermico dall'alto, molto particolare e interessante per la colorazione del terreno rosa-arancione-ocra disseminato da bocche fumanti. Personalmente ho trovato questo sito molto più particolare rispetto a quello di Geysir proprio per le sfumature di colore delicate che regala ai visitatori. 
Altra forza della natura è lo spettacolo della cascata Dettifoss, una delle più impressionanti di tutta l'Islanda. Il salto non è altissimo, 45 metri, ma la portata è davvero abbondante ben 400 metri cubi di acqua al secondo! Si tratta della cascata con capacità di acqua maggiore in Europa, gli spruzzi di acqua che genera sono visibili fino a un 1 chilometro di distanza. Anche Dettifoss offre due prospettive di osservazione ai lati del canyon, tra i due però non vi è alcun collegamento ed entrambi richiedono una camminata di 15/20 minuti dal parcheggio. Io ho scelto la riva occidentale perché da qui parte un secondo percorso che consente di raggiungere Selfoss, una cascata più piccola, ma che comunque merita una tappa. Vi consiglio di non arrivare alle due cascate in orari di punta per evitare di avere troppa gente intorno. 
Rimettendosi in marcia verso l'Est un'escursione nel Sudlagil Canyon non può mancare. E' un luogo che ho trovato grazie ad Instagram, nella guida infatti non ho trovato alcuna menzione di questo particolare paesaggio, ma forse è stato un bene dato che non ho incontrato praticamente anima viva qui. Devo dire che trovare il punto esatto in cui parte il trekking non è stata cosa facile, il navigatore non è riuscito a individuare la stradina esatta in cui scendere e dopo una serie di manovre esplorative ho trovato i cartelli con le indicazioni per raggiungere il luogo di partenza. La camminata si snoda tra sterrato, campi  e roccia per circa 5 km (circa 10 km andata e ritorno, ma dipende da quanto volete immergervi nel canyon), non presenta particolari difficoltà anche se a tratti è necessario guadare alcuni fiumiciattoli. Una delle prime meraviglie che si aprono dinnanzi a voi mentre vi addentrate nel canyon, è una cascata con le pareti piene di colonne in basalto nere, un contesto davvero sorprendente e curioso. Continuando a percorrere il sentiero si inizia a scorgere il canyon basaltico vero e proprio affascinante per la composizione e per i contrasti cromatici tra l'azzurro delle acque glaciali del fiume che lo attraversa e i toni scuri delle colonne che si ergono da esse. Le foto non rendono bene ciò che gli occhi qui possono catturare e soprattutto non potranno mai esprimere lo stupore che suscitano in chi si trova immerso in questo luogo per la prima volta, mi ha davvero colpita l'architettura creata dalla natura con i suoi processi millenari e ancora una volta mi sono innamorata di questa terra dall'energia incredibile. 

DAY 7 LAGARFLJOT-EGILSTADIR-SEYDISFJORDUR-HOFN-TERME HOFFEL-VATNAJOKULL-VIK

Dopo aver speso la notte in van nei pressi di Sudlagil Canyon mi sono svegliata carica di energia, positività e ancor più impaziente di iniziare a esplorare l'Islanda orientale, chiamata Austurland. Questa parte dell'isola ha un fascino proprio, poco popolata e con panorami molto variegati tra loro: ripide montagne, cascate e villaggi incastonati nella costa frastagliata dai fiordi. 
Viaggiando nell'entroterra mi sono trovata dinnanzi a un pittoresco lago dalle acque grigiastre calmissime, Lagarfjolt, bacino in cui  pare dimori un mostro che ha fatto la sua comparsa in epoca vichinga. Lagarfljotsormur è una creatura serpentiforme avvistata l'ultima volta nel 2012 da un contadino del posto. Leggenda o realtà? Una cosa è sicura il mostro non teme il freddo dato che le acque che sgorgano nel lago giungono direttamente dalla calotta glaciale del Vatnajokull. Poco lontano  si trova Egilstadir, una cittadina che dispone di molti servizi e di ottime panetterie con vista lago per una colazione unica!
Il punto più orientale che ho raggiunto, e forse uno dei luoghi che maggiormente porto nel cuore, è Seydisfjordur pittoresca cittadina circondata da vette innevate con casette in legno dipinte con colori vivaci. Fortunatamente percorrendo la strada che collega Egilsstadir a Seydisfjordur il sole mi ha fatto compagnia e mi ha regalato scorci bellissimi e coloratissimi. L'origine di Seydisfjordur è abbastanza recente, sorse nel 1848, come centro di commercio e fece fortuna poco dopo grazie alla pesca delle aringhe. Il fiordo qui offre protezione al villaggio ed è per questo che con il tempo è diventato un importante centro per i pescatori islandesi. Durante la Seconda Guerra Mondiale Seydisfjordur fu utilizzata dalle truppe britanniche e statunitensi come base militare, ma venne bombardata dagli aerei tedeschi che miravano ad una petroliera; le bombe mancarono il bersaglio, una esplose però talmente vicino alla nave da farla affondare nel fiordo, dove giace ancora oggi.
Una delle attrazioni più note qui è la Via dell'Arcobaleno, molto immortalata nelle foto dai turisti, il nome è dovuto al fatto che è stato dipinto sul selciato che porta alla Blàa Kirkjan un lungo arcobaleno. Essendo collocata sotto ai ripidi versanti della Valle di Seydisjordur la cittadina è stata spesso soggetta a valanghe, gli eventi più disastrosi ebbero luogo nel 1885 e nel 1996.
Scendendo vero sud-est si iniziano ad intravedere le enormi lingue di ghiaccio  che dominano la parte interna dell'Islanda e che si estendono fino alla costa. Il Vatnajokull domina questa regione e i suoi enormi corsi d'acqua  intrappolati nel ghiaccio  si riversano nel mare creando scoscese vallate. Hofn è una delle porte d'accesso al ghiacciaio e a ovest dell'abitato si scorge parte della massa di ghiaccio che lo compone. 
Hofn sorge in una posizione singolare a metà tra il mare e i ghiacci del Vatnajokull; il suo nome vuol dire "porto", denominazione calzante perché gli abitanti basano la loro economia sulla pesca e sulla lavorazione del pesce, l'humar, gli scampi, è la varietà ittica maggiormente trattata qui. Nella zona del porto ci sono numerose tavole calde in cui poter assaggiare ottimi fritti di scampi e degustare le birre locali. Poco distante da Hofn, percorrendo una delle strade che portano ai numerosi accessi al ghiacciaio, ho trovato delle vasche d'acqua calda con una vista  mozzafiato: le terme di Hoffel. Non aspettatevi di trovare un sito termale di lusso poiché si tratta di quattro vasche molto spartane con la temperatura dell'acqua differenziata, l'ingresso è a pagamento e comprende anche un asciugamano. Ho letto su Tripadvisor commenti molto negativi rispetto questo sito, penso invece sia un posto per veri intenditori e per gli amanti della vita spartana senza troppe comodità e fronzoli, perciò l'ho molto apprezzato. 
Un'ultima tappa, davvero memorabile, è stata la visita serale ad una delle tante lagune del Vatnajokull raggiungibile percorrendo una strada vicino al sito termale; in realtà la percorrenza è riservata ai soli mezzi dotati di 4x4, ma con un azzardo e un super mezzo van come il mio (Nissan NV 200) sono riuscita a giungere a destinazione senza intoppi! Con una breve "scarpinata" si raggiunge un punto rialzato rispetto la laguna glaciale formata dai ghiacci e su cui galleggiano silenziosi gli iceberg, l'atmosfera creata dalle luci dell'imbrunire ha dato vita a giochi cromatici davvero indimenticabili che mi hanno emozionata molto: rimanere soli, in silenzio con i propri pensieri in un luogo così è stata un'emozione indescrivibile. 

