IL MIO VIAGGIO IN ISLANDA PARTE 2

 


CONTINUIAMO CON IL VIAGGIO...

DAY 6 AREA GEOTERMICA BJARNARFLAG-DETTIFOSS- SELFOSS-SUDLAGIL CANYON

Il sesto giorno, sempre all'insegna di pioggia, vento, freddo e cielo grigio, i miei occhi hanno potuto godere di paesaggi molto diversi tra loro, dai colori sorprendenti, ma soprattutto alternati in pochi km gli uni dagli altri.
L'area geotermica di Bjarnarflag è davvero indescrivibile, la sensazione è quella di essere stata catapultata direttamente nel centro pulsante e pieno di calore della Terra, l'intera valle infatti è cosparsa di bocche fumanti, pozze di fango ribollente e fumarole. Ciò che si respira in questa zona è uno strano olezzo di zolfo, misto all'odore di uova andate a male, se questo intenso mix vi infastidisce la mascherina può tornare molto utile come protezione per il naso! L'intera area è dominata dal crinale del monte Nàmafjall, su cui si può salire per godere del panorama geotermico dall'alto, molto particolare e interessante per la colorazione del terreno rosa-arancione-ocra disseminato da bocche fumanti. Personalmente ho trovato questo sito molto più particolare rispetto a quello di Geysir proprio per le sfumature di colore delicate che regala ai visitatori. 
Altra forza della natura è lo spettacolo della cascata Dettifoss, una delle più impressionanti di tutta l'Islanda. Il salto non è altissimo, 45 metri, ma la portata è davvero abbondante ben 400 metri cubi di acqua al secondo! Si tratta della cascata con capacità di acqua maggiore in Europa, gli spruzzi di acqua che genera sono visibili fino a un 1 chilometro di distanza. Anche Dettifoss offre due prospettive di osservazione ai lati del canyon, tra i due però non vi è alcun collegamento ed entrambi richiedono una camminata di 15/20 minuti dal parcheggio. Io ho scelto la riva occidentale perché da qui parte un secondo percorso che consente di raggiungere Selfoss, una cascata più piccola, ma che comunque merita una tappa. Vi consiglio di non arrivare alle due cascate in orari di punta per evitare di avere troppa gente intorno. 
Rimettendosi in marcia verso l'Est un'escursione nel Sudlagil Canyon non può mancare. E' un luogo che ho trovato grazie ad Instagram, nella guida infatti non ho trovato alcuna menzione di questo particolare paesaggio, ma forse è stato un bene dato che non ho incontrato praticamente anima viva qui. Devo dire che trovare il punto esatto in cui parte il trekking non è stata cosa facile, il navigatore non è riuscito a individuare la stradina esatta in cui scendere e dopo una serie di manovre esplorative ho trovato i cartelli con le indicazioni per raggiungere il luogo di partenza. La camminata si snoda tra sterrato, campi  e roccia per circa 5 km (circa 10 km andata e ritorno, ma dipende da quanto volete immergervi nel canyon), non presenta particolari difficoltà anche se a tratti è necessario guadare alcuni fiumiciattoli. Una delle prime meraviglie che si aprono dinnanzi a voi mentre vi addentrate nel canyon, è una cascata con le pareti piene di colonne in basalto nere, un contesto davvero sorprendente e curioso. Continuando a percorrere il sentiero si inizia a scorgere il canyon basaltico vero e proprio affascinante per la composizione e per i contrasti cromatici tra l'azzurro delle acque glaciali del fiume che lo attraversa e i toni scuri delle colonne che si ergono da esse. Le foto non rendono bene ciò che gli occhi qui possono catturare e soprattutto non potranno mai esprimere lo stupore che suscitano in chi si trova immerso in questo luogo per la prima volta, mi ha davvero colpita l'architettura creata dalla natura con i suoi processi millenari e ancora una volta mi sono innamorata di questa terra dall'energia incredibile. 