DAY 8 SKAFTAFELL-JOKULSARLON-DIAMOND BEACH-KIRKJUBAEJARKLAUSTUR-VIK

Skaftafell è una delle zone del Parco Nazionale di Vatnajokull, uno dei luoghi di maggiore richiamo per i turisti che ogni anno raggiungono l'Islanda, un territorio incantevole che racchiude al suo interno vette, ghiaccio e attraversato dai tipici sandar. I sandar sono ambienti tipici di questa zona, si tratta di  immense pianure deserte dal fragile ecosistema, formatesi con l'azione millenaria dei ghiacciai e con le inondazioni improvvise causate dallo scioglimento delle calotte polari. Percorsi ed itinerari per scoprire queste distese di ghiaccio sono molti, il consiglio è di cercare il più adatto alle vostre esigenze, se scegliete zone difficilmente accessibili ricorrete  a tour organizzati che partono dal centro visite del Parco Nazionale Vatnajokull. Il Parco venne istituito nel 2008 con l'intento di creare una gigantesca area che unisse  la calotta glaciale del Vatnajokull ai parchi Skaftafell e Jokulsarhljufur, precedentemente istituiti e aperti al pubblico. I confini del parco custodiscono fiumi glaciali, splendide cascate come quella di Svartifoss e crateri vulcanici stratificati, insomma è un'area di grande importanza geologica, ecologica e storica. 
Conservata e protetta nella terra dei ghiacci è la laguna glaciale Jokulsarlon a metà strada tra Hofn e Skaftafell, anche in questo caso ogni descrizione non può certo rendere giustizia alla bellezza e alla magia che si respira in questo angolo di Islanda. Forse il tempo trovato in questa tappa è stato uno dei peggiori, ma il forte vento e la pioggia hanno reso ancora più autentico e affascinante il luogo. Gli iceberg si staccano da una delle diramazioni del Vatnajokull precipitando in acqua per poi essere trasportati dalla corrente verso l'Oceano Atlantico; le imponenti masse di ghiaccio presentano in alcuni casi striature dovute alle ceneri delle eruzioni vulcaniche e sfumature di un azzurro mai visto altrove. Gli iceberg non sempre riescono ad uscire dalla laguna e per farlo possono impiegare anche diversi anni, non si sciolgono mai, anzi continuano a ghiacciare; di tanto in tanto il silenzio viene spezzato dai tonfi degli iceberg che si staccano dalle masse di ghiaccio e che alle volte creano onde pericolose. Se come me decidete di visitare questo luogo alle prime ore dell'alba, le uniche forme di vita in cui vi imbatterete oltre a qualche uccello sono le foche, tra le poche creature che riescono a vivere con temperature così rigide. Che bello vederle nuotare tra i ghiacci, giocare tra loro e osservare le loro tecniche di pesca così goffe!
Alla foce del fiume Jokulsa si trova la famosissima Diamond Beach, una spiaggia di sabbia nera su cui si depositano i pezzi di ghiaccio che escono dalla laguna, la denominazione si rifa al fatto che questi iceberg sullo sfondo scuro sembrano proprio essere preziosi diamanti e non semplici pezzi di ghiaccio.  
Attrazione di notevole interesse storico è Kirkjubaejarklaustur (impronunciabile!), uno dei primi insediamenti fondato a fine 1100 da alcuni monaci irlandesi e sede di un monastero di suore benedettine da cui prese il nome la vicina cascata (Sytrafoss, Cascata delle Sorelle). I racconti narrano di questo sito religioso facendo riferimento a suore virtuose e peccatrici menzionando inoltre un tesoro nascosto nei dintorni. Attrazione dall'origine molto controversa è il Kirkjugof (pavimento della chiesa), un lastricato basaltico che secondo molti potrebbe essere un antico pavimento di una chiesa e che per altri è invece semplicemente un fenomeno geologico naturale. 

DAY 9 VIK-MYDRDALSJOKULL-REYNISFJARA-REYNISDRANGUR-SKOGAR-SKOGAFOSS-SELJALANDFOSS 


Anche la strada che porta a Vik lascia scorgere in lontananza le lingue del ghiacciaio, sono molte le fattorie sorte al confine con i ghiacci e che hanno conservato l'antico aspetto bucolico. Il Myrdalsjokull è il quarto ghiacciaio islandese per dimensioni. Al di sotto della calotta sonnecchia il vulcano Katla, cratere che erutta periodicamente attraverso il ghiaccio sommergendo la pianura costiera con una massa di acqua, sabbia e tefrite. Questo luogo, come molti cartelli sottolineano, è molto pericoloso:risulta difficile orientarsi, meglio evitare escursioni fai da te, anche se seguendo le indicazioni potete giungere nei suoi pressi per dare uno sguardo ravvicinato al ghiacciaio.
Piccola cittadina collocata sulla costa meridionale, la più a sud di tutta l'Islanda, è Vik considerata anche la più piovosa. E' un punto strategico da cui partono numerosi tour e che offre molto a chi vi arriva soprattutto dal punto di vista naturalistico. Il centro è dominato dalla chiesa Vikurkirkja, quest'anno sulla copertina della guida Lonely Planet Islanda, da qui potete godere di un panorama 360 gradi su Vik. Entrando all'interno dell'edificio costruito negli anni '30 vi stupiranno le particolari vetrate, istoriate con figure geometriche molto spigolose. La natura qui può essere molto pericolosa, la famosa spiaggia nera ad esempio è nota per le onde anomale che molto spesso travolgono i turisti che si avvicinano troppo; sui ghiacciai invece, a causa dell'attività vulcanica, si creano spesso pericolosi crepacci che divorano gli escursionisti meno esperti. Per questo ai turisti si chiede e ricorda semplicemente di rispettare la natura. Le vaste pianure di sabbia lavica di colore nero, collocate a est di Vik, si sono formate con il materiale fuoriuscito dalle viscere del ghiacciaio Myrdalsjokull durante le eruzioni del vulcano Katla. Se la storia del vulcano vi incuriosisce e volete approfondire le vostre conoscenze a riguardo potete spendere un'oretta al Lava Show a Vik, uno spazio espositivo moderno ed interattivo che propone l'esperienza dell'eruzione di un vulcano in totale sicurezza. Reynisdrangur è il luogo più celebre di Vik: un gruppo di faraglioni che si ergono dalle gelide acque dell'oceano come torri; secondo la tradizione sarebbero gli alberi di una nave che alcuni troll stavano saccheggiando quando furono sorpresi dai raggi di sole che li pietrificò. La mattina presto passeggiando sulla spiaggia ho potuto avvistare le famose pulcinelle di mare dal becco coloratissimo e dall'andatura impacciata,volatili curiosi e molto diffusi nel nord Europa. Sul versante occidentale vi è l'imponente crinale che sovrasta Vik e che conduce alla spiaggia nera Reynisfjara. Oltre la particolarità data dal colore nero del litorale altro elemento unico è un gruppo di colonne basaltiche che si innalzano a poca distanza dall'acqua,set perfetto per scatti fotografici.
Anche Skogar si annida sotto una calotta glaciale, è un piccolo agglomerato di case da cui partono numerosi trekking ed escursioni, anche qui non mancano caffè con ottime proposte di pasticceria. Ai margini occidentali si trova Skogafoss, cascata con un salto di 62 metri, qui ho avuto la fortuna di trovare qualche raggio di sole che finalmente mi ha regalato il tanto atteso arcobaleno da immortalare nelle foto! Si può salire in cima alla cascata con una ripida scalinata che la fiancheggia e poter così vedere dall'alto il salto verticale del corso d'acqua. Seljalandsfoss è l'ultima cascata "famosa" che ho visto. Il fiume Seljalandsá, Fiume Liquido, cade per circa 60 m offrendo con le luci del sole giochi di colore e arcobaleni pazzeschi. La particolarità di questa cascata è di avere un sentiero  che permette di arrivare dietro la cascata stessa per ammirarne il potente getto. Preparatevi ad uscirne completamente zuppi, ma ne vale la pena, è una prospettiva insolita per osservare una cascata!

DAY 10 SELJAVALLALAUG-REYKJAVIK-KEFLAVIK

Cosa fare l'ultima mattina in Islanda se non immergersi per l'ultima volta in una vasca termale? Così ho fatto, scegliendo le terme di Seljavallalaug, lontane dai sentieri turistici, immerse nel verde della natura, nel nulla più totale. Non essendo un luogo molto frequentato e battuto non è tenuta benissimo, lo spogliatoio in particolare è molto sporco, la vasca invece essendo stata costruita nel lontano 1923 è completamente rivestita di alghe verdi che rendono la pavimentazione molto scivolosa. L'acqua è molto calda vicino alla sorgente, diventa via via più fresca man mano che ci si allontana da essa, ma è sicuramente uno dei modi più suggestivi per trascorrere l'ultimo giorno e fare il pieno di vibrazioni positive.
Un'ultima passeggiata a Reykjavik per un po' di sano shopping last minute e l'ultimo luogo da scoprire di questo viaggio in Islanda è stato Keflavik.
Keflavik è una zona molto moderna e distante dai piccoli insediamenti islandesi, piena di costruzioni, agglomerati suburbani, locali e negozi. Non c'è molto da fare, ma con una passeggiata passeggiata si giunge nei pressi della scultura di Asmundur Sveinsson, famoso scultore islandese. Oltre il porto vi è una grotta nera dove una Gigantessa, personaggio dei libri per bambini di Egilsdòttir, sta seduta su una sedia a dondolo. Approfittate dei molti supermercati di Keflavik per acquistare prodotti enogastronomici da portare con voi in Italia. 

Che dire di questo viaggio in Islanda? Una terra magnifica, che stupisce e lascia senza parole ad ogni sguardo, una natura che ti conquista e ti entra dentro, un'energia che non trovi da nessuna altra parte al mondo...Insomma un'esperienza da fare almeno una volta nella vita, ma con la consapevolezza che una volta di nuovo a casa la porterai sempre nel cuore! 
Seguiranno in un articolo a parte le Dritte di Vagabionda a tema Islanda, non voglio dilungarmi troppo!

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VERDE, NATURA, CASCATE E TANTA ACQUA! IL MIO VIAGGIO IN ISLANDA PARTE 1



L'Islanda è stata per molti anni in cima alla lista di luoghi che mi sarebbe tanto piaciuto visitare, ma mai avrei pensato di riuscire a realizzare questo mio piccolo sogno in un periodo così delicato come quello che stiamo vivendo, invece, l'estate 2020, quella dell'emergenza Covid19 ha portato con sé qualche lato positivo come l'abbassamento del prezzo di  alcuni voli aerei.
Cercherò di essere il più sintetica possibile, ma ho davvero tanto da raccontare!

LA MIA ISLANDA IN BREVE

Periodo della vacanza: 29 luglio- 7 agosto, teoricamente il periodo migliore secondo le statistiche meteo, in pratica non ho quasi mai visto il sole!
Mezzo di trasporto per raggiungere l'Islanda: aereo, con la compagnia WizzAir ho trovato una tariffa molto vantaggiosa. 
Mezzo per gli spostamenti in Islanda: van...Dormi e mangi dove e quando vuoi!
Informazioni sanitarie Covid19: precauzioni e obblighi variano a seconda dei casi di contagio registrati sull'isola, all'arrivo ho dovuto sottopormi a tampone, ovviamente a mio carico, ma in alternativa a luglio 2020 si poteva osservare un periodo di quarantena di 14 giorni. Per informazioni dettagliate e aggiornate consultate il sito
Capitale: Reykjavik.
Moneta: corona islandese, potete pagare con carte di credito o bancomat dappertutto, perfino nei campeggi!
Cosa mettere in valigia: tanta voglia di camminare, spirito di adattamento, delle buone scarpe da trekking, occhi sempre vigili e pronti a osservare lo splendido paesaggio che vi accompagnerà in ogni momento del viaggio, infine ultimo, ma non meno importante un buon impermeabile!
Ore di luce a fine luglio/inizio agosto: tramonto, quando c'è il sole, intorno alle 23, alba alle 2:30 del mattino, le molte ore di luce vi consentiranno di sfruttare la giornata al 100%.
Budget totale della mia vacanza: 1300 euro comprensivo di viaggio aereo, tampone, noleggio van, spesa, musei ed extra.