DAY 7 LAGARFLJOT-EGILSTADIR-SEYDISFJORDUR-HOFN-TERME HOFFEL-VATNAJOKULL-VIK

Dopo aver speso la notte in van nei pressi di Sudlagil Canyon mi sono svegliata carica di energia, positività e ancor più impaziente di iniziare a esplorare l'Islanda orientale, chiamata Austurland. Questa parte dell'isola ha un fascino proprio, poco popolata e con panorami molto variegati tra loro: ripide montagne, cascate e villaggi incastonati nella costa frastagliata dai fiordi. 
Viaggiando nell'entroterra mi sono trovata dinnanzi a un pittoresco lago dalle acque grigiastre calmissime, Lagarfjolt, bacino in cui  pare dimori un mostro che ha fatto la sua comparsa in epoca vichinga. Lagarfljotsormur è una creatura serpentiforme avvistata l'ultima volta nel 2012 da un contadino del posto. Leggenda o realtà? Una cosa è sicura il mostro non teme il freddo dato che le acque che sgorgano nel lago giungono direttamente dalla calotta glaciale del Vatnajokull. Poco lontano  si trova Egilstadir, una cittadina che dispone di molti servizi e di ottime panetterie con vista lago per una colazione unica!
Il punto più orientale che ho raggiunto, e forse uno dei luoghi che maggiormente porto nel cuore, è Seydisfjordur pittoresca cittadina circondata da vette innevate con casette in legno dipinte con colori vivaci. Fortunatamente percorrendo la strada che collega Egilsstadir a Seydisfjordur il sole mi ha fatto compagnia e mi ha regalato scorci bellissimi e coloratissimi. L'origine di Seydisfjordur è abbastanza recente, sorse nel 1848, come centro di commercio e fece fortuna poco dopo grazie alla pesca delle aringhe. Il fiordo qui offre protezione al villaggio ed è per questo che con il tempo è diventato un importante centro per i pescatori islandesi. Durante la Seconda Guerra Mondiale Seydisfjordur fu utilizzata dalle truppe britanniche e statunitensi come base militare, ma venne bombardata dagli aerei tedeschi che miravano ad una petroliera; le bombe mancarono il bersaglio, una esplose però talmente vicino alla nave da farla affondare nel fiordo, dove giace ancora oggi.
Una delle attrazioni più note qui è la Via dell'Arcobaleno, molto immortalata nelle foto dai turisti, il nome è dovuto al fatto che è stato dipinto sul selciato che porta alla Blàa Kirkjan un lungo arcobaleno. Essendo collocata sotto ai ripidi versanti della Valle di Seydisjordur la cittadina è stata spesso soggetta a valanghe, gli eventi più disastrosi ebbero luogo nel 1885 e nel 1996.
Scendendo vero sud-est si iniziano ad intravedere le enormi lingue di ghiaccio  che dominano la parte interna dell'Islanda e che si estendono fino alla costa. Il Vatnajokull domina questa regione e i suoi enormi corsi d'acqua  intrappolati nel ghiaccio  si riversano nel mare creando scoscese vallate. Hofn è una delle porte d'accesso al ghiacciaio e a ovest dell'abitato si scorge parte della massa di ghiaccio che lo compone. 
Hofn sorge in una posizione singolare a metà tra il mare e i ghiacci del Vatnajokull; il suo nome vuol dire "porto", denominazione calzante perché gli abitanti basano la loro economia sulla pesca e sulla lavorazione del pesce, l'humar, gli scampi, è la varietà ittica maggiormente trattata qui. Nella zona del porto ci sono numerose tavole calde in cui poter assaggiare ottimi fritti di scampi e degustare le birre locali. Poco distante da Hofn, percorrendo una delle strade che portano ai numerosi accessi al ghiacciaio, ho trovato delle vasche d'acqua calda con una vista  mozzafiato: le terme di Hoffel. Non aspettatevi di trovare un sito termale di lusso poiché si tratta di quattro vasche molto spartane con la temperatura dell'acqua differenziata, l'ingresso è a pagamento e comprende anche un asciugamano. Ho letto su Tripadvisor commenti molto negativi rispetto questo sito, penso invece sia un posto per veri intenditori e per gli amanti della vita spartana senza troppe comodità e fronzoli, perciò l'ho molto apprezzato. 
Un'ultima tappa, davvero memorabile, è stata la visita serale ad una delle tante lagune del Vatnajokull raggiungibile percorrendo una strada vicino al sito termale; in realtà la percorrenza è riservata ai soli mezzi dotati di 4x4, ma con un azzardo e un super mezzo van come il mio (Nissan NV 200) sono riuscita a giungere a destinazione senza intoppi! Con una breve "scarpinata" si raggiunge un punto rialzato rispetto la laguna glaciale formata dai ghiacci e su cui galleggiano silenziosi gli iceberg, l'atmosfera creata dalle luci dell'imbrunire ha dato vita a giochi cromatici davvero indimenticabili che mi hanno emozionata molto: rimanere soli, in silenzio con i propri pensieri in un luogo così è stata un'emozione indescrivibile. 