DAY 1 REYKJAVIK- CIRCOLO D'ORO

Il primo giorno, poiché in attesa dell'esito del tampone, ho dedicato alcune ore all'esplorazione di Reykjavik, la capitale più a nord del mondo. La cosa che fin da subito mi ha colpita e vi colpirà è la sua anima eccentrica e creativa espressa nei colori accesi delle case, nelle forme delle costruzioni, nel design quasi surreale e nella vivacità dei suoi abitanti.
Reykjavik, "Baia dei fumi" per via del vapore sprigionato dalle bocche geotermiche, venne fondata da un norvegese in fuga dalla propria patria nell' 871 d.C., la leggenda narra che Ingòlfur gettò in mare i pilastri di legno collocati ai lati dei troni vichinghi e decise di stabilirsi nel punto in cui gli dèi li trasportarono a riva.
Si tratta di una cittadina piccola rispetto alle capitali europee che siamo abituati a frequentare, ma è comunque ricca di storia e punti di interesse. Vi consiglio una passeggiata mattutina nel centro, le vie pedonali sono rese particolari dalla presenza di arcobaleni, disegni colorati, murales, installazioni e decorazioni sui lampioni. Il quartiere della "vecchia Reykjavik" conserva edifici storici e si trova in prossimità di un lago artificiale, qui si trovano il Parlamento, il Municipio e una graziosa chiesa luterana bianca. Poco distante, raggiungibile a piedi, c'è il "Vecchio Porto", un quartiere rinato negli ultimi anni arricchendosi di musei, spazi per l'intrattenimento, gallerie d'arte e ristoranti vista mare. Se vi interessa da qui partono molte escursioni in barca per vedere la balene, le pulcinelle di mare e quando è periodo l'aurora boreale.
Purtroppo con le modifiche degli orari di apertura causa covid, non sono riuscita a visitare nessun museo, ma voglio consigliarvi una visita al Museo delle Saghe e al Museo d'Arte, che dalle descrizioni della guida mi sono sembrati molto interessanti. Una tappa obbligatoria è la chiesa Hallgrimkirkja, la grande e imponente costruzione che domina lo skyline della città, uno dei monumenti più riprodotti e rappresentati dell'isola. E' possibile salire in cima alla torre e godere di una vista mozzafiato su Reykjavik (costo 8 euro); l'architetto che costruì la chiesa cercò di creare uno stile che incorporasse gli elementi naturali dell'isola, per questo ai lati della torre ci sono delle colonne che ricordano il basalto vulcanico. 
Poco distante dalla capitale, nella regione sud-occidentale, si trova un piccolo assaggio delle meraviglie custodite in Islanda: il Circolo d'Oro; è un percorso turistico che comprende Þingvellir (punto di incontro delle placche tettoniche), Geysir (getti di acqua calda che eruttano oltre 100 volte al giorno) e Gulfoss (un'enorme cascata). L'itinerario è molto vasto, si snoda per 300 km, quindi potete selezionare a seconda dei tempi e del vostro interesse su cosa concentrarvi maggiormente. Personalmente ho scelto di fare una camminata nell'area di Þingvellir, dove gli antichi Vichinghi fondarono il primo parlamento democratico al mondo; l' UNESCO ha dichiarato questo sito Patrimonio dell'Umanità nel 2004.
La pianura di  Þingvellir è situata nel punto di confine delle placche tettoniche del Nord America e dell'Europa, ogni anno esse si allontanano l'una dall'altra da un minimo di 1 mm a un massimo di 18 mm! E' decisamente rilassante passeggiare tra le placche, lo scenario è molto suggestivo, io ho scelto di percorrere un sentiero poco battuto partendo dal parcheggio del centro visite del parco (anziché dal famoso ponte di legno a cavallo delle due placche).
Geysir è una delle attrazioni turistiche più note dell'Islanda, significa letteralmente eruzione ed è la sorgente di acqua calda da cui hanno poi preso il nome tutti gli altri geysir.  Si trova nella zona geotermica di Haukadalur, una valle con sorgenti termali caldissime, pozze dall'azzurro intenso, zone con ribollenti fanghi termali ed elementi minerali dai colori accesi. Fortunatamente il primo giorno il tempo è stato clemente e mi ha regalato un bel tramonto proprio qui a Geysir, è molto emozionante osservare il getto ribollire nella pozza e vederlo improvvisamente eruttare verso il cielo, il tutto è stato reso ancor più magico dalle luci della sera. 
Ultima attrazione del Circolo d'Oro è Gulfoss, la maestosa cascata del fiume Hvìtà, il salto di circa 32 metri è collocato in un contesto naturalistico davvero sorprendente: intorno l'erba è verdissima, sembra quasi una moquette per la sua perfezione e con la luce del sole che si infrange contro l'acqua si formano bellissimi arcobaleni. Potete osservare Gulfoss dall'alto oppure avvicinarvi maggiormente, personalmente ho preferito la prima opzione. 

DAY 2 KERID-VESTURLAND- SNAEDFELLSJOKULL

Il percorso iniziale pensato per questo viaggio on the road è stato quello della famosa Hringvegur (la strada di circa 1350 km che percorre il perimetro dell' isola) in senso orario, quindi partendo da sud, ma dopo aver consultato il meteo si è decisa percorrenza in senso antiorario, partendo dai fiordi occidentali (decisione inutile perché l'acqua è stata comunque una compagna di viaggio sempre presente!).
Prima di lasciare il Circolo d'Oro una tappa a cui non si può rinunciare è Kerid, un cratere vulcanico formatosi 6500 anni fa in seguito a un'esplosione; l'ingresso è a pagamento, ma ne vale sicuramente la pena, in circa 20 minuti percorrerete la circonferenza del cratere al cui interno nel corso dei secolo si è formato un lago dalle acque azzurre limpidissime, i colori che osserverete qui sono molto contrastanti tra loro: rosso intenso della terra, grigio dalle tonalità chiarissime del cielo, verde vivido del muschio e trasparenza dell'acqua. 
Macinando qualche centinaia di chilometri si giunge nella parte occidentale dell'isola che al suo interno condensa tutte le  bellezze naturali che troverete sul territorio: spiagge chilometriche, villaggi antichi, colori mai visti e una natura impervia ancora intatta.
Dopo una piccola pausa caffè a Borgarnes, località che ospitò i primi insediamenti umani in Islanda, ho visitato il paese medioevale di Reykholt. Qui visse e fu ucciso una delle personalità di spicco del Medioevo islandese Snorri Sturluson, infatti qui i punti di interesse  ruotano proprio intorno alla  figura del condottiero/studioso islandese. Camminando per il piccolo centro mi sono imbattuta nella Snorralaug (piscina di Snorri), una vasca circolare antichissima alimentata da una sorgente termale, le pietre con cui è stata costruita questa laug sono originali e risalgono al X secolo, Snorri qui si immergeva e meditava. Accanto alla vasca si apre un tunnel rivestito con pannelli in legno che conduce alla fattoria di Snorri. Secondo gli studiosi questa è stata la prima struttura termale costruita dell'uomo in Islanda, non è però possibile rilassarsi al suo interno a causa della temperatura troppo alta dell'acqua. 
Proseguendo verso la penisola di Snaefellsnes mi ha colpita il paesaggio quasi surreale: maestoso e pieno di energia con grandi spianate di lava, cascate, rilievi e fiumi. A Budir si trova un'interessante  chiesa nera immersa nei campi di lava quasi a picco sul mare, la costruzione originale bruciò nel 2001, ma venne riedificata e l'attuale edificio è molto simile a quello andato perduto. Dalla chiesa potete fare un piccolo trekking in piano, ben segnalato e con la presenza di pannelli che raccontano la storia della natura di questo luogo, a farvi compagnia tante pecore e ovviamente il ticchettio della pioggia che si infrange sull'impermeabile! Qui le leggende narrano della presenza di un piccolo centro abitato, Budahraun, in cui vivono gli elfi e sotto cui essi costruirono un tunnel di lava lastricato d'oro e pietre preziose che conduce fino a Sturtshellir. Altro angolo da fotografare, poco distante dalla chiesa nera, è una cascata con un salto molto alto e caratterizzata dalla presenza di colonnine basaltiche, con un percorso di 20 minuti potete avvicinarvi, ma per raggiungerne la base il sentiero diventa più tortuoso e in pendenza.
La strada che porta a Grundarfjordur è molto impegnativa, ma anche in questo tratto gli scorci che si aprono agli occhi di chi la percorre per la prima volta lasciano estasiati: laghetti, muschio verde, animali selvatici che attraversano improvvisamente la strada, cielo minaccioso e tanta pietra. Una volta giunti alla baia in cui sorge la cittadina potrete osservare cascate e vette innevate, il tutto avvolto da una sottile nebbiolina che rende ancor più suggestiva questa località. La nebbia qui dicono essere una presenza costante, il paesaggio è stupefacente, forse proprio per questo le comunità di pescatori hanno nel tempo deciso di stanziarsi qui. A vegliare su Grundarfjordur si erge il Kirkjufell, montagna dalla forma particolarissima, a me ha ricordato infatti il cappello parlante di Harry Potter, alta 463 m. è uno dei luoghi più immortalati nelle fotografie dei turisti. Il Kirkjufell fa da sfondo alla cascata Kirkjufellsfoss, sarebbe stato bello poter vedere questa meraviglia della natura con le luci del tramonto, ma ancora una volta il grigio del cielo plumbeo ha prevalso regalandomi comunque bellissime sensazioni. E' comunque stato impagabile dormire in van ai piedi della  montagna, aprire il portellone alla mattina svegliata dal belato delle pecore al pascolo e osservare la strana forma del rilievo. Per un risveglio più immediato vi consiglio di lavarvi il viso con le acque freschissime della cascata!

DAY 3 LAUGAR-REYKHOLAR-HVAMMSTANGI-HVTSERKUR

Il terzo giorno le ore spese in macchina sono state molte, ma non vi peserà mai rimanere alla guida con dei panorami così incredibili, la sensazione è sempre quella di essere finiti in un dipinto in cui le tonalità di verde, marrone e grigio sembrano mischiarsi in continuazione regalando scenari unici.
Dopo la seconda notte trascorsa in van la prima necessità della giornata è stata quella di immergersi in acque calde, per questo la prima tappa è stato il villaggio di Laugar luogo di nascita di Gudrun Osvifursdottir, protagonista della Saga Laxdaela (saga islandese).  Gli storici qui hanno individuato la Godrunarlaug (Vasca di Godrun): è gratuita e troverete un piccolo spogliatoio in legno su cui sono incise le famose rune islandesi. In lontananza, mentre siete immersi nelle tiepide acque della vasca, si scorge l' affioramento roccioso ritenuto da molti "la cattedrale degli elfi".
La costa meridionale dei fiordi occidentali è poco popolata, non vi sono veri e propri centri abitati, ma casette sparse qua e là nella natura intatta; la strada in questi fiordi remoti è poco battuta, spoglia e allo stesso tempo spettacolare, forse proprio per questo molte specie a rischio estinzione hanno trovato qui il loro habitat ideale. Reykholar è uno dei centri più grandi che ho incontrato, sorta su un'area geotermica è frequentata quasi esclusivamente per il birdwatching. 
Continuando sulla  Hringvegur si raggiunge Hrutafjordur, confine tra Islanda nord-occidentale e i fiordi occidentali, Hvammstangi è tappa obbligatoria, il motivo di richiamo per i molti turisti è la presenza di colonie di foche che dimorano nelle vicinanze. Le opzioni per l'osservazione di questi dolci animali sono molte: escursioni a cavallo, trekking di facile intensità e uscite in barca per circumnavigare la Penisola di Vatnsnes. Questa penisola è un luogo di aspra bellezza, caratterizzato da colline scoscese che si susseguono lungo la dorsale, il punto più interessante è Hvitserkur, punto in cui si alza dal mare il famoso faraglione alto 15 metri. La leggenda narra di Hvitserkur, un troll sorpreso all'alba mentre cercava di distruggere il monastero di Pingeyrar a causa del rumore assordante delle sue campane, poiché calcolò male le distanze venne pietrificato dai raggi del sole. Personalmente la sua forma mi ha ricordato più un elefante che si abbevera nelle acque del mare piuttosto che un troll. Scendendo lungo il sentiero che parte ben segnalato dal parcheggio c'è una spiaggia di sabbia nera dove se avete fortuna potete vedere sostare le foche.