DAY 8 SKAFTAFELL-JOKULSARLON-DIAMOND BEACH-KIRKJUBAEJARKLAUSTUR-VIK

Skaftafell è una delle zone del Parco Nazionale di Vatnajokull, uno dei luoghi di maggiore richiamo per i turisti che ogni anno raggiungono l'Islanda, un territorio incantevole che racchiude al suo interno vette, ghiaccio e attraversato dai tipici sandar. I sandar sono ambienti tipici di questa zona, si tratta di  immense pianure deserte dal fragile ecosistema, formatesi con l'azione millenaria dei ghiacciai e con le inondazioni improvvise causate dallo scioglimento delle calotte polari. Percorsi ed itinerari per scoprire queste distese di ghiaccio sono molti, il consiglio è di cercare il più adatto alle vostre esigenze, se scegliete zone difficilmente accessibili ricorrete  a tour organizzati che partono dal centro visite del Parco Nazionale Vatnajokull. Il Parco venne istituito nel 2008 con l'intento di creare una gigantesca area che unisse  la calotta glaciale del Vatnajokull ai parchi Skaftafell e Jokulsarhljufur, precedentemente istituiti e aperti al pubblico. I confini del parco custodiscono fiumi glaciali, splendide cascate come quella di Svartifoss e crateri vulcanici stratificati, insomma è un'area di grande importanza geologica, ecologica e storica. 
Conservata e protetta nella terra dei ghiacci è la laguna glaciale Jokulsarlon a metà strada tra Hofn e Skaftafell, anche in questo caso ogni descrizione non può certo rendere giustizia alla bellezza e alla magia che si respira in questo angolo di Islanda. Forse il tempo trovato in questa tappa è stato uno dei peggiori, ma il forte vento e la pioggia hanno reso ancora più autentico e affascinante il luogo. Gli iceberg si staccano da una delle diramazioni del Vatnajokull precipitando in acqua per poi essere trasportati dalla corrente verso l'Oceano Atlantico; le imponenti masse di ghiaccio presentano in alcuni casi striature dovute alle ceneri delle eruzioni vulcaniche e sfumature di un azzurro mai visto altrove. Gli iceberg non sempre riescono ad uscire dalla laguna e per farlo possono impiegare anche diversi anni, non si sciolgono mai, anzi continuano a ghiacciare; di tanto in tanto il silenzio viene spezzato dai tonfi degli iceberg che si staccano dalle masse di ghiaccio e che alle volte creano onde pericolose. Se come me decidete di visitare questo luogo alle prime ore dell'alba, le uniche forme di vita in cui vi imbatterete oltre a qualche uccello sono le foche, tra le poche creature che riescono a vivere con temperature così rigide. Che bello vederle nuotare tra i ghiacci, giocare tra loro e osservare le loro tecniche di pesca così goffe!
Alla foce del fiume Jokulsa si trova la famosissima Diamond Beach, una spiaggia di sabbia nera su cui si depositano i pezzi di ghiaccio che escono dalla laguna, la denominazione si rifa al fatto che questi iceberg sullo sfondo scuro sembrano proprio essere preziosi diamanti e non semplici pezzi di ghiaccio.  
Attrazione di notevole interesse storico è Kirkjubaejarklaustur (impronunciabile!), uno dei primi insediamenti fondato a fine 1100 da alcuni monaci irlandesi e sede di un monastero di suore benedettine da cui prese il nome la vicina cascata (Sytrafoss, Cascata delle Sorelle). I racconti narrano di questo sito religioso facendo riferimento a suore virtuose e peccatrici menzionando inoltre un tesoro nascosto nei dintorni. Attrazione dall'origine molto controversa è il Kirkjugof (pavimento della chiesa), un lastricato basaltico che secondo molti potrebbe essere un antico pavimento di una chiesa e che per altri è invece semplicemente un fenomeno geologico naturale. 

DAY 9 VIK-MYDRDALSJOKULL-REYNISFJARA-REYNISDRANGUR-SKOGAR-SKOGAFOSS-SELJALANDFOSS 


Anche la strada che porta a Vik lascia scorgere in lontananza le lingue del ghiacciaio, sono molte le fattorie sorte al confine con i ghiacci e che hanno conservato l'antico aspetto bucolico. Il Myrdalsjokull è il quarto ghiacciaio islandese per dimensioni. Al di sotto della calotta sonnecchia il vulcano Katla, cratere che erutta periodicamente attraverso il ghiaccio sommergendo la pianura costiera con una massa di acqua, sabbia e tefrite. Questo luogo, come molti cartelli sottolineano, è molto pericoloso:risulta difficile orientarsi, meglio evitare escursioni fai da te, anche se seguendo le indicazioni potete giungere nei suoi pressi per dare uno sguardo ravvicinato al ghiacciaio.
Piccola cittadina collocata sulla costa meridionale, la più a sud di tutta l'Islanda, è Vik considerata anche la più piovosa. E' un punto strategico da cui partono numerosi tour e che offre molto a chi vi arriva soprattutto dal punto di vista naturalistico. Il centro è dominato dalla chiesa Vikurkirkja, quest'anno sulla copertina della guida Lonely Planet Islanda, da qui potete godere di un panorama 360 gradi su Vik. Entrando all'interno dell'edificio costruito negli anni '30 vi stupiranno le particolari vetrate, istoriate con figure geometriche molto spigolose. La natura qui può essere molto pericolosa, la famosa spiaggia nera ad esempio è nota per le onde anomale che molto spesso travolgono i turisti che si avvicinano troppo; sui ghiacciai invece, a causa dell'attività vulcanica, si creano spesso pericolosi crepacci che divorano gli escursionisti meno esperti. Per questo ai turisti si chiede e ricorda semplicemente di rispettare la natura. Le vaste pianure di sabbia lavica di colore nero, collocate a est di Vik, si sono formate con il materiale fuoriuscito dalle viscere del ghiacciaio Myrdalsjokull durante le eruzioni del vulcano Katla. Se la storia del vulcano vi incuriosisce e volete approfondire le vostre conoscenze a riguardo potete spendere un'oretta al Lava Show a Vik, uno spazio espositivo moderno ed interattivo che propone l'esperienza dell'eruzione di un vulcano in totale sicurezza. Reynisdrangur è il luogo più celebre di Vik: un gruppo di faraglioni che si ergono dalle gelide acque dell'oceano come torri; secondo la tradizione sarebbero gli alberi di una nave che alcuni troll stavano saccheggiando quando furono sorpresi dai raggi di sole che li pietrificò. La mattina presto passeggiando sulla spiaggia ho potuto avvistare le famose pulcinelle di mare dal becco coloratissimo e dall'andatura impacciata,volatili curiosi e molto diffusi nel nord Europa. Sul versante occidentale vi è l'imponente crinale che sovrasta Vik e che conduce alla spiaggia nera Reynisfjara. Oltre la particolarità data dal colore nero del litorale altro elemento unico è un gruppo di colonne basaltiche che si innalzano a poca distanza dall'acqua,set perfetto per scatti fotografici.
Anche Skogar si annida sotto una calotta glaciale, è un piccolo agglomerato di case da cui partono numerosi trekking ed escursioni, anche qui non mancano caffè con ottime proposte di pasticceria. Ai margini occidentali si trova Skogafoss, cascata con un salto di 62 metri, qui ho avuto la fortuna di trovare qualche raggio di sole che finalmente mi ha regalato il tanto atteso arcobaleno da immortalare nelle foto! Si può salire in cima alla cascata con una ripida scalinata che la fiancheggia e poter così vedere dall'alto il salto verticale del corso d'acqua. Seljalandsfoss è l'ultima cascata "famosa" che ho visto. Il fiume Seljalandsá, Fiume Liquido, cade per circa 60 m offrendo con le luci del sole giochi di colore e arcobaleni pazzeschi. La particolarità di questa cascata è di avere un sentiero  che permette di arrivare dietro la cascata stessa per ammirarne il potente getto. Preparatevi ad uscirne completamente zuppi, ma ne vale la pena, è una prospettiva insolita per osservare una cascata!

DAY 10 SELJAVALLALAUG-REYKJAVIK-KEFLAVIK

Cosa fare l'ultima mattina in Islanda se non immergersi per l'ultima volta in una vasca termale? Così ho fatto, scegliendo le terme di Seljavallalaug, lontane dai sentieri turistici, immerse nel verde della natura, nel nulla più totale. Non essendo un luogo molto frequentato e battuto non è tenuta benissimo, lo spogliatoio in particolare è molto sporco, la vasca invece essendo stata costruita nel lontano 1923 è completamente rivestita di alghe verdi che rendono la pavimentazione molto scivolosa. L'acqua è molto calda vicino alla sorgente, diventa via via più fresca man mano che ci si allontana da essa, ma è sicuramente uno dei modi più suggestivi per trascorrere l'ultimo giorno e fare il pieno di vibrazioni positive.
Un'ultima passeggiata a Reykjavik per un po' di sano shopping last minute e l'ultimo luogo da scoprire di questo viaggio in Islanda è stato Keflavik.
Keflavik è una zona molto moderna e distante dai piccoli insediamenti islandesi, piena di costruzioni, agglomerati suburbani, locali e negozi. Non c'è molto da fare, ma con una passeggiata passeggiata si giunge nei pressi della scultura di Asmundur Sveinsson, famoso scultore islandese. Oltre il porto vi è una grotta nera dove una Gigantessa, personaggio dei libri per bambini di Egilsdòttir, sta seduta su una sedia a dondolo. Approfittate dei molti supermercati di Keflavik per acquistare prodotti enogastronomici da portare con voi in Italia. 

Che dire di questo viaggio in Islanda? Una terra magnifica, che stupisce e lascia senza parole ad ogni sguardo, una natura che ti conquista e ti entra dentro, un'energia che non trovi da nessuna altra parte al mondo...Insomma un'esperienza da fare almeno una volta nella vita, ma con la consapevolezza che una volta di nuovo a casa la porterai sempre nel cuore! 
Seguiranno in un articolo a parte le Dritte di Vagabionda a tema Islanda, non voglio dilungarmi troppo!

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