DAY 4 BLONDUOS-SKAGAFIORDUR OCCIDENTALE-GLAUMBAER-HOSFOS

Lasciata la penisola di Vatnsnes ci si addentra nell'Islanda settentrionale, Blonduòs è una buona meta per una pausa ristoro, peculiarità che la contraddistingue è la chiesa dalle linee moderne, di recente costruzione, potete gironzolare a piedi dato che è un centro molto piccolo. Altra caratteristica della cittadina è che in mezzo al corso del fiume Blanda sorge un isolotto collegato all'abitato per mezzo di un piccolo ponte pedonale, passeggiare su questa particolare isola è molto piacevole perché permette l'osservazione di uccelli rari.
Skagafjordur è famosa per gli allevamenti di cavalli, i paesaggi selvaggi incontaminati, per le vestigia storiche e per l'offerta di attività da svolgere all'aperto. Tappa non molto distante da Skagarfjordur è un'interessante fattoria-museo che mi ha affascinata molto: Glaumbaer. Questo sito storico risale al XVIII secolo e vi ho trovato un museo davvero ben conservato con un allestimento molto originale; propone un percorso all'interno di una tradizionale fattoria islandese con il tetto in torba, si tratta di un complesso di piccoli edifici collegati tra loro da una strada di passaggio centrale. A Glaumbaer sono perfettamente conservati gli antichi vani abitativi pieni di oggetti d'uso quotidiano, mobili attrezzi e utensili d'epoca, il tutto consente di farsi un'idea della vita all'epoca di costruzione del curioso complesso. 
Infine prima di raggiungere Akureyri, seconda città d'Islanda per dimensioni, suggerisco un pit stop a Hosfos, villaggio di pescatori e centro di commerci fin dal XVI secolo. Nella maggior parte dei piccoli paesi islandesi ho trovato eleganti cafè con un  notevole assortimento di squisita pasticceria, una delle torte che ho gradito maggiormente è stata quella alle carote, ma lasciatevi tentare anche dalle paste e dai lievitati alla cannella!

DAY 5 AKUREYRI-GODAFOSS-LAGO MYVATN

Akureyri è una città che negli ultimi anni ha iniziato a far parlare molto di sé, come a Reykjavik nel centro vi sono installazioni, arcobaleni dipinti sul manto stradale e costruzioni dalle linee bizzarre, ma presenta anche una buona selezione di ristoranti, caffè, gallerie d'arte e negozi. La sera qui c'è addirittura un po' di vita notturna, cosa che non ho mai riscontrato in altri luoghi che non siano la capitale! La piccola metropoli si colloca in un contesto suggestivo: alzando lo sguardo si svettano montagne dalle cime innevate e abbassandolo trovate il mare, un contrasto che la rende molto affascinante.  Un'attrazione che vi consiglio è il giardino botanico, con ingresso gratuito alle spalle della maestosa chiesa, la varietà di flora è notevole se considerate che siamo a poca distanza dal Circolo Polare Artico. Sono conservate le principali specie endemiche islandesi e piante di alta quota provenienti da tutto il globo. Akureyri è dominata da Akureyrarkirkja, progettata dallo stesso architetto della chiesa di Reykjavik, le somiglianze infatti non sfuggono ad uno occhio attento; elemento che la differenzia è la presenza all'interno di una nave che pende dal soffitto: come la tradizione nordica vuole, si tratta di un offerta votiva per ottenere la protezione divina delle persone care partite via mare. Dopo cena, all'imbrunire (h 23:30), potete passeggiare sul lungomare, qui vi è un sentiero che costeggia il fiordo.
Nel tratto compreso fra Akureyri e Myvatn troverete Godafoss, la Cascata degli Dèi, formatasi nel bel mezzo di un campo di lava. Anche in questo caso una leggende si lega a questo luogo, nell'anno Mille il Parlamento si radunò  l'oratore addetto alle leggi fu costretto a decidere quale dovesse essere la religione del paese. Dopo aver riflettuto dichiarò l'Islanda cristiana e rientrando a casa, passando proprio accanto a quella cascata, gettò nelle sue acque le statue delle divinità pagane, da qui deriva il nome. Anche per questa foss le prospettive di osservazione sono molte, io le ho provate tutte!
Altra perla del situata nel nord-est dell'isola è la zona del Lago Myvatn, uno specchio d'acqua famoso per la ricca avifauna e per i panorami di bellezza quasi lunare, oltre che per le ribollenti pozze di fango ribollente, le bizzarre formazioni laviche, fumarole e crateri. Un tempo il bacino del lago era completamente ricoperto dai ghiacci poi distrutti dalle violente eruzioni vulcaniche che lo occlusero, il risultato che oggi vediamo è conseguenza di numerosi fenomeni geologici antichissimi. Negli anni '70 fu costruita un'area di conservazione naturalistica e l'estremità meridionale del lago è protetta in quanto monumento naturalistico nazionale. Anche qui sulle sponde del lago Myvatn, immersi nella più totale tranquillità e nel silenzio, è possibile praticare bird watching.

QUESTI SONO STATI I MIEI PRIMI CINQUE GIORNI IN ISLANDA...SEGUIRANNO GLI ALTRI CINQUE E TUTTI I CONSIGLI PER UN VIAGGIO INDIMENTICABILE!!


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CASCATE DI VARESE: UN LUOGO CHE NON TI ASPETTI

Cascata Fermona

Un paio di settimane fa navigando su Google maps mi sono imbattuta in un luogo che fin da subito ha suscitato in me interesse e curiosità: le cascate di Varese! Mai avrei pensato di scovare un angolo così in Lombardia a pochi chilometri dal caos e dal traffico tipico di queste zone.
Questo spettacolo della natura si trova a pochi passi da Ferrera di Varese un piccolissimo borgo, le cascate sono infatti conosciute anche come "Cascate della Ferrera".  

Il percorso...

Partendo dal centro di Ferrera vi sono fin da subito cartelli che indicano la via per raggiungere le cascate, due in tutto, una più piccola e una molto più suggestiva di dimensioni maggiori. La prima parte di sentiero è adatto a tutti poiché di facile percorrenza, nella seconda parte invece essendo sterrato diventa più scivoloso (consiglio di usare scarpe con un buon grip sul terreno). Giunti al primo bivio in soli 5 minuti si arriva alla cascata piccola, continuando per altri 10 minuti invece si raggiunge quella più grossa che merita sicuramente una sosta e che vi incanterà con il suo salto di ben 30 metri.
Alcuni tratti del percorso per giungere alla Cascata Fermona sono abbastanza insidiosi poiché molto scoscesi, attraversati da radici e con scarsa manutenzione; la parte finale del sentiero che scende al fiume presenta ancora i segni della caduta di un albero che ha danneggiato le protezioni: massima prudenza durante la discesa!
Una volta in prossimità del fiume bisogna effettuare una piccola traversata per poter arrivare sotto la cascata, un ultimo sforzo per ammirare questo spettacolo della natura! Per guadare il piccolo corso d'acqua possono essere utili della scarpette da scoglio o delle ciabatte, in alcuni tratti i sassi sono alquanto scivolosi. 

...La mia esperienza

Non avendo molto tempo libero in settimana ho deciso di andare alla scoperta delle cascate una domenica di luglio...Scelta sbagliatissima!! Già all'entrata del paese le macchine in cerca di parcheggio erano tantissime, parlando con un volontario della protezione civile ho scoperto che a causa del grande affollamento domenicale al pomeriggio il paese sarebbe stato chiuso. Titubante sul da farsi ho deciso di andare comunque. Già nella prima parte di sentiero mi sono imbattuta in famiglie, gruppi di amici e passeggiatori solitari, il tutto in barba ai divieti di assembramento previsti dalla regione Lombardia per contrastare il Covid, ma il peggio doveva ancora arrivare! Nella parte più ostica di sentiero, quella finale per scendere alla cascata Fermona, c'era una vera e propria coda per scendere! L'affollamento nei pochi tratti in cui poter stendere gli asciugamani è stato davvero inaspettato, ma questo non ha deluso le mie aspettative rispetto la cascata: bellissima con il salto della Margorabbia che incanta ad ogni sguardo, il tutto inserito in contesto naturale selvaggio e verdissimo.
Consiglio di visitare questo angolo di paradiso in settimana, in orari strategici come le prime ore del giorno o nel tardo pomeriggio per godere appieno della tranquillità del posto, assaporando i profumi del bosco e lasciandosi cullare dallo scrosciare dell'acqua!
Io tornerò sicuramente :)

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PRIMO VIAGGIO DOPO IL LOCKDOWN: WEEKEND NELLE MARCHE


Per molti mesi, durante il lockdown, ho sognato di prendere la macchina, macinare chilometri, camminare, respirare l'aria di mare, bagnare i piedi nell'acqua salata e più semplicemente vedere posti...Quasi non mi sembrava vero che il momento di tornare a viaggiare fosse arrivato davvero!
Ho scelto di trascorrere un weekend lungo, da giovedì a domenica, nelle Marche, regione che non conoscevo bene se non per qualche località balneare in cui ho trascorso le vacanze da piccola. 

Le Marche una regione tutta da scoprire...

Ovviamente in quattro giorni non si può certo pensare di poter visitare una zona così ricca, ma con una buona programmazione prima di partire sono riuscita a stendere un itinerario completo!
Il territorio marchigiano è davvero sorprendente: ricco di piccoli borghi, città d'arte, mare con acqua cristallina e montagne che nulla hanno da invidiare ai rilievi più alti. Una delle caratteristiche del fascino delle Marche è dato dal fatto di essere ancora una regione in parte sconosciuta dai turisti, forse anche a causa della pandemia non ancora del tutto debellata, questo ha consentito di visitare alcuni luoghi in quasi totale solitudine respirando l'atmosfera dei tempi che furono. 
Come sempre prima di un viaggio mi piace informarmi sulla storia della meta in cui voglio recarmi e nelle Marche i principali luoghi d'interesse sono stati il risultato di stratificazioni culturali e di mix che hanno avuto luogo nel corso dei secoli, con i piceni prima e con i romani poi.
Oltre a cultura e natura un aspetto da non trascurare assolutamente è quello gastronomico ed anche in questo campo le Marche hanno davvero molti punti di forza! Nella zona costiera si possono gustare i tipici sapori dell'Adriatico mentre nell'entroterra l'enogastronomia soddisfa anche i palati più esigenti.
Dai pochi giorni trascorsi tra colline e relax in spiaggia ho capito che questa regione dell'Italia centrale ha moltissime sfaccettature come del resto lo sono i marchigiani inizialmente schivi, ma persone toste, generose e "caciarone". 

DAY 1 Numana

Il primo giorno, dopo aver viaggiato in macchina per circa sei ore, io e mia sorella (compagna di viaggio di questo weekend) ci siamo letteralmente fiondate in spiaggia! Abbiamo scelto come base per i nostri spostamenti il piccolo borgo di Numana, quindi la prima spiaggia in cui ci siamo letteralmente arenate è stata la Spiaggia del Frate. Questa parte di Adriatico è un vero e proprio angolo di paradiso immerso tra il verde del Monte Conero e la roccia bianca, il mare neanche a dirlo turchese con acqua pulita e cristallina, niente a che vedere con Rimini e Riccione! 
Prima di ritrovarci in spiaggia l'unico timore che frenava la nostra voglia di andare al mare era il solito affollamento che si è soliti trovare nelle spiagge libere, ma la situazione ben gestita dal comune era perfettamente sotto controllo con distanziamento di sicurezza obbligatorio regolato dalla presenza di pali in legno vicino a cui bisognava stendere asciugamani e sorveglianza da parte dei bagnini. 
Dopo qualche ora di relax in riva al mare abbiamo visitato Numana, non vi occorrerà molto tempo dato che il centro è davvero piccolo! La Costarella, attrazione pittoresca di questa località, è una stradina interamente gradinata lunga qualche centinaio di metri e con una discreta pendenza, costeggiata da tipiche case in pietra e tanto verde in vasi, collega l'accesso meridionale del paese alla Torre del Pincio (in realtà un arco che in passato faceva parte di un punto di avvistamento di epoca romana). Il tramonto sul porto da qui offre colori stupendi e nella piazzetta su cui si erge l'arco troverete molti locali in cui fare aperitivo o cenare con vista mare.
Purtroppo visto il difficile periodo che l'Italia sta attraversando non ho potuto visitare l'area archeologica in cui vi è una tomba picena del IV secolo a.C., la cosiddetta "tomba della regina"per via della ricchezza dei reperti che custodiva al suo interno.
Vi consiglio di passeggiare nei pressi del municipio sul calar della sera le luci, i profumi e l'atmosfera che si respirano sono stati davvero rigeneranti. 

DAY 2 SPIAGGIA DUE SORELLE-OSIMO-SIROLO

Se siete amanti del mare e delle spiagge è d'obbligo un bagno nella bellissima spiaggia Due Sorelle! A mio avviso una delle più belle spiagge che le Marche possano offrire e la più famosa di Sirolo; il mezzo consigliato per accedervi è via mare con partenza dal porticciolo di Numana, ma per i più esperti camminatori c'è il Sentiero del Lupo. In questo periodo la prenotazione del traghetto è obbligatoria per evitare assembramenti, molti senza prenotazione non sono salpati, quindi suggerisco di mandare una mail o di telefonare direttamente i Traghettarori del Conero per prendere accordi su orari partenza e rientro. 
Il trasferimento in traghetto è breve (circa 20 minuti), all'interno e all'esterno dell'imbarcazione sono rispettate tutte le norme di igiene e sicurezza (equipaggio con mascherina, igienizzanti mani ovunque, posti con distanziamento obbligatorio...). Il viaggio è accompagnato da una registrazione che ripercorre la storia di Numana e Sirolo indicando in tempo reale punti della costa; anche il nome della spiaggia viene spiegato dalla guida turistica 2.0: i due imponenti scogli quasi gemelli che emergono dal mare ricordano due sorelle in preghiera orientate verso il monte Conero. La caletta è veramente bella, grazie alle presenze contingentate non era nemmeno sovraffollata come dalle foto che ho visto in rete risalenti ad altri anni quindi ci siamo godute a pieno la bellezza incontaminati di questo luogo, essendo all'interno di una riserva non è consentito fumare o raccogliere sassi e conchiglie. Grazie al fondale composto da sassi bianchi l'acqua assume tonalità di azzurro molto intenso...Attenzione una foto tira l'altra!
Dopo una rigenerante giornata trascorsa al mare e con un colorito decisamente migliore è ora di visitare il borgo di Osimo un elegante insediamento collocato sulle colline e protetto da maestose mura.
Le origini di Osimo sono molto antiche, fu fondato dai Romani che già nel 157 a.C. costruirono un imponente sistema difensivo, durante l'epoca medioevale fu un importante centro politico e militare. Agli inizi del XII secolo diventò libero Comune mentre nel XV secolo subì le signorie di Malatesta di Rimini e di Francesco Sforza poi, fino al 1500 quando tornò sotto influenza pontificia. Il passato di Osimo fu sempre molto prospero e fortunato, per questo nel tempo sono sorti edifici realizzati da famosi architetti del tempo. Presa dalle truppe napoleoniche venne annessa al Regno d'Italia, in tempi più recenti durante l'occupazione nazista di Ancona tutte le attività amministrative del capoluogo vennero trasferite qui, nel luglio 1944 Osimo viene liberata dai partigiani aiutati dai soldati polacchi di stanza nella regione. 
I principali monumenti e punti d'interesse sono collocati nel centro storico della cittadina: Palazzo Comunale, di stampo quattrocentesco ha un'alta Torre Civica risalente al XII secolo, Grotte del Cantinone (che non ho visitato in quanto chiuse), Fonte Magna, Mura Romane, Cattedrale di San Leopardo, Battistero...Insomma piccolo ma ricchissimo questo borgo!
Sirolo non mi ha entusiasmata...E' un tipico paesino di mare! Carino il cosiddetto Piazzale Marino che fa da balcone sull'Adriatico, ma per il resto offre molto di più per le spiagge (Urbani, San Michele, dei Sassi Neri e Due Sorelle).  

DAY 3 PORTO RECANATI-CAMERANO

Vicinissimo al promontorio del Conero una delle spiagge più lunghe e meno affollate è quella di Porto Recanati. Anche qui neanche a dirlo acqua e spiaggia sono pulitissime...Tanto che passeggiando, tra sabato e domenica, mi sono imbattuta in ben quattro stelle marine spiaggiate sul bagnasciuga a causa del mare mosso. Se decidete di rimanere in spiaggia fino a tardi potrete riempirvi gli occhi con il blu profondo del mare e godere delle luci del tramonto leggendo e sorseggiando una birra fresca. 
Come di consueto in orario aperitivo scatta la visita ai borghi! Camerano situato al confine sud-ovest del Parco Naturale del Conero è una vera e propria città sotterranea  che si sviluppa all'interno della collina su cui sorge l'abitato medioevale. L'attrazione principale sono le Grotte, un affascinante e intricato labirinto scavato nell'arenaria nel V secolo a.C.; passeggiare nelle silenti viuzze di Camerano è molto rilassante e si possono trovare molti punti panoramici vista mare e colline con tanto di chioschi e bar in cui poter sorseggiare un rinfrescante bicchiere di bianco locale. 


DAY 4 ANCORA RELAX AL MARE

Dato che la spiaggia di Recanati ci è piaciuta molto abbiamo deciso di spendere le ultime ore di ozio prima di ripartire proprio qui, il luogo perfetto in cui ricaricare le batterie prima della settimana lavorativa che ci aspettava!!

I CONSIGLI DI VAGABIONDA

Campi di grano: scendendo da Osimo ci siamo imbattute in un casale immerso nel verde e affacciato su splendidi campi di grano...Abbiamo parcheggiato la macchina e siamo scese per ammirare le spighe dorate rese ancor più belle dalle luci del tramonto. Se siete fortunati sentirete pochissime macchine e osserverete il calar del sole con il sottofondo di grilli e cicale. Scattate foto rispettando la proprietà privata e soprattutto il campo stesso potrebbe essere frutto di duro lavoro e tanti sacrifici.

Campi di girasoli: tipici del centro Italia costeggiano le strade dirigendosi nell'entroterra, ne abbiamo trovati tantissimi nei dintorni di Porto Recanati in direzione Loreto. Purtroppo molti ancora non erano del tutto sbocciati, ma altri erano già al massimo del loro splendore con fiori altissimi e tonalità di giallo che solo a guardarle mettono di buonumore! Anche qui una tappa e qualche scatto sono d'obbligo...Ma sempre con rispetto!

Un calice di buon vino vista colline: viaggiando verso l'interno in uno dei moltissimi borghi presenti sulle colline potete concedervi una degustazione di vini locali accompagnati da formaggi (o da affettati io non li mangio!). I principali vini bianchi locali sono: Bianchello del Metauro, Falerio dei Colli Ascolani, Passerina di Offida, Pecorino di Offida, Verdicchio di Jesi e Verdicchio di Matelica.

Cena in una buona osteria: Osteria del Poggio è stata una buonissima scoperta! Se siete in cerca di tipicità marchigiane questo è il luogo giusto, il menù è molto vario e segue la stagionalità degli ingredienti ovviamente è accompagnato da una buona selezione di vini locali. Io ho assaggiato i passatelli uno dei pochi piatti senza carne ed erano veramente deliziosi.






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